Quando chiedeva un diplomatico, mi pare statunitense, quando diceva: bisogna tenere in considerazione il S. Padre. Questo S. Padre, quante divisioni corazzate ha? Qui ha detto qualche cosa profondamente vera e il Vaticano che aveva una politica molto realistica, ispirata alla morale cattolica, due cose che non si contraddicono poi in fondo e il Vaticano l’ha sempre saputo.( Sembra che sia divenuto un po’ smemorato in questi ultimi tempi.) Allora sembra che questo dialogo si sia aperto con le potenze dell’est, un dialogo, vedete carissime, che non può aver luogo in maniera onesta. Si parla tanto del metodo del dialogo, certamente parlarsi è sempre una bella cosa tra esseri umani.
Però nel dialogo c’è una condizione sine qua non, una condizione morale, che condiziona la moralità del dialogo, perché è sbagliato pensare che il dialogo sia un valore morale assoluto, cioè che sia intrinsecamente buono perché è dialogo, no ci sono altre condizioni che lo rendono buono o cattivo. La condizione fondamentale è quella che entrambe le parti umilmente sottostiano alla verità e allora si può dialogare e si deve anche dialogare. Ma care sorelle, non lo dico solo per esperienza propria, ma un poco ne avrete fatta esperienza anche voi, questo desiderio della verità in questi signori dell’est, in questi potenti nei paesi ove regna satana, questo desiderio della verità non c’è affatto e il Vaticano lo sa bene.
Quindi vedete come ogni apertura, ogni dialogo con questi signori è assolutamente deleterio. Diceva uno di questi politicanti tedeschi, un certo Willy Brand che tutti conoscete che apriva questa ostopolitik tedesco-occidentale, diceva: quando ci si parla, non ci si spara. Può essere anche vero, eppure generalmente dopo essersi parlato, qualche volta le sparatorie succedono, anche notevoli, voi sapete bene i cedimenti delle potenze occidentali davanti a Hitler, conferenza di Monaco, chi ha memoria storica lo sa bene, dopo la quale è successa la seconda guerra mondiale, quindi capite si può dialogare e ci si può poi sparare, non si è garantiti nella pace per il fatto stesso che si dialoga, anzi un certo dialogo mal compreso può produrre una certa aggressività. Soprattutto questo politico, bisogna dire poco attendibile, ha dimenticato una cosa, che non si guerreggia solo con i proiettili, si guerreggia anche con una sottile, astuta propaganda psicologica, con la quinta colonna che questi signori dell’est, grazie proprio a questi equivoci della detta ost-politik, hanno ottenuto dalle potenze occidentali una certa credibilità che l’occidente non dovrebbe mai accordare a loro. In questo senso la guerra fredda è un imperativo di onestà, è un paradosso sapete, se si guerreggia freddamente non si guerreggia caldamente, questo è il punto, capite. Contrariamente a quello che asseriva questo Brand, l'esperienza storica insegna anzi che la guerra fredda è la massima garanzia della pace sul piano della guerra calda. Questo per fortuna sembra che lo Spirito Santo abbia voluto illuminare i potenti dell’occidente, nella persona soprattutto del presidente degli Stati Uniti, sia pure sia diciamo così di spirito alquanto democraticistico per il resto, laicistico, tuttavia lui assume quei toni che sono da assumere nel così detto dialogo con l’est
Non vogliamo ricordare tutte quelle inopportune prese di posizione che ci sono state, soprattutto in Ungheria, tanto per citare solo un caso emblematico, pensate alla figura stupenda del cardinale Mindszenty, il quale da buon cattolico, da buon vescovo pastore del suo gregge si rifaceva proprio alla struttura dell’Ungheria cattolica e monarchica, cioè sapeva che l’arcivescovo di ………, cioè il primate di questo regno, era anche il consigliere del re e quindi sia pure purtroppo il re ovviamente non c'era, tuttavia lui sapeva di dover essere l’istanza morale di quel paese e lo era, anche nell'esilio, in quel ristrettissimo esilio dell’ambasciata americana. È rimasto sempre per tutti i buoni ungheresi il punto di riferimento morale assoluto. Il Vaticano, carissime bisogna dirlo con molta onestà, il Vaticano sostituendolo con un altro presule, ebbene con questa sostituzione ha perso purtroppo credibilità morale presso i buoni cattolici di quel paese. È una cosa assolutamente pacifica, dalle nostre parti la gente non è sciocca, ha una sensibilità nel distinguere fra il clero rimasto fedele alla sede apostolica ed il clero nazionale, cioè il clero separatista, scismatico, le chiese nazionali, che naturalmente i padroni comunisti vogliono imporre alla chiesa per staccarla da Roma. Perché si facevano processi motivati dallo spionaggio a favore del Vaticano? Un vescovo fedele a Roma è spia del Vaticano, per forza, perché loro vogliono ottenere la