Rorate caeli ha pubblicato un estratto di un recente libro di P. Anscar Chupungco OSB, ex Presidente del Pontificio Istituto liturgico in Roma, liturgista vecchio stile, quindi, critico fervente di Liturgiam Authenticam (il documento pontificio che ha tentato, con poco successo, di riportare ordine nel novus ordo) e ancor più del motu proprio Summorum Pontificum, nonché indiscusso guru della camarilla liturgistica nelle Filippine (eh sì, ogni paese ne ha una, così come ogni paese ha la propria delinquenza, le proprie calamità naturali, i propri alcoolisti). In questo testo, intitolato What, Then, Is Liturgy? Musings and Memoir, l’unica parte degna di menzione (il resto pare essere la solita risciacquatura di piatti di idee vecchie spacciate per ‘aggiornamento’ ad un mondo che nel frattempo è cambiato) è quella contenente indiscrezioni sul dietro le quinte della riforma liturgica sotto Paolo VI e Giovanni Paolo II, come pure estese riflessioni sulla liturgia mescolata con critiche delle politiche dell'attuale pontificato. Il libro contiene anche proposte di Chupungco per demolire quel che resta del rito romano, onde continuare ciò che egli considera come il programma incompiuto della riforma liturgica post-conciliare. Ecco un estratto dalle pagine 3-4 del testo, edito dalle pubblicazioni claretiane (Padre Augé potrà essere fiero dei suoi confratelli filippini…). Nel leggere di Bugnini, non dimentichiamo che la superbia è il peccato più inviso a Dio e gradito al demonio.
Dopo diversi decenni dalla riforma liturgica ci sono ancora contrastanti opinioni su ciò che il Concilio aveva veramente intenzione di realizzare. Ho avuto l'occasione di chiedere al padre Cipriano Vagaggini, un altro dei miei mentori e uno degli artefici della Costituzione liturgica, che cosa significasse "sostanziale unità del rito romano". La frase è oscura, e tuttavia cruciale per l’inculturazione. La sua risposta è stata assai rivelatrice: "Ho posto la stessa domanda quando stavamo stendendo la Costituzione, ma nessuno in commissione aveva una risposta!" Strane invero sono le vie dello Spirito durante il Concilio e sicuramente dopo il Concilio. Ma a cercar proprio una consolazione, la tensione può essere considerata un segno incoraggiante che l'interesse per la liturgia non è diminuito nel corso degli anni. Quando Gut Benno, Abate Primate della Confederazione Benedettina, fondò il Pontificio Istituto liturgico a Roma nel 1962, i professori di teologia, come profeti di sventura, lo avvisarono che la liturgia era una moda che non avrebbe superato la durata della loro vita.
Nel suo libro postumo, La riforma della liturgia, 1948-1975 Annibale Bugnini descrive la grande opposizione alla riforma conciliare e postconconciliare. Tra i gruppi più antagonistici che egli ha identificato, i seguenti chiaramente affiggono una mentalità di controcultura. Il primo è Una Voce, un gruppo internazionale, per la difesa del latino, del canto gregoriano e della polifonia sacra contro la musica moderna e in vernacolo. I secondi sono gruppi indipendenti che spesso erano ostili ai cambiamenti liturgici avanzati dalla Santa sede. Tra loro Bugnini nomina l'American Catholic Traditionalist Movement, e individui come il giornalista italiano Tito Casino [sic], che nel suo libro la tunica stracciata attaccò aciamente l'uso del vernacolo; il Cardinale Alfredo Ottaviani e il Cardinale Antonio Bacci, che hanno sostenuto strenuamente l’opposizione contro il nuovo Messale a causa dei suoi elementi asseritamente "eretici", "psicologicamente distruttivi" e "protestanti"; e il francese abbé Georges de Nantes, che chiese l'estromissione di Papa Paolo VI, accusato di eresia, di scisma e di scandalo. Anche alcuni dei fedeli devoti che frequentavano la Messa erano contrari all'uso del vernacolo. Nella Chiesa di Sant'Anselmo, un'anziana signora mi corresse mentre le stavo offrendo la comunione: "non dicitur ' Il corpo di Cristo,' sed 'Corpus Christi'!" (In latino perfetto lei mi esortò a dire "Il corpo di Cristo" in latino, non in italiano.)
