Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

domenica 30 ottobre 2011

Echi tridentini in Goethe - II parte (2 Novembre e 25 dicembre)

Tempo fa avevamo proposto una lettera che Goethe scrisse ai suoi, durante il suo secondo soggiorno a Roma nel 1788, in cui apprezzava la bellissima funzione papale a cui aveva assistito nella Cappella Sistina al Vaticano, e nelle cui righe si dichiarava estasiato ed ammirato per la solennità e dignità del rito e diceva di essere rimasto affascinato per l'esecuzione dei canti (link). Seguono ora due brani tratti dal resoconto del suo primo soggiorno romano: soltanto un anno e mezzo prima, la sua partecipazione alle Ss. Messe Pontificali celebrate da Papa Pio VI (nella Cappella Paolina al Quirinale e a San Pietro) ebbe ben altri effetti. L'ammirazione per i posti, l'imponenza delle cerimonie e la solenne riverenza tributata al "Vicario di Cristo" lasciò presto, nell'animo del poeta, il posto a stupore e fastidio, vedendo il Papa "borbottare" e "ballonzolare" attorno all'altare. Si può certo cercar di comprendere il motivo di disturbo provato da Goethe verso la complessa liturgia prevista dal cerimoniale papale: dobbiamo ammetterlo, per un protestante, avverso allo magnificenza della liturgia cattolica, abituato ai sermoni dei pastori, e "ignorante" di riti cattolici, vedere il Papa muoversi (senza conoscere il significato dei movimenti e dei gesti) senza nemmeno udirne la voce (coperta dai pur sublimi canti della Cappella) poteva risultare bizzarro, e la Messa poteva risultare indigesta e incomprensibile. E misteriosa (nella forma) forse poteva risultare anche a molti pur ferventi e devoti fedeli cattolici, che però supplivano all'ignoranza del cerimoniale con la fede nel Mistero (sostanziale)! Oggi, sicuramente, l'uso del microfono e la maggior conoscenza dei nostri riti, e delle preghiere, hanno aiutato a far comprendere meglio ai fedeli i significati dei gesti, dei movimenti, dei luoghi e dei paramenti sacri. E a partecipare quindi ancor più fruttuosamente (se mai sia possibile) alla sacre celebrazioni. Nel secondo brano, inoltre, emergono i suoni dei magnifici organi, approntati a produrre ogni tipo di suono, anche il più svariato, prima che fossero zittiti dalla riforma di San Pio X.
Roberto


"Roma, 3 novembre 1786. [...] Ieri invece, giorno dei Morti, fui più fortunato. 
Il Papa commemora i defunti nella sua Cappella privata del Quirinale [nella foto è la Cappella Sistina, Pio XI]. L'ingresso è libero a tutti. [...] Unendoci alla folla, attraversammo lo spazioso e splendido cortile e salimmo la scalinata di smisurate sproporzioni. In queste anticamere, dirimpetto alla cappella e intravedendo la fuga delle stanze, si prova una forte impressione al sapersi sotto un unico tetto col Vicario di Cristo. 
La funzione era già incominciata, e il Papa si trovava in chiesa con i cardinali. Bellissima e dignitosa la virile figura del Santo Padre; vari i cardinali d'età e d'aspetto. Mi prese lo strano desiderio che il capo supremo della Chiesa aprisse l'aurea sua bocca e, parlando estatico dell'indicibile letizia delle anime beate, comunicasse anche a noi la propria estasi. Ma poiché lo vidi semplicemente andar su è giù davanti all'altare, volgendosi un po' di qua e un po' di là, gesticolando e borbottando come un prete qualunque, si risvegliò in me il peccato originale del protestante e il noto e consueto rito della messa non mi piacque più per nulla. [...]. Che direbbbe, pensavo, se entrasse qui e scorgesse la sua immagine in terra andar su è giù biascicando e ballonzolando? Mi venne in mente il Venio iterum crucifigi, tirai per la manica il mio compagno e ce ne andammo a cercar respiro nei saloni dalle volte affrescate." 