separazione dell’episcopato del clero locale dalla santa sede. Per fortuna non ci sono riusciti in pieno e proprio recentemente il S. Padre vietando ai sacerdoti di partecipare alla lotta partitica, politica ha causato una massiccia uscita di questi preti per la pace, pacem in terris, si chiamano dalle nostre parti, ha causato una massiccia uscita di questi sacerdoti compromessi con il regime. Vedete come il S. Padre prende delle posizioni chiaramente contrarie contro questi movimenti di compromesso con il regime. Purtroppo questa sostituzione del cardinale Mindszenty è stata inopportuna perché il popolo semplice, credente, non vuole dei preti e dei vescovi compromessi con il regime. Vedete ad un certo punto come diceva S. Pio X, quel sant’uomo veramente, in una parrocchia è meglio che i fedeli preghino il S. Rosario piuttosto che avere in quella parrocchia la Messa con dei preti perversi ed è giustissimo, questa dovrebbe essere la politica della santa Chiesa anche al giorno di oggi. In Giappone il cristianesimo si è mantenuto anche senza gerarchia, senza sacerdoti, pregando il rosario. Quindi è possibile, ma è meglio non aver la gerarchia piuttosto che averla come abbiamo detto adesso. Pensate, non bisogna parlar male dei principi del nostro popolo, ma pensate al successore del cardinale Mindszenty, pensate all’arcivescovo della metropoli della Moravia, che sono uomini compromessi con il regime, una cosa veramente molto triste. Questo per la ostopolitik.
Adesso vediamo l’ecumenismo, il concilio dice così: unitatis redintegratio, proprio quel documento che conoscete sull’ecumenismo, vedete quanti gioielli di tradizione ci sono in questi documenti, disattesi evidentemente da questi modernisti, dice unitatio et integratio: per solam enim catholicam Cristi ecclesiam quae generale auxilium salutis est omnis salutarium mediorum plenitudo attingi potest.
E’ una rugiada per ogni buona anima cattolica, capite. Lo traduco: per la sola chiesa cattolica di Cristo, che è l’aiuto universale per la salvezza, si può avere la pienezza di tutti i mezzi salvifici, ossia non c’è pienezza dei mezzi salvifici se non nell’unica chiesa di Cristo che è la chiesa cattolica, non divisa, care sorelle, non divisa: nell’unica chiesa di Cristo, che è la chiesa cattolica: il concilio lo dice chiaramente. Dice in altro luogo, questo è molto filosofico e mi piace molto, dice che la pienezza dei doni salvifici subsistit sussiste nella chiesa cattolica, proprio nella chiesa cattolica romana, capite bene, subsistit.
Ora sapete la filosofia della partecipazione, alla quale si è molto dedicato recentemente il pensatore italiano Cornelio Fabro interpretando anche S. Tommaso e l’analogia della partecipazione, ebbene S. Tommaso distingue fra ciò che è per se, per essenza e ciò che è per accidens, ciò che è per essenza sussiste per se stesso. Per esempio Dio è essere per essenza, quindi si dice: Deus per se esse, per se subsistit, perché in Dio l’essere sussiste in sé. Ogni altra creatura riceve l’essere per accidens, lo riceve in maniera accidentale. Così il vero ecumenismo è quello che dice: solo nella chiesa cattolica si ha la chiesa essenzialmente, nella sussistenza, in tutte le altre denominazioni cristiane o non, non si può dire chiese, care sorelle, state attente anche nel linguaggio, dunque nelle altre denominazioni ecclesiastiche più o meno, c’è solo una partecipazione di qualche cosa di comune. Per esempio i protestanti hanno la scrittura, certo, ma l’hanno non per sé, l’hanno per partecipazione, gli ortodossi hanno la sacra liturgia, l’hanno per se solo se sono ancora in comunione di fede con Roma. Dove non lo sono, l’hanno solo per partecipazione. Va bene questo discorso? Quindi là dove c’è una disunione con Roma, là c’è solo la partecipazione, non c’è più la sussistenza di chiesa. Questa è la dottrina autentica del concilio. Che cosa è successo? E’ successo che ci si ispira ai fratelli separati, si ha un complesso di inferiorità, noi cattolici poverini non abbiamo la scrittura, l’hanno solo i protestanti, l’ha Cullman, Maxwell…e tanti altri interpreti assai inattendibili della Scrittura. Poi gli ortodossi, solo loro hanno la liturgia, (per dire la verità dopo certi sconquassi liturgici viene da sospettare che sia così). Comunque quello che poi è successo è che non ci si è ispirati per la liturgia all’oriente e negli studi biblici e delle lingue antiche ai protestanti, ma al contrario abbiamo assunto la liturgia un pochino ispirata al protestantesimo e gli studi biblici ispirati all’oriente ove praticamente non vengono svolti. Un ecumenismo un poco strano anche questo, invece di imparare eventuali virtù dai fratelli separati, abbiamo imparato piuttosto i difetti e i limiti.
