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giovedì 18 settembre 2025

BREAKING NEWS. La nuova intervista a Leone XIV. La domanda sulla Liturgia Tradizionale

Pubblichiamo un piccolo stralcio dell'intervista di Papa Leone XIV che uscirà oggi. 
In particolare la domanda sulla liturgia e la relativa risposta, soprattutto quella tridentina.

Brevemente:
  1. L'approccio: ci pare che il Papa voglia equiparare il Novus Ordo in lingua latina alla Messa Tradizionale. A nostro parere, salva reverentia, è uno sbaglio e un errore teologico. 
  2. La questione per Leone è ancora aperta e, ci pare di capire, non la risolverà a breve.
  3. Non c'è comprensione, ci sembra, per il mondo tradizionalista e non si citano la marginalizzazione e la violenza che  il mondo tradizionale ha subito sotto Papa Francesco. Non c'è mai la parola "inclusione e pace" per il nostro mondo.
  4. Addirittura il problema del rito tradizionale. è molto "complicato, polarizzante", ecc.,  e che per alcuni (si suppone tradizionalisti) si aggiunge ad altre considerazioni facendolo così diventare "ideologico". Mi sembra. paia condividere la tesi bergogliana secondo cui settori tradì sarebbero immotivatamente - secondo lui - ideologizzati. Cioè, la causa della Messa Tradizionale. non si riferisce solo a una maniera di pregare, che sarebbe accettabile secondo il Papa, ma è anche un problema di pensare su molti altri argomenti (p.e il CVII), il che porta a renderla inacettabile.
  5. Pensiamo  che potrebbe essere una doccia fredda per coloro che sostengono il grande cambio di passo rispetto a Francesco. Nella migliore delle ipotesi potrebbe lasciare tutto come sta, riservandosi di pensarci su (quando?)…
  6. Il nostro timore è che si possa giungere ad un compromesso al ribasso per marginalizzare ulteriormente i fedeli tradizionali:  far accogliere il NOM in lingua latina in ampi settori nel mondo tradizionale, creando ulteriori spaccature e divisioni.
Vedremo.
Luigi C.

Per quanto riguarda il gruppo di studio sulla liturgia, cosa si sta studiando? Quanto della ragione per cui è stato istituito era legato alle divisioni che circondano la Messa tradizionale in latino, per esempio, o a questioni come il nuovo rito amazzonico?

La mia comprensione di ciò che ha portato alla creazione del gruppo deriva principalmente da questioni che hanno a che fare con l'inculturazione della liturgia. Come continuare il processo di rendere la liturgia più significativa all'interno di una cultura diversa, all'interno di una cultura specifica, in un luogo specifico in un dato momento. Penso che questa fosse la questione principale.

C'è un'altra questione, anch'essa molto delicata, sulla quale ho già ricevuto numerose richieste e lettere: la questione della “messa in latino”. Beh, oggi è possibile celebrare la messa in latino. Se si tratta del rito del Vaticano II non c'è alcun problema. Ovviamente, tra la Messa tridentina e la Messa del Vaticano II, la Messa di Paolo VI, non sono sicuro di come andrà a finire. È ovviamente molto complicato.

So che parte di questa questione, purtroppo, è diventata – ancora una volta, parte di un processo di polarizzazione – le persone hanno usato la liturgia come scusa per promuovere altri argomenti. È diventato uno strumento politico, e questo è molto spiacevole. Penso che a volte l'abuso della liturgia di quella che chiamiamo Messa del Vaticano II non sia stato d'aiuto per le persone che cercavano un'esperienza più profonda di preghiera, di contatto con il mistero della fede che sembravano trovare nella celebrazione della Messa Tridentina. Ancora una volta, ci siamo polarizzati, così che invece di poter dire: “Beh, se celebriamo la liturgia del Vaticano II in modo corretto, trovate davvero tanta differenza tra questa esperienza e quell'esperienza?”, non ho avuto la possibilità di sedermi davvero con un gruppo di persone che sostengono il rito tridentino. Presto ci sarà un'occasione e sono sicuro che ci saranno altre opportunità per farlo. Ma questo è un tema che, secondo me, forse con la sinodalità, dobbiamo affrontare e discutere. È diventato un tema talmente polarizzato che spesso le persone non sono disposte ad ascoltarsi a vicenda. Ho sentito vescovi parlarmi di questo, mi hanno detto: “Li abbiamo invitati a questo e quello, ma non vogliono nemmeno ascoltarci”. Non vogliono nemmeno parlarne. Questo è un problema in sé. Significa che ora siamo entrati nell'ideologia, non siamo più nell'esperienza della comunione ecclesiale. Questo è uno dei temi all'ordine del giorno.