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martedì 11 maggio 2010

Che senso ha la guerra tra i cardinali Schoenborn e Sodano?

di Raffaele Iannuzzi

Il Card. Christoph Schönborn, Arcivescovo di Vienna e a capo della conferenza episcopale austriaca, è persona mite e intelligente. Capace di un’intelligenza plastica e spirituale, secondo il magistero della santa Teresa del Bambin Gesù, alla quale egli è devoto da sempre.
In ragione delle sue caratteristiche umane e spirituali, stupisce non poco il suo attacco diretto al Card. Sodano, colpevole, a suo dire, di sminuire i casi di pedofilia come “chiacchiericcio” e di non aver voluto indagare sugli abusi sessuali commessi dal Card. Groer. Il porporato austriaco non si è limitato a questo, ha rincarato la dose estendendo la critica a tutto campo: aperture sulle relaziono omosessuali stabili e revisione delle posizioni sull’esclusione dei divorziati risposati dalla comunione. Dunque, dal particolare al generale. E’ il metodo della dialettica “cattolica” progressista interna alla Chiesa dagli anni ’70. Una linea del tutto distante dalla formazione teologica, ecclesiale e spirituale dell’Arcivescovo di Vienna, il quale, peraltro, non ha umiliato il suo predecessore Groer, pur in così grave stato di peccato, ma, anzi, ha correttamente distinto tra il peccato e il peccatore. Un gesto di generosità e di misericordia, che qualifica il profilo dell’ex allievo di Ratzinger.
Cosa è accaduto, allora? Anzi, cosa sta accadendo, oggi?

Schönborn aveva già interpretato in maniera non rigidamente ecclesiale le rimostranze delle vittime della pedofilia nella Chiesa austriaca, facendosi “aiutare” in ciò dall’associazione, nata in Austria, Wir sind Kirche (Noi siamo Chiesa), di chiara origine progressista e fautrice vigorosa del “complesso antiromano”. Ossia del pregiudizio ideologico contro il Papato. Ma il Cardinale teologo era insieme al Card. Sodano quando i Cardinali manifestavano solidarietà piena al Papa. Perché non si è dissociato allora? E perché non ha scritto al Papa per chiedere un intervento particolare sulla Curia? E, ancora: perché mettere al centro delle sue accuse non soltanto Sodano, ma, per tramite suo, la figura di Giovanni Paolo II? Perché è evidente che enfatizzare lo zelo anti-pedofilia di oggi a fronte del lassismo di ieri non è senza significato in termini di valutazione storica ed ecclesiale: vuol dire gettare un’ombra sull’ultimo decennio del pontificato di Papa Wojtyla.
E’ infatti intervenuto stigmatizzando il comportamento dell’Arcivescovo austriaco il Card. José Maraiva Martins, Prefetto emerito per la Congregazione delle Cause dei Santi, intervistato sul sito http://www.pontifex.roma.it/. C’è in corso la causa di beatificazione di Giovanni Paolo II, non dimentichiamolo.
Ebbene, perché? Ora, al di là delle molte dietrologie che potremmo costruire in laboratorio, magari non banalmente, quel che interessa tematizzare è la cornice all’interno della quale accadono fatti fino a ieri considerati impossibili nella Chiesa. La riflessione si baserà su tre punti coinvolgenti il comportamento di certi uomini di Chiesa, nella dura temperie dello scandalo pedofilia.