 "Roma, 6 gennaio 1787
Tanto per parlare ancora di cose ecclesiastiche, vi dirò che abbiamo passato la notte di Natale, andando in giro a visitare diverse chiese, dove si tenevano le funzioni. 
Una di esse [S. Apollinare, nei pressi di piazza Navona, n.d.r.] è particolarmente frequentata, perché l'organo e i musicanti vi sono accomodati in maniera da rendere udibili tutti i suoni d'una musica pastorale, dalle zampogne dei pastori al cinguettio degli uccelli e ai belati delle pecore. 
Il primo giorno di Natale vidi in San Pietro il Papa, con tutto il pretume celebrava la Messa solenne, in parte davanti al trono, in parte dall'alto di esso.
 E' uno spettacolo unico nel suo genere, molto sfarzoso e imponente: ma io ormai son così invecchiato nel mio diogenismo protestante, che tanta magnificenza mi disturba più di quanto mi affascini e avrei voglia di dire, come il mio valente predecessore, a codesti conquistatori religiosi del mondo: "Non nascondetemi il sole dell'arte somma e della pura umanità". Oggi festa dell'Epifania ho veduto e ascoltato la celebrazione della Messa col Rito Greco. 
Queste cerimonie mi son parse più grandiose, severe e austere di quelle del Rito Latino, e tuttavia più popolari." 

 J. W. Goethe, Viaggio in Italia.

8 commenti:

  1. :-[ .... aiutateci a far conoscere la venerabile Paulina Jaricot FONDATRICE DI PROPAGANDA FIDEI... Laica, terziaria domenicana e fondatrice del Rosario Vivente...
    http://www.gloria.tv/?media=209397 

    ottima figura per questo vento sulla nuova evangelizzazione.....
     e per l'Anno della fede...

    RispondiElimina
  2. Strano che non si sia subito fatto vivo un puppo di tradiprotestante a protestare che Goethe era massone!

    RispondiElimina
  3. Non era la devota di S. Filomena di Mugnano?

    RispondiElimina
  4. <span>Goethe era massone!</span>

    RispondiElimina
  5. Non ce la fai a guardare la terza immagine e a non piangere, pensando che non sarà mai più così.

    RispondiElimina
  6. Comunque, Benedetto XVI, con l'aiuto del suo cerimoniere, ha fatto molto per restituire decoro e solennità alle cerimonie papali. Certamente non potremo più tornare ai tempi di Pio XII, per certi versi è anche giusto che sia così, ma riproporre alcuni paramenti e arredi ingiustamente messi in soffitta da Paolo VI, Noè e Piero Marini è stato indispensabile. Se guardiamo alla foto che ritrae Pio XI in Cappela Sistina, non possiamo che gioire nel sapere che quel trono laterale è stato ripristinato, così come la celebrazione ad Deum e in latino presso l'antico altare. Insomma, troni e cattedre dorate sono state ripristinate, così come scalini rossi, tappeti damascati, mozzette bordate di ermellino, camici e roccheti di pizzo, cardinali assistenti al soglio e via dicendo.
    Se poi, come pare, presto torneranno a presenziare alle cerimonie papali anche i nobili assistenti al soglio e la sedia gestatoria, possiamo dire che è stata fatta giustizia rispetto alla tabula rasa degli anni settanta, ottanta e novanta.

    RispondiElimina
  7. giusto! anche se la dignità delle celebrazioni non passa (e non dovrebbe passare) da tappeti damascati, mozzette ermellinate e pizzi.
    Stiamo attenti a non cadere in tentazioni vane, vacue e fini a sè stesse!

    RispondiElimina
  8. Potete spiegare meglio questo fatto di San Pio che ha messo a tacere gli organi? Non è stato lui il grande restauratore della musica gregoriana?

    RispondiElimina