Che cosa succede al giorno di oggi? Si parla di una Chiesa cattolica? Proprio recentemente un confratello è venuto da me sconcertato, povero figliolo, mi diceva: guardi questo manuale sull’ecumenismo, per fortuna mi sono scordato chi l’avesse scritto, ma era un neomodernista senz’altro, viene da me e dice: guardi padre che cosa c’è scritto, io non credevo ai miei occhi, qui si dice che la chiesa cattolica, come tutte le altre chiese, deve convertirsi a Cristo. Ma io nel mio catechismo ho imparato che la Santa Chiesa, la sposa di Cristo, è già ben convertita al suo Signore e non ha affatto bisogno di convertirsi ulteriormente, vedete qui c’è un grossolano equivoco. Certo convertirci a Cristo noi uomini di chiesa, questo sempre, siamo strutturalmente peccatori, lo sappiamo, bisogna battere il nostro petto, ma non quello della santa romana chiesa, noi ci riconosciamo bisognosi di conversione, ma la chiesa, quando ha la fede, è già nella pienezza della fede in Cristo, quindi niente conversione, non è la chiesa cattolica che si converte a Cristo assieme agli altri, sono gli altri che si convertono alla chiesa cattolica quindi a Cristo. Va bene, care sorelle? Infine a tutto questo soggiace l’equivoco della carità priva della verità. Proprio S. Pio X insisteva su questo: non c’è carità, senza la verità.
Adesso c’è tutto questo spontaneismo: amiamoci a vicenda, comprendiamoci a vicenda. Molto giusto, però bisogna instaurare questa amicizia della carità sul piano della verità. Gesù stesso ce lo dice, vedete nel vangelo queste stupende parole del Salvatore, vangelo di S. Giovanni: non vi chiamo più servi, vi ho chiamato amici, perché? Perché vi ho rivelato il mistero del Padre mio. Vedete come la carità è tutta fondata sulla verità della fede. È lo stesso Salvatore che ce lo dice e quindi non è possibile dire: noi dobbiamo accettarci a vicenda anche se non la pensiamo allo stesso modo. Certo si potrebbe dire come S. Tommaso in maniera molto profonda, che talvolta ci può essere una certa discrepanza di opinioni, ma nonostante ciò ci può essere una certa amicizia affettiva. Questo è giusto, l’unico vero ecumenismo è quello di una signorilità, di un certo stile nei rapporti con le denominazioni separate. Bisogna avere una certa benevolenza nel trattare con loro, questo si, non è il caso proprio di ingenerare polemiche veramente mortificanti anche da parte cattolica, improperi, contumelie ed altre cose del genere, questo cerchiamo di sbarazzarcene più che possiamo, questo ecumenismo delle buone maniere lo accetto molto volentieri, ma è l’unico ecumenismo attendibile. Non vale il discorso che dobbiamo badare a quello che ci è comune e non badare a ciò che ci divide, perché quello che ci divide non è irrilevante rispetto alla prassi. Quindi non è possibile essere in pace là dove gli uni dicono per esempio che la Madonna deve essere onorata e gli altri dicono che onorare la Madonna è superstizione. Non si può essere d’accordo proprio sul piano operativo, ciò non toglie che nel senso tomistico di questa concordia di buone maniere che ci debba essere questo stile dignitoso nel trattare con i fratelli separati, là dove non si imponga la polemica, perché può succedere che la polemica sia proprio doverosa.