Primo. La Chiesa ha 400.000 sacerdoti e soltanto una minima parte di essi si è macchiata di abusi sessuali su minori. Non è un fatto statistico che debba consolare, ma è un fatto testardo, che dovrebbe indurre ad mollare la presa sulla Chiesa. Infatti, la società cosiddetta “civile” e la scuola - ad ogni latitudine - documenta un ben più largo tasso di abusi sessuali su minori e adolescenti. In America, si usa dire che, nelle scuole, dopo aver scoperto casi di questo genere, si “sposta la spazzatura” da una scuola all’altra. Ma, nonostante ciò, Maureen Dowd insiste nel ritenere soltanto la Chiesa colpevole di questo grave crimine. Cito la Dowd come emblema di questo giornalismo militante anti-cattolico. La più caparbia e ottusamente anticattolica, in quanto cattolica nichilista o cattolica senza Dio, a seconda del punto di vista. In questo clima di anti-cattolicesimo – di origine demonica - i Vescovi e i Cardinali non devono offrire armi ad ogni piè sospinto ai nemici della Chiesa, mostrando, di fatto, come la pedofilia sia l’occasione per una resa dei conti nella Chiesa. Che vede come epicentro la Curia, bersagliata da più parti. Infine, così si porge il destro per alimentare la polemica dei lefebvriani contro Roma e l’unità cattolica attorno al Papato. Ci sono stati precedenti di critiche smodate e inaccettabili al Pontefice e Benedetto XVI è dovuto intervenire, amareggiato, con una missiva indirizzata ai suoi Vescovi. Ma gli attacchi alla Chiesa devono unire il corpo ecclesiale a partire dalla Gerarchia, non dividere.

Secondo. Chesterton - in un luminoso saggio sul cattolicesimo, recentemente tradotto per i tipi della Lindau: La Chiesa cattolica. Dove tutte le verità si danno appuntamento – osserva con il consueto acume: “Ho detto che nel XX secolo il cattolicesimo resta veramente ciò che era nel II, vale a dire la Religione Nuova. Anzi, proprio la sua antichità mantiene un elemento di novità”. E insiste sul tema: “La Chiesa Cattolica è l’unica cosa in grado di salvare l’uomo da una schiavitù degradante, quella di essere figlio del suo tempo. L’ho confrontata con le Religioni Nuove, ma è proprio qui che se ne differenzia: le Religioni Nuove sono per molti versi adatte alle nuove condizioni, ma solo a queste. Quando simili condizioni saranno cambiate, tra un secolo appena o anche meno, gli unici punti su cui esse insistono al momento non avranno quasi più senso. Se la fede ha tutta la freschezza di una religione nuova, possiede anche tutta la ricchezza di una religione antica, e soprattutto ne mantiene le riserve. A questo proposito, la sua antichità è di per sé un grande vantaggio, e particolarmente grande al fine di rinnovarsi e mantenersi giovani”. Il Cardinale austriaco attacca frontalmente la Curia, aprendo dossier universali, i soliti, tutti interni al capitolo sessuale e familiare, strettamente intrecciati, ma così facendo si fa forte di un vecchio e retrivo progressismo postconciliare, che non ha più il credito che i media gli attribuiscono, e dà il varo, così, ad una teologia vecchia – che si pretenderebbe “giovane” – e ciò proprio perché non antica. Vecchia o addirittura reazionaria. Reattiva nei confronti della Verità antica e, dunque, insuperata della Chiesa. Un vicolo cieco e Benedetto XVI, in risposta a questa congerie ideologica immanentistica, chiede al popolo credente di pregare soprattutto per i sacerdoti. Est modus in rebus. Una risposta religiosa ad attacchi sganciati dall’afflato di obbedienza al Papa e alla fede della Chiesa.