Bugnini stesso, allora Segretario della Congregazione del culto divino, non è stato risparmiato. Era una persona sistematica che ha programmato la riforma liturgica e ha coraggiosamente spinto la sua attuazione contro tutte le opposizioni. Ricordo che in una delle sue visite al Pontificio Istituto liturgico ha dichiarato, "Io sono la riforma liturgica!" In più di un modo la sua autovalutazione era corretta. La riforma postconciliare non avrebbe progredito con passi da gigante se non fosse stato per il suo spirito intrepido e la sua tenacia. A coronamento delle sue realizzazioni liturgiche il Vaticano lo promosse al rango di delegato papale in Iran, dove divenne famoso nel mondo secolare per aver negoziato con successo il rilascio degli ostaggi americani.
L’autore spaccia come un'effettiva promozione al merito la cacciata a Teheran, che l’interessato stesso, ossia l’arcivescovo Bugnini, considerò nelle sue Memorie come un esilio dovuto al fatto che Paolo VI si era convinto della sua affiliazione massonica. Questo Ciupaciup filippino si spinge talmente nell’agiografia di sant’Annibale da oltrepassare ogni soglia del ridicolo e, soprattutto, della buona fede: è credibile che non abbia letto le Memorie del suo Maestro? Quanto al ruolo del pro-nunzio nel condurre quelle trattative con Komeini, la cosa ci giunge affatto nuova.
Comunque, una cosa da meditare che traspare da questo pur breve estratto è che la riforma liturgica fu l'opera di una ristrettissima minoranza, agguerrita e organizzata, sulle spalle dell'ecumene cristiana (il liturgista filippino non a caso menziona l'opposizione nelle parrocchie, o il ruolo decisivo dell'interventismo di Bugnini; e non dimentichiamo che la cosiddetta messa normativa, ossia il primo tentativo di nuova messa sottoposto al giudizio dei padri conciliari, a concilio finito, fu respinta, per poi entrare in vigore tal quale). La storia è mossa dalle minoranze: in questo, il marxismo-leninismo ha visto giusto. E allora, tradizionalisti di tutto il mondo, unitevi; e, per parodiare il Manifesto del partito comunista, aggiungiamo pure che uno spettro si aggira per l'Europa, quello del ritorno alla Liturgia di Sempre. E tutte le potenze ecclesiali della Vecchia Europa (e non solo) si sono coalizzate in una santa caccia alle streghe contro questo spettro...
Enrico
Purtroppo non si finirà mai di girare il coltello in questa piaga, difficilmente estirpabile se non dall'Alto, dal momento che dal Concilio si decise che fosse giunta l'ERA DELLA MISERICORDIA DI DIO e della tolleranza del peccato....come se Dio in questi Duemila anni avesse usato la Chiesa esclusivamente per condannare....e come se la Liturgia della Chiesa fosse stato così e da sempre il CAPRO ESPIATORIO di tutte le inquietudini umane da scagliarsi contro quella Chiesa "Maestra" di vita e di costumi....
RispondiEliminaA quanto detto sopra è bene menzionare un altro sacerdote, <span>padre Josè-Apeles Santolaria de Puey y Cruells (Barcellona 1966).
Sacerdote, avvocato e giornalista è laureato in Giurisprudenza e Diritto Canonico e presso la Scuola Diplomatica spagnola si è diplomato in Studi Internazionali.
E' inoltre Cappellano dell'Ordine di Malta ed è collaboratore di Radio Vaticana ed è inoltre autore di notevoli studi e articoli sulla storia della Chiesa e sulla storia dei Pontefici.</span>
Che ha scritto il <span>libro: "Papi in libertà"</span>
dove possiamo leggere questo passo:
In verità, come è facilmente dimostrabile, Paolo VI non era di queste intenzioni, eppure lasciò fare e finì egli stesso per adeguarsi alle iniziative di Bugnini....
