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domenica 23 novembre 2014

A Bose studiano come "abolire" il Papato. E il Papa che fa?


Il servizio pubblicato lo scorso 3 novembre in www.chiesa ha suscitato la prevedibile irritazione dei due personaggi in oggetto:  L’ecumenismo riscritto da Enzo Bianchi e Alberto Melloni
Ma ha anche dato spunto a ulteriori critiche al progetto ecumenico coltivato da entrambi e in particolare dal priore di Bose, fresco di nomina papale a consultore del pontificio consiglio per l’unità dei cristiani.
L’autore della seguente nota è sacerdote della diocesi di Bari, docente di liturgia e consultore della congregazione per il culto divino e della congregazione per le cause dei santi.

*

L’ECUMENISMO NON CATTOLICO DI ENZO BIANCHI
di Nicola Bux

La “decostruzione del papato nella sua forma attuale” – come ha fatto notare Sandro Magister – è cara al priore di Bose, secondo cui non c’è più da sperare nell’unità tra le grandi Chiese tradizionali, in quanto la loro divisione su chi abbia il primato sarebbe proprio ciò che impedisce l’unità dei cristiani oggi:
“Nell’Evangelo c’è scritto che i discepoli incominciarono a litigare per sapere chi fosse il primo. Mi sembra che questo litigio sia continuato nella storia della Chiesa e costituisca ancora uno dei nodi centrali della questione dell’unità. Si ignora che ogni tradizione è limitata e parziale e che solo tutti insieme è possibile giungere alla piena verità” (E. Bianchi, “Ricominciare”, Marietti, Genova, 1999, p 73-74).
In realtà, Gesù risolse la discussione pre-pasquale tra i discepoli stabilendo egli stesso il primato di Simone-Cefa.
Inoltre, chi è veramente cattolico sa che non esistono “Chiese tradizionali” ma l’unica Chiesa che quei cristiani autonomamente costituitisi in Chiese e comunità tra il primo e secondo millennio devono giungere a riconoscere presente nella tradizione apostolica condivisa con Roma e da lei suggellata.
Bianchi, quindi, dissimula un’idea relativista dell’unità della Chiesa; né nasconde di condividere la visione di Jean-Marie Tillard, secondo cui la Chiesa è fatta solo dall’insieme di “Chiese sorelle”. Per evidenziare l’erroneità di tale concetto, la congregazione per la dottrina della fede ha emesso il 30 giugno 2000 una nota: Nota sulla espressione “Chiese sorelle”
Inoltre, Bianchi invoca il fatto che il papa non debba decidere nulla da solo, ma poi vorrebbe attribuire a lui il potere “di ridare unità alla Chiesa” (”Ricominciare”, pp. 72-73).
Invece, il teologo ecumenico Max Thurian ha descritto così le conseguenze ecumeniche del Credo comune alle confessioni cristiane:
“L’unità visibile dei cristiani non potrà esser compiuta che nel riconoscimento delle celebrazioni eucaristiche e dei ministeri che strutturano la Chiesa, nella successione apostolica e in comunione col vescovo di Roma. […] Per la Chiesa cattolica, la pienezza dell’apostolicità si trova nella successione dei vescovi dopo gli apostoli e nella loro comunione grazie al ministero di Pietro proseguito dal vescovo di Roma” (”Avvenire”, 29 giugno 1997).
Per Bianchi, al contrario, il riconoscimento del primato papale è il reale impedimento all’unità della Chiesa.
Non so se papa Francesco conosceva tutto questo, quando lo scorso 22 luglio  ha nominato il priore di Bose consultore del dicastero ecumenico della Santa Sede.
Le idee di Enzo Bianchi esprimono quell’“ermeneutica della discontinuità e della rottura” che costituisce il filo rosso dell’edizione bolognese, in più volumi, dei “Conciliorum oecumenicorum generaliumque decreta”, sulla quale a detta delle autorità vaticane “permangono le riserve di carattere dottrinale”.
A questo, l’arcivescovo Agostino Marchetto ha puntualmente e in modo documentato fatto il contrappunto. E il papa lo ha definito “il miglior interprete del concilio Vaticano II”.
Dunque, non dovrebbero esservi dubbi su chi non la conta giusta.