Terzo. Continuando così, il clima storico rischia di essere misinterpretato nelle sue linee di fuga positive. Che sono molte e di grande spessore umano, religioso e culturale. C’è un attacco concentrico rivolto contro la Chiesa. Ma la cristianità ha un raggio di diffusione e di apertura che trascendono di gran lunga le magagne della Chiesa – nei limiti sopra descritti – e dei preti. Sta rinascendo una primavera di nuove conversioni, frutto di esperienze spesso straordinarie, legate a incontri e reti di credenti con uomini e donne di ogni estrazione culturale e sociale. C’è una Chiesa viva che sta rinascendo nel mondo e il regime mediatico anticattolico non lo vede, sia perché non ha le lenti per farlo, sia perché ha deciso di demonizzare il Papa, la Gerarchia, i Vescovi e i preti, chiunque appartenga all’ordine ecclesiale. Rabbia e furore ideologico che apparentano questi gesti alle prodezze del diavolo, come padre Amorth ha sostenuto di recente. E, accanto a questa primavera di conversioni di Medjugorie e di carismi vari e affascinanti, c’è l’Islam in guerra, come sempre, contro la cristianità e l’Occidente intero. Chi parla di questo fenomeno persistente e devastante? La Chiesa, con Benedetto XVI, sta mettendo in qualche modo in discussione il dogma univoco dell’ “integrazione” degli immigrati di fede islamica e forse, tra qualche tempo, si riprenderà a riflettere sulla proposta del Card. Biffi, di favorire l’integrazione di immigrati provenienti da radici culturali e religiose a noi più affini. Tutti parlano male del cattolicesimo, ma nessuno, o quasi, osano aprire la bocca contro l’Islam fondamentalista e, più in generale, contro costumi barbari, quali la violenza tra le mura domestiche, da parte di fedeli islamici, con furori non inferiori a quelli dei fondamentalisti. Casi recenti documentano la presenza di questa piaga nella nostra società. Chi ne parla seriamente? Chi prende posizione su questa realtà? Ecco, enfatizzare oltre ogni misura accettabile la pedofilia nella Chiesa, al di là dei fatti e delle prove, conduce a questo singolare e pericoloso strabismo. Che, domani, quando la furia scandalistica si sarà inevitabilmente placata, tornerà ad essere quel che è sempre stato: il suicidio dell’Occidente. Attendiamo di leggere dichiarazioni di Schönborn in materia.

Fonte: L'Occidentale, 11 maggio 2010, via Papa Ratzinger blog

23 commenti:

  1. Anche le esternazioni del cardinale di Vienna sono i frutti avvelenati del vaticanoII. Ognuno  apre la bocca e spara a vanvera.Non c'è più disciplina ed il papa è ormai prigioniero di una cricca di lestofanti che mirano a distruggere quel poco che è rimasto dopo il concilio. Sono aperte le consultazioni per trovare il successore di Benedetto XVI (in area progressista) ma noi speriamo che il Signore ce lo conservi alungo ed in prospero stato

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  2. CARO RAFFAELE, SARO' SINTETICO.
    QUANTO HAI SCRITTO MI E' SEMBRATO CHIARO, ESPLICITO, MA SOPRETUTTO RISPECCHIA UN CLIMA DI VERITA' E DI SERIETA' CON CUI DOBBIAMO RIVEDERE LA SANTA CHIESA.
    GRAZIE.

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  3. Concordo con molto di quanto scritto da Jannuzzi. Personalmente credo che Schomborn sia stato costretto a "scoprirsi", rinunciando allo  stato di "dormienza" assunto dal clero anni 70 dopo l'elezione di GPII, dalla prospettata beatificazione congiunta o comunque ravvicinata fra PIO XII e GPII. Questo tipo di ricucitura, su cui BXVI ha avuto il consenso della maggor parte dei vescovi. non potrà che ridurre ad evento marginale nella storia della Chiesa la primavera postconciliare degli anni 70. Su ciò si innesta l'ermeneutica della continuità di BXVI col rischio reale di tornare alla consacrazione coram Deo. Ciò minerebbe alla base la dialettica assembleare della liturgia ordinaria ed è chiaro che per i sessantottini (già troppo stagionati) non c'e ormai più tempo da perdere...   prima si condannava il peccato ma non il peccatore. Ora il peccato, il peccatore e anche colui che non ha condannato il peccatore se si allinea al progetto forsennato di BXVI. Dov'era il cardinale di Vienna negli ultimi dieci anni? "Dormiva" a Linz o si godeva le mostre della sua Cattedrale?

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  4. Pignoleria elvetica...un errore "s`est glissé" nel titolo: Schönborn e non Schömborn ;)