E' scandaloso apprendere che nel 1967 il Concilium che stava ancora lavorando, diede alla luce un formulario che chiamò "Missae normativa", elaborato con la collaborazione di ben sei protestanti, e che fu portato ai vescovi per l'approvazione....
Il bello è che i vescovi infatti NON accettarono questo formulario e che anzi, scatenò come era giusto che fosse, molte reazioni contrarie che alla fine esso venne ritirato ma non gettato, bensì tenuto nel cassetto in attesa di "tempi migliori"...
Con astuzia luceferina il testo venne ritoccato qua e là senza modificare la sostanza che aveva invece ottenuto la negazione dei Padri, e portato davanti a Paolo VI il quale, incredibilmente, lo approvò con il nome di "Novus Ordo Missae"...
Era il trionfo dell'ala progressista-modernista, ce l'avevano fatta, avevano vinto la loro battaglia!
Di conseguenza nella Nuova Messa abbiamo il contributo dei protestanti che guarda il caso NON credono nella Presenza Reale!
La nascita di questa Riforma resterà inspiegabile ed incomprensibile nella storia della Chiesa.
*DONT_KNOW*
"I figli delle tenebre sono più astuti dei figli della luce"
RispondiEliminaP.C.
RispondiEliminaa quanti ancora non lo conoscono, suggerisco la lettura e meditazione di Tito Casini nella sua LA TUNICA STRACCIATA.....
un capolavoro di COSCIENZA illuminata ed umile.... ;)
Per la precisione "la Messa Normativa" 1965 era la Messa di San Pio V senza l'Introibo e il Vangelo di San Giovanni con le orazioni maggiori (colletta, secrete, post communio) e letture recitate in italiano ma la "parte sacrificale" in latino... con qualche piccolo ritocco nel <span>Per ipsum. </span>
RispondiEliminaE poi la riforma di Bugnini incomiciò con al nefasta riforma della Settimana Santa di Pio XII che neanche Giovannone utilizzo a san Pietro, dove il Sacerdote PER LA PRIMA volta incominciò a dare, in alcuni momenti liturgici, le spalle al Santissimo Sacramento; e con la ritraduzione dei salmi detti di BEA del breviario.
<span>Scriveva così Tito Casini:
RispondiEliminaI protestanti, ho detto (dimenticando che dovevo dire i «fratelli separati», e di quale fraternità si tratti è palese presentemente in Irlanda), per dire appunto i padri e maestri di questi nostri riformatori da cui essi, come il paggio Fernando della famosa partita, si riconoscono di gran lunga superati, e ricordare ciò che il santo pontefice pur ora citato diceva e prediceva, in quella sua prima enciclica alle soglie del secolo: «L'errore dei protestanti diè il primo passo su questo sentiero; il secondo è del modernismo; a breve distanza dovrà seguire l'ateismo».
Siamo prossimi a questo, all'ultimo stadio, la «morte di Dio», e la Riforma, la «nostra», n'è la propellente: il principio protestante, cuius regio illius et religio, ogni regione la sua religione, ha nel «pluralismo liturgico» - nella legge del culto autonoma, regionale, lingua e riti, rispetto a quella del Credo - il suo equivalente, con la conseguenza che la religione, la vera, la buona, langue in ogni regione, che il pluralismo si risolve in nullismo, avverandosi in tutte, anche in quelle dove il volgare è meno volgare, meno barbaro, ciò che il Marshall scriveva, per i cattolici riformisti, dell'Inghilterra riformata: «Non c'illudiamo: non sarà la liturgia in volgare a far venire gl'invitati al festino di nozze. La Chiesa anglicana canta il più bell'inglese davanti ai banchi più vuoti, mentre il (cattolico) più ignorante in latino intende benissimo ciò che fanno i monaci di Solesmes».