(continua...)
<span><span>"Ma care sorelle,......</span>
RispondiElimina<span>questo desiderio della verità in questi signori dell’est, in questi potenti nei paesi <span>ove regna satana,</span>questo desiderio della verità non c’è affatto <span>e il Vaticano lo sa bene.</span></span> "
--------------------
* ....nei paesi <span>ove regna satana,</span>
* questo desiderio della verità non c’è affatto <span>e il Vaticano lo sa bene.</span></span>
<span>"Non vale il discorso che dobbiamo badare a quello che ci è comune e non badare a ciò che ci divide, perché quello che ci divide non è irrilevante rispetto alla prassi"</span>
RispondiElimina--------------------------------
*<span>quello che ci divide <span>non è irrilevante </span>rispetto alla prassi.</span>
<span>*bisogna instaurare questa amicizia della carità sul piano della verità.</span>
RispondiElimina<span>"Dice in altro luogo, questo è molto filosofico e mi piace molto, dice che la pienezza dei doni salvifici <span>subsistit</span> sussiste nella chiesa cattolica, proprio nella chiesa cattolica romana, <span>capite bene, </span><span><span>subsistit</span></span><span>."</span></span>
RispondiElimina1- che significa "<span>molto filosofico</span>" ?
2- che significa "<span>la pienezza dei doni salvifici <span>subsistit</span>....nella chiesa cattolica romana,<span> capite bene, </span><span><span>subsistit</span></span><span>." ?</span></span>
(....non ho capito nè "bene" nè male....)
:( s.o.s. !
<span>"....l’unico vero ecumenismo è quello di una signorilità, di un certo stile nei rapporti con le denominazioni separate."</span>
RispondiElimina<span><span> :( ?</span></span>
<span><span>ma non ci avevano detto che l'ecumenismo significa favorire "il ritorno delle Chiese separate alla Chiesa di Roma" ? (forse qui p. Tyn vuole dire "l'unico dialogo" possibile?....)</span></span>
<span><span>
</span></span>
Il primate d'Ungheria è l'arcivescovo di Esztergom.
RispondiElimina<p><span>Lungi da me fare il dotto, ma proseguo nell’ascolto delle registrazioni di Padre Tomas cui accennavo ieri, il che è di grande giovamento alla cura della mia ignoranza. Mi sono reso conto (qualcuno dirà: solo adesso?) che solo Dio può dire: “Io sono” (ed infatti lo dice a Mosè e poi Gesù stesso lo dice). </span><span>Nessun altro può dire “io sono”, perché possediamo solo un “essere partecipato”. </span>
RispondiElimina</p><p><span></span>
</p><p><span>Nel Dio Trinità coesistono onnipotenza, sapienza e fecondità, da cui sgorga la creazione. In Dio-amore l’esistenza coincide con l’essere e con l’agire: Dio è amore e perciò ama, perché questo è connaturale a ciò che è (Deus caritas est). </span><span></span>
</p><p><span>Dio, per Suo unico volere, ha voluto rivelarsi attraverso i patriarchi, la legge ed i profeti, ma -definitivamente- incarnandosi in Gesù, nostro Signore ed unico Redentore, crocifisso, morto e risorto per amore nostro e per salvarci dalla perdizione.</span><span><span>I primi destinatari di questa rivelazione, raccolti attorno alla vera credente, Maria, la piena di grazia, che con il suo “fiat” ha permesso il compiersi nella creatura della volontà di Dio creatore, costituiscono la Chiesa. </span></span>
<span><span></span></span>
<span><span>Detto altrimenti, in questa tradizione-successione la Chiesa di Cristo “sussiste”, cioè si sostanzia, il che è molto di più che “essere”.<span> L'ignoranza abissale caratteristica del dialogo postconciliare (con la tara di un linguaggio intraecclesiale ormai reciso dai suoi fondamenti logici e dottrinali, come ho ascoltato spiegare da Padre Tyn) ha portato a considerare il "subsistit" come un minus rispetto a "est". </span></span></span>
<span></span>