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  5. Il Card. di Vienna Schonborn ha fatto un errore gravissimo nel criticare un confratello il Card. Sodano che in quel momento tra l'altro parlava come decano a nome di tutto il colleggio cardinalizio e di tutta la Chiesa.
    Questa storia della pedofilia ormai ci ha rotto le scatole (scusatemi per la crudezza), sta diventando un cavallo di troia con cui certi progressisti vorrebbero far entrare nella Chiesa vaticanosecondista altre castronerie come la comunione ai divorziati, il matrimonio dei preti, l'ordinazione delle donne, l'ammissione dell'omosessualità...... e cosi la chiesa cattolica farebbe la fine della anglicana......
    Secondo me Schonborn non solo ha offeso l'unità della Chiesa e Giovanni Paolo II, ma anche il Papa Benedetto XVI, facendo della faccenda della pedofilia qualcosa di superiore addirittura alla necessità di esprimere solidarietà e affetto al Papa che sta facendo il possibile per purificare la Chiesa.......
    Il modernismo è un serpente che per lungo tempo è covato nella Chiesa e ora cerca di mordere....ma anche ad esso la Madonna schiaccerà la testa e stritolerà questi sessantottini presuntuosi eretici e serpenti velenosi che vorrebbero dall'interno distruggere la Chiesa......
    don Bernardo

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  6. Nessuno mi leva dalla testa che la critica aspra del cardinal di Vienna agli ultimi dieci anni di pontificato di G.P. II (ma poteva anche anticipar di parecchio il termine a quo) sia un siluro al card, Ratzinger che aveva in qualche modo preso in mano le redini della Chiesa, sia pure in uno stato di libertà vigilata e combattuta.
    Ma se attacchi del genere tendessero soltanto a ritardar il processo di beatificazione di G.P. II, un risultato positivo almeno potrebbero raggiungerlo: no a canonizzazioni a furor di popolo e processo regolare senza fughe in avanti.
    Quanto alla fermata dell'Islam e all'appoggio del papa alle tesi di Biffi nutro molte perplessità.

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  7. Professore, in sincera amicizia ( che ci ha portato anche ad onesti, seppur poco simpatici, scambi di opinioni) non posso che condividere la sua riflessione. Alla quale aggiungo uno mia inviata alla redazione e che suona così.

    La vogliamo dire tutta?
    Il mondo dei mass media mette in relazione il leader direttamente con il popolo. Elimina cioè, de facto, le strutture intermedie che prima erano divulgatrici del messaggio.
    Questo ha comportato e comporta tutt'ora, un attacco frontale al leader ( nel marketing si chiama pubblicità comparativa) in quanto è Lui catalizzatore, testimone, coagulatore del popolo che lo segue.
    Le figure intermedie che erano prima al servizio del leader vedono così venire meno il loro ruolo ed il loro potere ( valga per i Partiti e per le diverse realtà curialie).
    Per riuscire a dimostrare la bontà delle proprie posizioni si deve diventare leader. Si deve cioè acquisire il maggior consenso possibile. Va da sè, a discapito della Verità!
    Quindi le accuse di Scem-born ( ormai è evidente che è scemo! Con rispetto parlando per il Cardinale) sono volte a mettere in mostra la propria purezza al fine di acquisire poi quella leadership che nel giorno della successione lo porterà ad essere visto come unico leader campace di fungere da collante tra le diverse anime.
    Fatta questa considerazione due semplici conclusionii.
    1) Scem-born crede ancora in Dio e in Cristo e segue il Vangelo pedissequamente? Risposta: NO! Viste le sue posizioni sul rapporto Chiesa-Mondo ( che poi sono chiusure perchè indifferenziano le diverse plurali realtà). Sincretismo democristiano che sappiamo che fine ha fatto fare all'uomo, alla comunità, al cristianesimo!
    2)Ahimè! Questi signori che fanno le veline per la stampa dimenticano che opera nella Chiesa, con la Chiesa e per la Chiesa ed il suo popolo lo SPIRITO SANTO, e storicamente è assodato che lo Spirito Santo se ne frega di giornali, tv, giochi di potere e quant'altro!
    Ci potrei scrivere sopra un articolo ma non ho tempo.
    Matteo Dellanoce
    PS valga anche per quei mollaccioni buonisti della curia milanesi ( perfidi ed ipocriti fin nel midollo! senza soldi per l'oro non esisterebbe la Chiesa!) !
    PS e valga anche per la politica e per il comportamento di Fini... solo che li non opera lo Spirito Santo ma il popolo finalmente non più bue checchè ne dicano le "acrimoniose belle anime di sinistra" ...

