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lunedì 22 settembre 2025

Il Papa Leone e la Messa Tradizionale nella sua intervista

Riceviamo e pubblichiamo.
QUI la risposta di Leone XIV sulla liturgia nell'intervista rilasciata: "BREAKING NEWS. La nuova intervista a Leone XIV. La domanda sulla Liturgia Tradizionale".
The Catholic Thing -   Brad Miner: “…Mi sembra che il Vaticano abbia perso il senso dell'economia nel parlare. Ogni giorno, e questo era particolarmente vero quando Francesco era papa, il Vaticano si inserisce nel “dibattito pubblico”, arrivando persino a inviare messaggi alle riunioni del Forum economico mondiale di Davos. Si è tentati di credere che la voce cattolica di un papa possa avere un fascino cattolico, che poiché nel cattolicesimo c'è un messaggio universale di pace e giustizia, un papa abbia l'autorità di parlare e che il mondo lo ascolterà. Ma temo che questo sia vero solo in alcuni casi (più raramente di quanto il Vaticano sembri immaginare) e che un messaggio a un'enclave liberal-sinistra come Davos sia simile a gettare un secchio d'acqua all'inferno. E non ho pazienza per l'affermazione che “non può fare male”. I gesti futili quasi sempre fanno male. Se le dichiarazioni provenienti da Roma fossero rare, taglienti e bibliche, potrebbero avere un certo valore shock. Ma di solito le parole del Vaticano sono anodine. E questo è vero anche quando una dichiarazione è effettivamente scioccante, almeno per la sensibilità cattolica tradizionale. Si consideri quanto riportato dalla Catholic News Agency il 10 settembre 2025: Il cardinale Jean-Claude Hollerich, SJ, ha dichiarato in una recente intervista: «Non definirei la moralità – in particolare la moralità sessuale – in modo così restrittivo come fa oggi la Chiesa»".
Luigi C.

Il Papa delude i tradizionalisti

Messa in latino

Leone XIV frena l'uso politico della messa in latino da parte dei settori conservatori della Chiesa

Francesco Olivo, La Vanguardia, 21/09/2025

L'intervista concessa da Leone XIV alla giornalista statunitense Elise Ann Allen ha un peso non solo per la politica internazionale e i diritti civili, ma anche per alcune questioni molto dibattute nella vita della Chiesa. In occasione dell'uscita nelle librerie peruviane della biografia del Papa americano, Leone XIV, cittadino del mondo e missionario del XXI secolo (che arriverà in Spagna a ottobre, pubblicato da Editorial Destino), molti si sono affrettati a leggere la sua posizione su questioni su cui non si era mai pronunciato. Negli ultimi anni questi temi hanno suscitato un dibattito molto intenso. León ne è perfettamente consapevole e, infatti, avverte fin dall'inizio che il suo obiettivo in questo momento è quello di «non continuare a polarizzare né promuovere nuove divisioni nella Chiesa».

Uno dei punti più controversi è la messa in latino, nota come vetus ordo o rito tridentino, celebrata secondo il messale precedente al Concilio Vaticano II. Si tratta di una pratica molto invocata dai tradizionalisti, che l'hanno trasformata in un'arma contro il pontificato di Francesco. Se il Papa argentino aveva apertamente combattuto questo ricorso, León si mostra più incline al dialogo. La sua decisione di consentire una celebrazione con il messale antico, che sarà officiata nella basilica di San Pietro il prossimo 25 ottobre dal cardinale statunitense Raymond Leo Burke, vicino alla destra, è stata interpretata proprio in questo senso.

L'apertura al messale preconciliare non è stata la rottura con Francesco che molti si aspettavano

La disputa sul messale preconciliare ha profonde implicazioni politiche all'interno della Chiesa. Paolo VI, dopo il Concilio Vaticano II, ha promosso la riforma liturgica che ha introdotto le lingue vernacolari nella messa.

Nel 2007 Benedetto XVI, con il motu proprio Summorum Pontificum, liberalizzò il rito antico anche per rispondere agli abusi liturgici, dalle celebrazioni trascurate agli eccessi creativi.

Leone XIV raffreddò presto l'entusiasmo dei gruppi tradizionalisti, che erano pronti a celebrare quella che definivano la “persecuzione” subita durante il pontificato precedente. Nell'intervista con Allen, il Papa ha affermato: “La messa in latino può essere celebrata anche adesso: se è secondo il rito del Vaticano II, non c'è alcun problema”. Tuttavia, ha avvertito che la questione liturgica «è diventata uno strumento politico». Prevost ha detto di non aver ancora avuto l'occasione di parlare «con un gruppo di persone che sostengono il rito tridentino», ma che «presto si presenterà l'occasione».

Tuttavia, ha aggiunto: «È un tema che credo, forse insieme alla sinodalità, dobbiamo affrontare e discutere. È diventata una questione così polarizzata che spesso le persone non sono disposte ad ascoltarsi a vicenda”.

Parole che hanno deluso i tradizionalisti, che non soddisfatti dell’offerta di dialogo si aspettavano di sentire un netto distanziamento dalle posizioni di Francesco e invece si sono sentiti alluditi dall’accusa di “conflitto interno” e di strumentalizzazione ideologica del rito tridentino. “Non si fa menzione dell'emarginazione e della violenza che il mondo tradizionale ha subito sotto Papa Francesco”, ha scritto

un deluso Luigi Casalini, fondatore del blog italiano Messa in Latino.

Un altro fronte di scontro è stato quello della cosiddetta “sinodalità”, ovvero il processo di apertura della Chiesa a una maggiore partecipazione dei laici e delle periferie, su cui Francesco aveva insistito incontrando molte resistenze all'interno della curia romana. Alcune persone, ha spiegato Leone XIV, «si sono sentite minacciate da questo»: «a volte, i vescovi o i sacerdoti possono pensare che la sinodalità mi toglierà autorità», ma «la sinodalità non è questo, e forse la loro idea di cosa sia la loro autorità è un po' sfocata, sbagliata». La sinodalità «è un modo per descrivere come possiamo unirci ed essere una comunità e cercare la comunione come Chiesa, affinché sia una Chiesa il cui obiettivo principale non sia una gerarchia istituzionale, ma piuttosto un senso di “noi insieme”», ogni persona con la propria vocazione.

È un atteggiamento che crede «di poter insegnare molto al mondo di oggi», e «non si tratta di cercare di trasformare la Chiesa in una sorta di governo democratico, perché, se guardiamo a molti paesi del mondo, la democrazia non è necessariamente una soluzione perfetta per tutto. Si tratta piuttosto di rispettare, di comprendere la vita della Chiesa per quello che è e dire: “Dobbiamo farlo insieme”». Un'altra doccia fredda per i sostenitori di una restaurazione.