<span>Per un sano teologare domenicano l'esistenza è altro dall’essenza ed altro ancora dall’agire da parte di quel che c’è. La sostanza si compone di essenza e di essere (o esistenza); dire che si “compone” equivale a dire che essenza ed esistenza sono separabili nelle creature (mentre esse sono inseparabili in Dio). L'</span><span>esistenza in atto è definita da Tommaso essere: essa è la realizzazione compiuta dell' essenza di una cosa; perciò, rispetto all' essere l'essenza è soltanto in potenza rispetto all' esistenza, mentre l'esistenza o essere è atto dell' essenza. Solo in Dio l'essenza fa tutt'uno con l' esistenza: egli esiste in virtù della sua stessa essenza, è ipsum esse subsistens. </span><span>In quanto esiste da sempre, è Dio che fa passare le altre cose all' atto, ossia le fa esistere. Diversamente da Dio le creature ricevono l' essere soltanto per partecipazione da Dio. </span>
<span></span>
<span>La Chiesa è creata da Cristo, ma essa è corpo di quel capo, cioè Suo medesimo corpo. Le è madre colei che è stata la madre del Redentore. E questa realtà è stata sancita da Cristo stesso, il venerdì santo, dalla croce.<span> Solo la Chiesa cattolica ha mantenuto, pur tra mille scivoloni, questa continuità. Siamo la coppia più bella del mondo e ci dispiace per gli altri... </span></span>
<span><span></span></span></p>
quello di prima ero io... 8-)
RispondiEliminaTutto vero, tutto buono e tutto santo quanto così soavemente (e non lo affermo con ironia) ci espone Padre Tym, ma, mi chiedo e vi chiedo: se, poi, la Chiesa non manifesta chiaramente nella sua prassi concreta di seguire questi essenziali principi, che ne sarà delle anime dei tanti fedeli meno acculturati, lasciati in balia delle devastanti ortoprassi neomodernistiche, non solo tollerate, ma addirittura promosse da tanti vescovi e sacerdoti? Si deve forse implicitamente intendere, secondo una visione cripto-protestante e gnostica, che le possibilità di salvezza siano offerte all'uomo, in misura direttamente proporzionale alla sua caratura intellettuale e culturale?
RispondiEliminaQuesti quesiti mi sono immediatamente sorti alla mente, nel considerare quanto studio presupponga un razionale intendimento delle sante parole di Padre Tym; quale sarà mai il destino spirituale di quella grande maggioranza che, anche incolpevolmente, non ha la ventura di poterle rettamente comprendere, atteso il fatto che dubito gravemente circa la positiva esistenza di una diffusa rete di pii sacerdoti e religiosi, disposti a spiegare ed indicare la retta essenza del cattolicesimo alla gran massa del popolo fedele ?
Signore, abbi pietà di me che sono un povero ignorante!
RispondiEliminaMio modestissimo parere:
RispondiEliminail problema postconciliare è soprattutto nella "confusione" che è notoriamente farina del sacco del "principe di questo mondo".
Infatti, come ben argomentava l'allora cardinal Ratzinger
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20000227_ratzinger-lumen-gentium_it.html
c'è chi ha malinteso le priorità, anteponendo la Chiesa a Dio.
E -nell'eclissi del divino- ha soprattutto guardato a come Dio viene annunciato e non ad annunciare l'amore di Dio.
Di fatto ciò è avvenuto in un ben preciso momento storico (la storia è fondamentale, perchè Dio si è incarnato nella storia di questo pianeta, seppur ce ne fossero altri di abitati) con certe "precomprensioni": per cui la nozione di "popolo di Dio" detta in chiave anni sessanta ha in sè delle tendenze sociologiche che poco hanno a che vedere con il popolo liberato dall'Egitto... Ed anzi di quella "liberazione" ha fatto un uso assai secolarizzante. Allo stesso modo si è fatto con il termine "comunione". E dentro questa confusione un po' ignorante si è equivocato sulla presunta "inferiorità" di un "subsistit" al posto di un "est". Tralascio i danni della liturgia creativa e le "esegesi interessate" con la scusa di "riappropriarsi della Scrittura".... E' stato un eccesso di entusiasmo oppure un progetto preciso di "qualcuno"? La forza di satana è quella di cavalcare le buone intenzioni, soprattutto se chi le ha finisce con il coltivarne la realizzazione tralasciando l'umiltà di dipendere totalmente da Dio...