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  8. Bartimeo, non si usa il turpiloquio... :-D

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  9. Comunque, a mio ricordo, il "chiacchiericcio" di cui parlava Sodano non si riferiva alla pedofilia, ma alle vergognose speculazioni sul coinvolgimento diretto di Ratzinger nella "copertura" di alcuni cari. Mi ricordo che quando sentii le sue parole pensai proprio che avrebbero poi decontestualizzato quella singola parola per campare per aria copiose idiozie anti-papiste.
    Diciamo in generale che le loro Eminenze dovrebbero imparare a usare parole meno fraintendibili.

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  10. Redazione di Messainlatino.it11 maggio 2010 alle ore 23:56

    Già. Colpa dell'influsso del suo amico Bartimeo che lo chiama Scemborn.

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  11. Sì, mo' però non facciamo un tentolone di cose diverse come ordinazione femminile e clero uxorato. Quest'ultimo in particolare non è certo una novità "vaticansecondista" visto che da sempre le Chiese orientali la ammettono.
    Cerchiamo di avere idee chiare e distinte, per piacere.

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  12. Nobis quoque peccatoribus12 maggio 2010 alle ore 02:41

    Mi sembra che tutte le questioni siano intrecciate. Il dato storico e' che il giorno di Pasqua nel pieno della bolgia mediatica sui preti pedofili ricompare un po' teatralmente sulla scena il Cardinale decano Angelo Sodano, mostrando che volendo anche oggi in SRC si trova qualcuno con il coraggio di opporsi ai media nel modo da essi piu' temuto.
    Le solerti voci suadenti della tv locale si affrettano a far notare che si e' trattato si uno strappo al protocollo senza precedenti. Poi emerge che il Card. Sodano ha elegantemente rifiutato di testimoniare al processo di beatificazione di Giovanni Paolo II, ritenedo i tempi non ancora maturi.
    Poi arriva l'affondo del Cardinale principe von Schoenborn, personaggio alquanto ambiguo. Stando alle sue dichiarazioni i preti concubini di Linz verrebbero non solo tollerati ma incoraggiati.
    Queste non sono dietrologie ma i fatti di questa dolorosa storia.

    FdS

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  13. e' vero ... ci sono delle Signore e non sta bene!
    Ha ragione la redazione!
    MD

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  14. Sì beh, non è certi/e altri/e che commentano questo blog siano poi meno pesanti (ANZI!!!), ma sono più creativi a farlo e fanno quindi più scena. Passano per "fini dicitori"... Inconvenienti dell'etica del politicamente corretto imperante.

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  15. Il termine (politicamente) corretto sarebbe "responsabilità".
    "Colpa" intende un giudizio e qualcuno potrebbe trovarlo discutibile. Al giorno d'oggi partono querele anche per molto meno.


    P.S. Non che condivida tale impostazione, ma se nei commenti vogliamo solo le paroline carine e cortesi queste sono le conseguenze.

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  16. Sono d'accordo quasi su tutto.
    Il "quasi" è essenzialmente dovuto al fatto che ho qualche resistenza a vedere in Sodano questo paladino del Papa in nome della Verità, piuttosto la mia impressione personale è che la sua difesa del Papa abbia come sottotesto una difesa d'ufficio della Curia Romana (o più propriamente di taluni ambienti curiali del precedente papato).
    Ripeto, questa è la mia impressione personale, non ho prove per affermare con certezza che sia così e non pretendo assolutamente che questa sia la verità dei fatti. Anzi, se qualcuno ha prove per smentirmi sarò felissimo di accoglierle, visto che comunque questa situazione a me non piace per niente.