31 commenti:

  1. Caro don Nicola,
    ti apprezzo come sacerdote e come uomo, ti ringrazio infinitamente per questa nota di puntualizzazione (che ti causerà forse anche qualche problema ma che dimostra che sei un combattente per la Verità).
    Però con tutta la buona volontà di questo mondo faccio una fatica tremenda e pensare al Papa come povero ingenuo ignaro del disfacimento del papato e della Chiesa (attualmente in atto).
    Dico questo perché il primo artefice è stato proprio lo stesso Pontefice con le sue scelte di forma e pastorali a contribuire a questa "devastazione", poi ormai le idee eretiche di Enzo Bianchi le conoscono anche i sassi ai bordi delle strade, vuoi che il Papa che lo ha nominato non le conosca anche lui...?
    Lo sforzo di salvare la faccia e la buona volontà a questo Pontefice è encomiabile e meritorio di qualche gratifica (che purtroppo non arriverà mai, anzi...) ma è un esercizio di arrampicata sugli specchi che avrà esiti praticamente nulli.
    Uniti in Cristo e Maria, un fraterno abbraccio.

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    1. Caro Giacomo concordo con te. Il papa è un gesuita scaltro, conosce bene le idee di Bianchi e Melloni e Kasper professate anche da molti gesuiti attardati al 1968, la cosa più tragica è che le condivide in pieno , il resto è solo fuffa.
      Il papa che li ha riesumati dalla naftalina in cui erano finiti con il compito ben preciso del cavallo di Troia.. La Chiesa cattolica è già autodemolita. Ricostruire quando ormai è venuto meno l'humus culturale cristiano sarà difficile, una chiesa senza un respiro interiore parolaia in cui tutti i giorni ne scodella una. Ricordate il Chi sono io per giudicare? Tanto vale che levi il disturbo, un papa che non insegna a distinguere il bene dal male come si è visto al Sinodo è superfluo, ininfluente, dopo gli osanna e gli applausi mondani sparirà, i fedeli non ne sentiranno la mancanza.

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  2. Il padri Concilio Vaticano II si erano dichiarati per il ripristino dell'autorità episcopale e la lotta al centralismo romano invece noi assistemmo e assistiamo allo sviluppo di un dispotismo papale mai visto prima, la messa manipolata a loro piacimento, la dottrina alterata, solo il popolo cristiano è rimasto fedele. I vescovi sembrano annichiliti, tutto è diventato liquido. Solo i vescovi della Polonia che hanno stoppato il Kaspar Hauser redivivo si son dimostrati immuni dall'ipnotizzazione dei progressisti falliti.

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  3. Dunque, la Chiesa di Cristo, Una, Santa, Cattolica, Apostolica non possiede, custodisce e trasmette la Verità integra, ma ha bisogno di altre tradizioni di sette e gruppi ecclesiali che da essa si staccarono per camminare insieme verso la completa Verità. La grande eresia sviluppatasi dai più ambigui documenti conciliari.
    Orbene, dalla Scrittura, dalla Tradizione e dal Magistero ininterrotto sappiamo che la Chiesa è stata fondata da Cristo su Pietro, e che i dissidenti niente le possono portare ch'essa non abbia digià. Le sette e le organizzazioni ecclesiali eretiche e scismatiche se posseggono parziali Verità le han ricevute dalla Chiesa Cattolica. Dunque il vero ecumenismo è il ritorno nell'unico ovile e sotto l'unico pastore.
    Certamente ci sono "tradizioni" che, purificate da quanto possa esser in contrasto con la santa dottrina, posson continuare a vivere nella Chiesa una ed unica. Penso, ad es., a cerimonie liturgiche, a riti della S. Messa ecc.