e ancora scriveva profeticamente negli anni '70:
<span>Risorgerà, vi dicevo... [la Santa Messa Tridentina] risorgerà</span>, come rispondo ai tanti che vengono da me a sfogarsi (e lo fanno, a volte, piangendo), e a chi mi chiede com'è che io ne sono certo, rispondo (da «poeta», se volete) conducendolo sulla mia terrazza e indicandogli il sole... Sarà magari sera avanzata e là nella chiesa di San Domenico i frati, a Vespro, canteranno: Iam sol recedit igneus; ma tra qualche ora gli stessi domenicani miei amici canteranno, a Prima: Iam lucis orto sidere e così sarà tutti i giorni. </span>
La riforma di Bugnini è un "vulnus" nella Chiesa attuale, una sorta di "peccato originale" che inficia ed ottenebra tutta la dimensione del culto e anche della fede...... non ci sarà niente da fare finchè non si riconoscerà ufficialmente il male immenso che è stato fatto e non si cercherà di porvi rimedio con tempo e determinazione.
RispondiEliminaAncora oggi nei paesi dell'Est usciti dal comunismo si osservano le conseguenze velenose di quella rivoluzione satanica che fu il comunismo.
Il "Summorum Pontificum" è stato un primo coraggioso passo, ma bisogna avere il coraggio di aprire gli armadi che nascondono tanti scheletri e fare veramente pulizia.
Anche se venisse un angelo dal cielo a dirmi che la riforma di Paolo VI è buona, non è possibile credere, la mia coscienza si sentirebbe violentata come mi sento violentato da quelli che dicono che il divorzio e l'aborto sono "diritti civili"......
don Bernardo
Solo la Madonna Immacolata potrà risolvere questo pasticcio.....
<span>...la riforma liturgica fu l'opera di una ristrettissima minoranza, agguerrita e organizzata, sulle spalle dell'ecumene cristiana</span><span>. La storia è mossa dalle minoranze: in questo, il marxismo-leninismo ha visto giusto.</span>
RispondiEliminaI comunisti sono abituati a fare le cose in questo modo; non rassegnandosi al fatto che nemmeno la maggioranza dà ragione a loro, ma bramando di comandare, agiscono da dittatori spacciandosi da democratici. Ecco perché la "Chiesa parlamentare" del post Concilio è in realtà molto più totalitaria di quella pre-Concilio.
Il risultato?
RispondiEliminaPrima si andava alla Santa Messa tristi per i peccati commessi.
Ora si va alla Messa felici perché tanto i peccati verranno perdonati ......
Ciò che mi sconvolge è l'ignoranza di mons. Bugnini che mette mano al cuore della liturgia, la consacrazione, con le seguenti motivazioni: (“La Riforma Liturgica” C.L.V. Ed. Liturgiche, 1997, pp.447-448)
RispondiElimina«Questi cambiamenti sono dovuti essenzialmente a ragioni di completezza e di chiarezza pastorale. La cosa si spiegava così:
1° nella Scrittura non vi è un’unica formula, ma ve ne sono quattro….
2° Nella liturgia bisogna dunque o scegliere uno di questi testi a preferenza degli altri, o fare delle formule composte. …. (e chi l’ha detto? Forse che l’eucarestia non è stata celebrata prima della redazione dei Vangeli?)
3° La formula del canone romano per la consacrazione del pane (Hoc est corpus meum), accettata anche dal canone ambrosiano del giovedì santo:… È per se stessa notevolmente incompleta dal punto di vista della teologia della messa. (!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!)
4° L’aggiunta “Mysterium fidei” nella formula del canone romano per la consacrazione del vino: non è biblica, si trova solo nel canone romano, è di origine e di significato incerti…. (!!!!!!!)»
Capito il Nostro liturgo per eccellenza quale finezza aveva nei confronti del canone romano. Egli, Bugnini, è il vero metro di discernimento della vera liturgia, altro che il Canone di Roma, egli sedet super Canonem. Che tristezza di riforma ci siamo dovuti sorbire.