Di fatto però questa confusione ha delegittimato la capacità di intervento "centrale", attenuatasi nello spirito, anche se non nella lettera, a motivo di democraticistiche riletture della collegialità, della comunione e del popolo... Invito a leggere il testo nel link. Perchè si capisce come mai sia diventato difficile porre freni. Ed infatti siamo davanti ad un disastro. Eppure la Chiesa è viva e dobbiamo proprio fidarci di Nostro Signore: malgrado i trucchi di satana ed i gonzi che ci cascano le porte degli inferi non prevarranno su una realtà, la Chiesa, che è divina almeno tanto quanto è popolata di uomini peccatori.
Cosi' parlava 25 anni or sono un membro del glorioso OP.
RispondiEliminaOggidi' il Vaticano sembra temere come la peste ogni possibile minaccia a qualsivoglia "dialogo".
FdS
<p>Per la REDAZIONE
RispondiElimina</p><p>Ho tradotto questi passaggi dell` intervista di monsignor Koch, pensando che potreste essere interessati
</p><p>"C`è un gran disagio perchè oggi esiste un conflitto fra due interpretazioni del Concilio Vaticano II. Un`interpretazione dice che la Tradizione finì con questo Concilio e che con questo Concilio cominciava una nuova era. Non piu legata al passato, alla Tradizione. La mia visione è che il Concilio è un grande evento nel fiume della Tradizione che vive. E perchè il Concilio Vaticano II è aperto verso il futuro e verso il passato.
</p><p>Penso che fosse questa la visione anche dei Padri conciliari. Oggi esiste una strumentalizzazione del Vaticano II ad opera dei propri pensieri di qualche teologo. E non sono sinceri nel presenstare il Concilio.Penso che molta gente parla del Concilio e domanda che il Papa ritorni al Concilio, ma le persone non lo conoscono.
</p><p>Principalmente la grande costituzione sulla Chiesa "Lumen Gentium" con i suoi otto capitoli. Le persone conoscono solo il tema del secondo capitolo: " La Chiesa e il popolo di Dio .Però il secondo capitolo non può esser capito senza il primo capitolo sul mistero della Chiesa . Per me , principlamente il quinto capitolo sulla vocazione alla santità è il tema fondamentale di questa Costituzione."
</p><p>Domanda: -Queste due visioni influenzano anche il comportamento nella liturgia? Come deve intendersi la Liturgia oggi ?
</p><p>"Tutto ciò che la gente dice di nuovo dopo il Concilio Vaticano II non era nella Costituzione sulla Liturgia. Ad esempio, celebrare l`Eucaristia di fronte ai fedeli non fu mai il tema della Tradizione. La Tradizione fu sempre quella di celebrare verso l`est, perchè quella è la visione della Resurrezione. Nella Basilica San Pietro si celebrava da molto tempo di fronte alle persone perchè quella era la direzione verso l`est. La seconda cosa è la lingua vernacolare. Il Concilio domandò che il latino restasse la lingua della Liturgia.
</p><p>Però tutte le cose molto profonde, fondamentali della Costituzione liturgica , non son conosciute da molti. Ad esempio, tutta la Liturgia e la Liturgia di Pasqua. La Pasqua del mistero, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo.Non si può celebrare la Pasqua senza sacrificio, e questo è il tema che concerne la teologia.
</p><p>Perchè anche la Costituzione sulla rivelazione non è affatto accolta nella Chiesa. Abbiamo ancora molto da fare per appropriarsi il Concilio."
</p><p>Gaudium Press / Anna Artymiak
</p><p><span>http://es.gaudiumpress.org/view/show/17642-para-mi-unidad-en-la-fe-es-unidad-en-el-cuerpo-de-cristo-monse-or-kurt-koch</span>
</p><p> </p>
Bene, bene, ma le petizioni di principio ora, al momento e nella crisi in cui siamo, non servono a niente se non si traducon in atti concreti: a) ufficiale interpretazione dei punti controversi del concilio e indicazione della "nota" in cui documenti e parti di esso vanno catalogati; b) sanzioni per coloro che stravolgono il senso dei documenti conciliari e perseguono l'idale di una "nuova" chiesa libera dalla zavorra della Chiesa di 2000 anni e per tutti i teologi non più cattolici; c) visto che s'è citata la liturgia, eliminazione degli abusi con immediate norme precise e severissime sanzioni per preti creativi e vescovi infingardi.
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