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    1. A riti della S. Messa?!?!?! La Santa Messa È il Rito.

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    2. Pasqualino!
      Nel linguaggio ecclesiastico “rito” è l’insieme di gesti (inchini, benedizioni, segni di croci, genuflessioni, imposizioni delle mani ecc.) e formule (orazioni, inni, versetti ecc.) di cui costano gli atti liturgici. I “riti” sono in parte essenziali( costituiscono l’essenza del Sacrificio e del Sacramento) – materia e forma - e son di origine divina, e pertanto son immutabili; altri sono accidentali, cioè son la cornice in cui s’inseriscono, si svolgono e s’illuminano quelli essenziali, e sono modificabili sotto l’influsso di eventi storici e dei climi religiosi.
      Per la Messa si ricordano, nell’unità dell’essenziale: Il rito antiocheno, il rito alessandrino, il rito gallicano, il rito latino. Quest’ultimo oggi è diviso in due forme: l’antica e la nuova (piaccia o non piaccia questa definizione). Agli altri riti citati si connettono liturgie che assumono il nome in genere dal luogo in cui son nate e sviluppate.
      Ti consiglio, prima di scrivere, di studiare un po’. Basta consultare alla voce “rito” qualche dizionario di teologia o l’Enciclopedia Cattolica, se non hai testi di liturgia. Ti consiglierei, per le differenze tra i riti della S. Messa, La Chiesa e le Chiese, dell’Algermissen (Brescia, Morcelliana 1942).

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    4. Dante Pastorelli23 novembre 2014 15:42

      Se poi, Pasqualino, l'andar a spulciar i vari blogs non neocat ti lascia il tempo per studiare, puoi anche legger qualcosa sui diversi "riti" del Battesimo, della Cresima, dell'Ordine sacro ecc.
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    5. scusi signor Pastorelli, io seguo questo blog da qualche tempo.Lei a volte chiama questo Pasqualino, ma chi è e cosa vuol dire questo nome? è davvero quello dell'anonimo? ecco, quando vedo queste situazioni non capisco. Per favore,mi risponda pacatamente. grazie

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    6. Un personaggio che infesta diversi blog a carattere tradizionale. Alla Redazione è ben noto da anni. Quando vedi un anonimo che dopo un mio commento comincia a sghignazzare, e dimostra la sua abissale ignoranza, come in questo caso, è lui. Lo fa con me e lo ha fatto per anni anche con altre persone che son culturalmente più in alto di lui mille cubiti. In altri blogs lo fermano subito. Qui non son ancora riusciti ad eliminarlo.
      Non ti sforzare di capire oltre. Leggi quel che scrive ed hai capito tutto.
      Perché non dovrei risponderti pacatamente? Io son sempre pacato salvo quando qualcuno trascende in insulti, perché non ha argomenti.

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  4. La Chiesa è "società perfetta", cioè ha in se, in atto o in potenza tutto ciò che le serve per adempire alla propria missione, cioè la salvezza degli uomini lungo la Storia, sino al ritorno di Cristo.
    Essa non ha bisogno di altri; diverso però è il discorso dei singoli che possono esserci di buon esempio con la loro coerenza, bontà e devozione, pur all' interno di religioni non cristiane, o cristiane ma che non sono la vera Chiesa di Cristo.

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  5. Chi tace acconsente, il sedicente priore non è nemmeno cristiano, non solo cattolico, come la maggioranza dei compagni di avventura o compagnia dell'anello di latta, questi non sono pastori, non vanno seguiti, arriverà Quello vero, stiamo all'erta per riconoscerlo, nel frattempo preghiamo in attesa di tempi migliori e confortiamo con la nostra la preghiera di Papa Benedetto che continua il suo servizio alla Chiesa, l'altra è già persa.

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    1. Il mio PC da qualche giorno attende il suo medico perché via via si spegne improvvisamente e devo ricominciare daccapo.

      Senza malizia: non ho capito qual è l'altra "persa": la preghiera o la Chiesa? Il passo m'è oscuro.