Cari amici,
RispondiEliminastate parlando del passato, del quale ormai siamo tutti più o meno consapevoli.
OGGI, al Sinodo per il Medio Oriente si sta consumando un tentativo amcor più grave di quanto perpetrato da Bugnini.
Non sarebbe il caso di approfondire su questo ora che forse siamo ancora in tempo?
Il thread precedente, ricco di informazioni e di link, è stato soffocato da spam di ogni tipo da parte di chi trova evidentemente scomodo questo discorso. Non lasciamoci ingannare anche noi.
La vostra (e nostra) responsabilità è grande, soprattutto perché questo blog è molto seguito in molti contesti...
state parlando degli agguerriti e organizzati del passato e ingorando gli agguerriti e organizzati di OGGI!!!!
RispondiEliminaConosco le tue riflessioni Caterina sulle conclusioni degli altri sinodi. Avrei qualche osservazione sulla Esortazione Sinodale Sacramentum Caritatis per molti punti stupenda, e osservo anche che, se le altre conclusioni sinodali non sono ancora decollate, le prassi anomale vanno avanti a più non posso...
Per il resto, è meglio non chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati...
Scrive in questo ottimo post l'altrettanto ottimo Enrico: "...la superbia è il peccato più inviso a Dio e gradito al demonio.", "Questo Ciupaciup filippino si spinge talmente nell'agiografia di sant'Annibale da oltrepassare ogni soglia del ridicolo...". Sappiamo dal Catechismo che la virtù opposta al vizio della superbia è l'umiltà. Nicolas Gomez Davila, invito quanti non lo conoscono a farlo il più presto possibile, sosteneva che l'umiltà, quand'anche non ci salvasse dall'inferno, ci salva almeno dal ridicolo. Vorrei capire perchè quando si critica pesantemente Benedetto XVI, il Papa che ci ha fatto uscire dalle catacombe, per la sua mitezza d'animo nel guidare la barca di Pietroi, per la scelta di questo o quel Vescovo, o quando si formulano giudizi al limite della bestemmia riguardo il processo di beatificazione del Suo predecessore, la superbia e il ridicolo diventano improvvisamente sano e doveroso diritto di critica.
RispondiElimina<span>Forse che l’eucarestia non è stata celebrata prima della redazione dei Vangeli?</span>
RispondiEliminaDa mandare a memoria: di una logica talmente banale da non essere pensata!
Invito tutti a leggere l'articolo linkato da Mic di Colafemmina...fa impressione!!
RispondiEliminaE' ufficiale la nomina di Palombella alla sistina.
RispondiEliminaMi viene da piangere e da vomitare nel contempo.
Donde la notizia? Immagino lo stato d'animo di Liberto...già lui non un granché, ma sostituito da una fetecchia...
RispondiEliminahttp://www.oecumene.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=430951
RispondiEliminaRequiem aeterna...
La nascita di questa riforma resterà pure una vergogna nella storia della Chiesa.
RispondiElimina"Io sono la riforma liturgica", disse Bugnini...
RispondiElimina"Io sono il Senato", disse il senatore Palpatine, alias, Darth Sidious...
Buon Enrico, nel 1967 la grande maggioranza dei vescovi e dei sacerdoti cattolici era contraria alla messa nuova, in quanto rivoluzionaria e simil-protestante, appartenente ad un'altra e diversa religione. Ma quarant'anni dopo, grazie al lavaggio del cervello perpetrato poprio dalla messa nuova nei cuori dei cattolici, la situazione si è totalmente ribaltata e oggi quasi più nessun vescovo e sacerdote rinuncerebbe alla comoda messa di Bugnini per tornare indietro. Il progetto demoniaco e satanico di cambiare la religione cattolica in qualcos'altro si è ormai silenziosamente compiuto e siamo diventati protestanti senza manco essercene accorti. E' troppo tardi, ormai, per recuperare ciò che andato perduto. I buoi sono usciti dalla stalla e non basterà un semplice motu proprio per modificare sostanzialmente le cose. Il bilancio del Summorum Pontificum, a distanza di tre anni, può ritenersi fallimentare: qualche Messa tradizionale in più rispetto a prima non ha cambiato assolutamente nulla. Per il 99 per cento dei sacerdoti e dei vescovi cattolici niente è cambiato rispetto a prima e la messa di Bugnini continua a regnare sovrana e inconstrastata nel 99,9 per cento delle chiese. Anzi, dopo un iniziale entusiasmo da parte dei tradizionalisti prima oppressi, la situazione si è ormai stabilizzata e non dobbiamo più aspettarci balzi clamorosi in avanti: il numero delle Messe antiche resterà più o meno stabile, purtroppo. Se a ciò aggiungiamo le deludentissime nomine episcopali che Benedetto XVI dispone (vedi quel pover'uomo di Nosiglia a Torino), già si può prevedere che neanche i nuovi cardinali residenziali promuoveranno mai la Messa tradizionale, anzi, la ostacoleranno. E, dopo Benedetto XVI, chi raccoglierà la sua eredità? Quale Papa avremo? Betori, Nosiglia, Romeo, Ravasi, Rylko, Marx? Cari amici della tradizione, l'illusione della rinascita cattolica può dirsi già definitivamente esaurita. Prepariamoci ad una nuova riforma luterana dentro la Chiesa, ad un concilio vaticano III, ad un papa Paolo VII, o Giovanni XXIV, o Giovanni Paolo III. Vogliamo scommettere che il prossimo pontefice prenderà uno di questi tre nomi? Potrei giurarlo! Vedrete se avrò avuto ragione! Quanto a Palombella, non fasciamoci la testa: le cose non muteranno sostanzialmente rispetto ad ora e non sarebbero cambiate di molto neanche se, al suo posto, fosse stato nominato un maestro eccelso della scuola romana. La situazione generale della Chiesa è mediocre, se non pessima, e papa Benedetto dimostra di adagiarsi comodamente sullo status quo.
RispondiElimina..........intanto la presa in giro continua.......................
RispondiEliminainfatti sembra temporeggiare, seguendo i soliti orientamenti filoCVII-edintorni, dopo aver dato gli eccellenti segnali di "fine ricreazione" col MP e revoca della scomunica alla FSSPX.....
RispondiElimina....forse pensa che il suo successore dovrà prendere le iniziative eclatanti di un deciso e drastico cambiamento di rotta, quale ormai sotto questo pontificato non è più realistico attendersi....
*DONT_KNOW*
Trovo queste considerazioni glaciali, anche se le condivido in parte. Mi viene solo da dire: "che tutti gli uomini di buona volontà facciano la loro parte".
RispondiEliminaI ragionamenti di Francesco B. sono certamente condivisibili. Vorrei esporre altre considerazioni per completare il quadro.
RispondiEliminaSe non si corre veramente ai ripari la crisi della Chiesa continuerà certamente e così il processo di autodistruzione con derive sempre più modernistiche, protestantiche. Assisteremo al processo che già si è visto per la Chiesa Anglicana che ora sta ai minimi storici e ammette nel suo seno Vescovesse magari lesbiche..... naturalmente i buoni prima o poi si distaccheranno da questa falsa Chiesa modernista e si rafforzeranno sempre più le comunità tradizionali la San Pio X, ma anche la San Pietro e cresceranno i preti tradizionalisti e gli ordini tradizionalisti (Francescani dell'Immacolata) e allora i modernisti rimarranno a comandare una nave senza marinai che imploderà su se stessa come un castello di carta...... Comunque solo dei santi possono avere la preveggenza per capire bene il futuro. Ad ogni modo non ci si può prendere gioco di Dio e alla fine dopo un severo castigo della falsa Chiesa modernista il Cuore Immacolato di Maria trionferà. Quindi bisogna rimanere ottimisti.