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  17. Credo che quanto detto dal card. Schoenborn sulla parte avuta dal card. Sodano nella gestione dell'affaire Groer sia (purtroppo) vero. D'altra parte può un Papa non fidarsi del suo Segretario di Stato? Direi di no. Il problema della pedofilia è stato preso di petto solo dal card. Ratzinger, non dal card. Sodano o dal card. Castrillon o dal card. Sanchez (all'epoca prefetti della Congregazione del clero) e dai rispettivi capi dicastero della Congregazione per i religiosi e di quella per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. L'indagine canonica sull'idoneità di Groer a ricoprire l'ufficio di arcivescovo di Vienna fu condotta dalla Congregazione dei vescovi guidata nel 1985 dal card. Gantin e all'epoca il segretario di Stato era il card. Casaroli. Al più il card. Sodano può aver messo la ciliegina sulla torta nella parte finale dell'episcopato di Groer, frenando quel che voleva fare l'attuale Papa. Le tesi di Schoenborn sulla comunione ai divorziati risposati etc. sono al di fuori dell'ortodossia.
    infine: Potrebbe il card. Schoenborn dirci quale parte ha avuto il card. Sodano nella sua nomia ad arcivescovo di Vienna prima e a cardinale poi? Molto probabilmente Sodano non si sarà opposto ad una tale deleteria nomina.   

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  18. Dignare me laudare te, Virgo Sacràta.
    Da mihi virtùtem contra hòstes tuos.

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  19. Gantin e Casaroli furono coloro che fecero le più forti pressioni per dichiarar immediatamente, senza approfondire adeguatamente la vicenda in tutti i suoi aspetti, come altri avrebbero voluto dimostrando doti di grande prudenza, che Lefebvre, de Castro Mayer e i quatttro neo-consacrati erano incorsi nella scomunica. 

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  20. C'è un intervento alla Reuters del gesuita P. Fessio (editore di Ignatius Press, che ha pubblicato molti testi di Schoenborn)sulle parole del cardinale di Vienna. Non lo dice espressamente ma dal testo si deduce che fosse presente al colloquio.
    Il chiarimento di P. Fessio si può riassumere così:
    Schoenborn è stato male interpretato. Non ha attaccato Sodano né richiesto di cambiare le disposizioni della Chiesa su omosessualità e divorziati. In una chiacchierata informale ha espresso critiche ma non attacchi sull'approccio di Sodano e altri prelati al problema di pedofilia e ha citato come esempio il discorso di Sodano. Ha ribadito che l'omosessualità è un male grave e che il matrimonio è indissolubile, pur aggiungendo che possono forse trovarsi forme un po' diverse di approccio alle persone interessate, tenuto conto della maggiore o minore gravità nel caso concreto.
    http://blogs.reuters.com/faithworld/2010/05/11/guestview-no-good-deed-goes-unpunished/
    Alberto <span></span>

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  21. Forme un po' diverse di approccio? Il matrimonio cristiano è un sacramento, per cui o c'è o non c'è. Tertium non datur. E se c'è o non c'è non è competenza dei coniugi stabilirlo ma del tribunale ecclesiastico.
    Soluzioni ad usum delphini in questa materia non sono ammesse
    Anche se il mio matrimonio è durato solo 3 anni e mezzo (ora sono vedovo) mi pare impossibile che ci siano dei coniugi cristiani (o che tali si dichiarino) che si facciano del male (unilateralmente o reciprocamente) mandando a monte il loro matrimonio.
    Quando si crede davvero nell'indissolubilità del matrimonio, nella fedeltà e nella fecondità  ... è roba da pazzi divorziare, risposarsi e poi avere la pretesa (mascherata da diritto) di poter accedere all'Eucaristia  

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  22. D'accordo con te Alessandro. Ho postato l'articolo perché comunque dagli articoli dei media sembrava che le dichiarazioni di Schoenborn fossero ancora peggio.
    Alberto

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  23. A volte si pongono come nuovi problemi vecchi quanto il mondo. Questa nuova concezione dalla responsabilità oggettiva nei settori penali ed ecclesiastici, traslata dal diritto civile napoleonico urta profondamente con il diritto naturale : ogni uomo è responsabile di ciò che compie  sia per colpa sia per dolo . Un sacerdote , un religioso sono personalmente resposabili delle loro azioni od omissioni. Altra responsabilità investe coloro che sono preposti al controllo, non esercitandolo con la massima diligenza e la dovuta professionalità. Nel caso del card. Groer  la domanda responsabilità maggiore è di colui che ha proposto la nomina ad Arcivescovo di Vienna e non ha approfondito o peggio ha sottaciuto le fragilità della persona in questione. 

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La Redazione