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  6. La chiesa in minuscolo,ovvio....

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  7. Il complotto era era pronto da tempo, il famigerato rossoporpora di vergogna Romeo amico di Bugnino Marini quando disse che entro un anno il papa Benedetto sarebbe morto? non l'hanno ucciso fisicamente ma moralmente sono loro gli assassini di Benedetto XVI. L'hanno costretto a dimettersi e sepolto vivo in Vaticano. Poi pontificano e pretendono rispetto, infami. Ricordate buoni cattolici, ricordate

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    1. Ma lo sai che volevo scrivere la stessa cosa: la "morte" che quel cardinale predisse si è avverata così. Volevo ricordarlo io, cmq grazie e bravo.

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    2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  8. Io non sono lefevriano, ma aveva ragione Levebvre quando diceva che Roma ha perduto la Fede e quindi è nell'apostasia e che "non ci possiamo fidare di loro". Dopo avere visto il caso Francescani dell' Immacolata e card. Burke, come dargli torto? chi si fida di loro?

    vedi youtube, 1 minuto e 48 secondi con sottotitoli:
    http://www.youtube.com/watch?v=6wPfjK4cCHM

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    1. dice anche che Roma lavora per la scristianizzazione della persona umana, della società e della Chiesa.
      Vero!

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    2. Per conoscere il vero animo e la cattolicità di Lefebvre basterebbe ascoltare la sua omelia che rese a Venezia nel 1980 (https://www.youtube.com/watch?v=AdfZOJF7GP4). Aveva, già da molto, capito tutto. E poi facciamola finita di dire "non sono Lefebvriano" come fosse un'onta, esistono cattolici e non cattolici. Lefebvre era cattolico.

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  9. Ho letto i commenti sopra.
    Vi chiedo se davvero c'è stato un complotto per eliminare dalla scena papa Benedetto.
    Ordito da chi è per quale fine?
    Lo chiedo perché ho un enorme stima per lui e veramente non riesco a capire perché qualcuno potrebbe aver voluto eliminarlo.

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  10. E quali mai minacce gli sarebbero state rivolte a cui non avrebbe potuto resistere? Ricatti? Ma se uno cede ai ricatti significa ch'è ricattabile. Minaccia di scisma? Il Papa avrebbe potuto chiamare a raccolta il popolo cattolico, e in fondo uno scisma di fatto è già in essere. Sinceramente il problema è da noi irrisolvibile. Prima o poi il mistero sarà svelato.

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    1. Sottoscrivo il signor Dante!!

      Commento chiaro ed esauriente.

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  11. Noto con umilta la incredibile mancanza di Fede e di carita cristiana che questo blog e' diventato,seminatore di zizzania,rumori, infondate voci, disprezzo e peggio. Mi fa meraviglia che si attacchi con tanto rancore una figura come Enzo Bianchi {che il buon Dio lo tenga in buona salute} che e' ha rinnovato il monachesimo Italiano, ha scritto decine di dotti volumi che tanti intellettuali Italiani forse gli invidiano. Il Priore di Bose con libri eruditi, edizioni critiche di testi importanti. Critici, storici e filosofi, per non dire dei teologi rispettati in tutto il mondo cattolico hanno un riverente rispetto del Priore di Bose che con l'aiuto dello Spirito Santo ha dato contributi importanti alla Santa Chiesa contraddistinto sempre da un reverente rispetto per le esigenze del mondo e della tradizione Apostolica.