don Bernardo
<span>Dalla lettura dell'articolo riportato nel blog del dott. Colafemmina, appare ovvio che il Sinodo stia presentando il lineamento teorico d' una cura davvero radicale: quella di risolvere i vari problemi dati dalla coesistenza delle Chiese orientali con la maggioranza miscredente dei Paesi ove si trovano ad operare, inducendole praticamente ad autodissolversi, nel giro di pochissime generazioni; evidentemente la "medicina della misericordia" opera anche per via eutanasica ... più semplice di così ...</span>
RispondiEliminaLa Nave della Chiesa non affonderà - è di Fede - ma non sappiamo quanti saranno, alla fine, i cattolici rimasti a bordo... Il problema è che i neomodernisti della nuova teologia hanno preso il potere nella Chiesa, e ne occupano saldamente tutte le posizioni strategiche. Papa Ratzinger stesso è un membro della 'nuova teologia' condannata da Pio XII: perché meravigliarsi di quello che succede? Il loro progetto è quello del vecchio Teilhard de Chardin, il gesuita panteista ed apostata che - attraverso il suo amico e discepolo Henri de Lubac S.J. - è alla base delle 'novità' del Siuperconcilio. Il suo programma mondialista (quello della cosiddetta 'civiltà dell'amore', per intenderci) è anche quello dell'attuale Gerarchia ecclesiastica. Solo che, nella fase attuale, stanno cercando di 'recuperare' i tradizionalisti, specie la FSSPX, per tentare di 'integrarli' nel loro grande progetto megaecumenico, dando loro qualche contentino: ma solo in materia liturgica, si badi, perché il resto (liberalismo, ecumenismo, collegialità distruttrice del Papato) non si tocca... Lo vediamo continuamente sotto i nostri occhi: "sana e positiva laicità dello Stato", preghiera nelle moschee, sinagoghe e templi luterani, strette di mano alle pretese annglicane, chierichette e 'chiericone' e - dulcis in fundo - il dilagare dei famigerati 'nuovi movimenti ecclesiali', tra i quali quello neocat, al quale si vogliono ora dare in pasto anche i poveri cattolici orientali.
RispondiEliminaStiamo in guardia. Sancta Maria, auxilium christianorum, ora pro nobis.
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RispondiEliminaLa Nave della Chiesa non affonderà - è di Fede - ma non sappiamo quanti saranno, alla fine, i cattolici rimasti a bordo... Il problema è che i neomodernisti della nuova teologia hanno preso il potere nella Chiesa, e ne occupano saldamente tutte le posizioni strategiche. Papa Ratzinger stesso è un membro della 'nuova teologia' condannata da Pio XII: perché meravigliarsi di quello che succede? Il loro progetto è quello del vecchio Teilhard de Chardin, il gesuita panteista ed apostata che - attraverso il suo amico e discepolo Henri de Lubac S.J. - è alla base delle 'novità' del Siuperconcilio. Il suo programma mondialista (quello della cosiddetta 'civiltà dell'amore', per intenderci) è anche quello dell'attuale Gerarchia ecclesiastica. Solo che, nella fase attuale, stanno cercando di 'recuperare' i tradizionalisti, specie la FSSPX, per tentare di integrarli nel loro grande progetto megaecumenico, dando loro qualche contentino: ma solo in materia liturgica, si badi, perché il resto (liberalismo, ecumenismo, collegialità distruttrice del Papato) non si tocca... Lo vediamo continuamente sotto i nostri occhi: "sana e positiva laicità dello Stato", preghiera nelle moschee, sinagoghe e templi luterani, strette di mano alle pretesse anglicane, chierichette e 'chiericone' all'altare, e - dulcis in fundo - il dilagare dei famigerati 'nuovi movimenti ecclesiali', tra i quali quello neocat, al quale si vogliono ora dare in pasto anche i poveri cattolici orientali.
Stiamo in guardia. Sancta Maria, auxilium christianorum, ora pro nobis.
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Bello il libro di p. Santolaria. Parte come raccolta di aneddoti sui papi, ma tira anche delle belle botte ai modernisti.
RispondiEliminaEsemplare è la narrazione della storia di padre Alighiero Tondi (nota 19, p. 258): tra il suo racconto della vicenda e quello che ne fa Zenit ( http://www.zenit.org/article-2780?l=italian ) c'è una bella differenza.
Il meravigliato Santolaria espone la sconcertante vicenda di un gesuita comunista, apostata e traditore che viene inopinatamente riammesso con tutti gli onori nel seno di Santa Madre Chiesa; l'irenico sito di notizie la tratta come un edificante episodio di conversione.
Un confronto istruttivo. Quasi quasi lo segnalo alla Redazione.
non ci sono solo i cardinali c'è anche il Signore
RispondiEliminaMi oare che Amicus abbia ben sinetizzato la situazione attuale.
RispondiEliminaQuanto a Mons. Bugnini occorre sempre pregare anche per la sua anima.
La Messa di sempre e' collegata indissolubilmente alla figura di un Santo. Potro' ovviamento sbagliarmi, ma per ora non vedo tracce santita' attorno al NO. L'allontanamento di Mons. Bugnini da Roma mi sembra ben inserirsi nel modus operandi della nota setta piutttosto che esserne una (apparente) deviazione da quei piani.
Ad oggi non ho mai sentito di cristiani in stato di grave necessita' abbiano invocato l'intercessione di Mons. Bugnini.
Gia' in tempi non sospetti e pre-conciliari la Beata Vergine aveva attirato l'attenzione sui gravi peccati dei sacerdoti e l'attacco alla Sacra Cappella era cominciato ben prima del 1962. Anche i c.d. "tradizionalisti" non possono considerarsi immuni da colpe e giudicare dall'alto. Quando era il tempo non si e' forse capito per tempo il pericolo, pregato e digiunato a sufficienza.
Non disperiamo pero' dlla misericordia e dell'aiuto di Nostro Signore.
FdS
<span>Anche i c.d. "tradizionalisti" non possono considerarsi immuni da colpe e giudicare dall'alto. Quando era il tempo non si e' forse capito per tempo il pericolo, pregato e digiunato a sufficienza.</span>
RispondiElimina<span>
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<span>Sono d'accordo.</span>
<span>Proprio per questo sarebbe bene oggi non rietere lo stesso errore.</span>
<span>Avvertiva ieri Mic:</span>
<span>state parlando del passato, del quale ormai siamo tutti più o meno consapevoli.
OGGI, al Sinodo per il Medio Oriente si sta consumando un tentativo amcor più grave di quanto perpetrato da Bugnini.
Non sarebbe il caso di approfondire su questo ora che forse siamo ancora in tempo? </span>
Credo che tutto quello che si farà ADESSO, anche se poco, varrà molto di più delle interminabili lamentele che poi, a cose fatte, non otterrebbero nulla se non ipocriti richiami all'ubbidienza.
Il paragone con i comunisti è eccellente. Siete ugualmente miopi, ugualmente ideologici, ugualmente velleitari.
RispondiEliminaFinirete come loro.
W il Concilio Vaticano II e la Riforma Liturgica!!!!! Benediciamo Dio per il dono della Sacrosanctum Concilium!
RispondiElimina"La Costituzione sulla liturgia rende evidente il passaggio dello Spirito Santo sulla Sua Chiesa in questo tempo benedetto del Concilio":
RispondiElimina<span>C. VAGAGGINI, «Prospettive della Costituzione sulla Liturgia», Vita Monastica 17 (1963) 160.</span>
A don gianluigi - hai ragione sulla riforma liturgica di Bugnini, ma il dramma sta' nel fatto che dal 1963 in poi fino ad oggi, milioni di persone a causa di quel dramma stesso sono diventate come Bugnini, stanno cercando di distruggere la Chiesa Cattolica di rito antico e solo il Papa si sta' muovendo con tanti bastoni tra le ruote. Purtroppo siamo in pochi a gridare al lupo e molti a combatterci.
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