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    1. Sì, sig. Raphael, con molta "umiltà" le faccio notare che l'innovatore del monachesimo italiano (l'innovazione sarebbe da intendersi nella creatività ecumenica o dogmatica?) ha negato numerosi dogmi fra i quali, forse il più grave, la divinità di Nostro Signore Gesù Cristo!
      Le consiglio di informarsi meglio sulla figura del dotto (o dottò...) Bianchi perchè evidentemente Le sfugge qualcosa.
      A questo proposito potrà documentarsi con maggior precisione andando a leggere i numerosi articoli che trova in rete di mons. Antonio Livi, lui sì veramente umile ed integro servitore della Verità cattolica, di cui al sig. Bianchi niente ha da invidiare, anzi...
      Dovrebbe infine spiegarci cosa intende per "reverente rispetto per le esigenze del mondo e della tradizione apostolica"...ossia, come sarebbe possibile conciliare le sempre più perverse esigenze del mondo (moderno-ista) con quelle immutabili ed irreformabili dell'apostolica tradizione?

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    2. La nuova religione per assecondare i porci comodi del mondo ormai è quasi realtà. Altro che rinnovamento del monachesimo!! Rido di cuore sig. Raphael Fodde!!!

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    3. grazie Giacomo della sua nota: e leggendo la sua forse non avrei mai dovuto scrivere la mia, anche perche non ho la preparazione intellettuale per una profonda discussione su questi argomenti.
      Oggi come ai tempi del primi cristiani ci sono grandi divisioni teologico sacramentali; il problema e' che ci aspettiamo che questi vengano risolti dall'alto: il Pontefice Romano e' il solo arbitro di questi argomenti che all'inizio della Chiesa venicano lasciati alle varie chiese locali e al suo vescovo, e ai Concili ecumenici. La centralizzazione del potere avenne molto molto piu tardi; per cui ora ne vediamo le conseguenze, scomuniche ai seguaci di Lefebre, perche non lasciarli servire il buon Dio secondo il proprio cuore? o alle suore americane che aiutano i poveri e quella parte debole dei nostri fratelli che nessuno vuole. I divorziati, I gay, quelli che condividono una vita intima fanno parte delle piaghe della Chiesa ed essa deve risanare queste situazioni deplorevoli, questi problemi sono li e non andranno via. Questo intendo come revente rispetto per le esigenze del mondo e della tradizione. Negando la cresima a un ragazzo 17enne a Palermo, o l'eucaristia ai divorziati e atti di questo genere, non attirano certo nessuno verso il comandmento supremo: amatevi gli uni gli altri, e amerai il prossimo tuo come te stesso. Pax.

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    4. Nessuna Cresima negata a Palermo, ma solo impartita in un'altra chiesa ed in forma privata, i motivi più che condivisibili!

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    5. Caro Raphael il punto è sempre lo stesso ma sembra che sia irrisolvibile: "I divorziati, I gay, quelli che condividono una vita intima fanno parte delle piaghe della Chiesa" riconoscono o no da veri cristiani cattolici i loro peccati o vogliono solo che siano ammessi e assecondati i loro desideri? Il punto è solo questo, si riconosce o no il peccato? A me viene spontaneo andare a confessarmi quando so di non aver rispettato i precetti che Cristo ci ha comunicato, i sacerdoti e la Chiesa oggi insegna sempre questo??? La Misericordina all'acqua di rose è inutile e dannosa per le anime se lo ricordi bene...

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  12. Non è dal numero di pubblicazioni che si deduce la validità di un autore, specie in materia di religione.
    Forse si dovrebbe, allora, confrontare anche lo spessore culturale di Bianchi con quello di Livi, Bux, Di Marco ed altri. Ma quello che importa è la fedeltà alla retta dottrina: basta un solo libro per sparger il male nella Chiesa, che prolifera se non fermato in tempo. Ed oggi non vedo chi lo fermi.

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  13. Raphael Fodde, a me pare che la sua visione sia da evangelico.

    Prima di tutto amare Dio e poi gli uomini. Questo è il primo comandamento di Gesù Cristo. Quindi amare Dio, e amare la fede in Lui. Amare la Dottrina. Amare la Regalità infinità di Cristo quindi anche regalità sociale, politica. L'uomo è libero solo in Cristo. Al di fuori è schiavo, anche quando compie del bene umano, perchè anche gli animali sono capaci di fare del bene. Lei scambia l'amore filantropico con l'amore religioso.

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AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione