Riceviamo e pubblichiamo (QUI).
QUI e QUI la pessima vicenda della cacciata dei Padrfe Istituto Verbo Incarnato da due Parrocchie di Torino..
Luigi C.
Sua Eminenza R.ma Card. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa Vicario generale e vescovo ausiliare, mons. Alessandro Giraudo
Vicario episcopale per la Vita consacrata, padre Ugo Pozzoli
Vicario episcopale per la pastorale sul Territorio, don Mario Aversano
Moderatore Unità Pastorale 11-12, can. Mauro Giorda
Moderatore Unità Pastorale 17-19, don Alberto Savoldi
Membro del Consiglio Episcopale Mons. Mauro Rivella
Per conoscenza: Padre Giuseppe Calvano
Padre Giuseppe Danilo Palumbo
Padre Alessandro Parrella
Consiglio pastorale interparrocchiale
Parrocchia Maria Madre della Chiesa
Via Baltimora, 25
10137 Torino
Parrocchia Beato Pier Giorgio Frassati
Via Pietro Cossa, 280
10151 Torino
Torino, 9 giugno 2025
Con la presente noi, componenti del Consiglio pastorale interparrocchiale delle Parrocchie Maria Madre della Chiesa e Beato Pier Giorgio Frassati, intendiamo rendere noto quanto la coscienza ci muove a esprimere con riferimento alla decisione dell’autorità ecclesiastica di recedere dalla Convenzione del 1° settembre 2017 con cui ai sacerdoti dell’Istituto del Verbo Incarnato (IVE) era stata affidata la cura d’anime presso le nostre parrocchie e di far terminare completamente il loro servizio pastorale nell’arcidiocesi di Torino.
Come piccola parte del popolo di Dio di questa arcidiocesi, ci uniamo alla sollecitudine con cui Sua Eminenza R.ma Card. Roberto Repole, nostro pastore, ha deciso di affrontare una delle più serie questioni che affliggono la Chiesa universale, soprattutto in Europa e nella nostra chiesa particolare di Torino, cioè la strutturale carenza di vocazioni alla vita consacrata e più specificatamente a quella sacerdotale.
Siamo dunque pienamente consapevoli della situazione non facile in cui versa l’arcidiocesi, ed è proprio in ragione di tale consapevolezza che ci sentiamo chiamati a formulare domande su una questione che ci preme sommamente.
Ci domandiamo, cioè, perché si sia deciso di allontanare una congregazione religiosa presente nell’arcidiocesi con tre sacerdoti e tre suore. Si tratta complessivamente di sei consacrati, tutti di giovane età, dottrinalmente preparati e pastoralmente capaci, e soprattutto pieni di entusiasmo e di voglia di lavorare al servizio del popolo cristiano loro affidato. Il nostro interrogativo si fa più cogente e angoscioso quando consideriamo che non è stata solo disposta la revoca dell’affidamento delle due parrocchie di cui componiamo il Consiglio pastorale parrocchiale, ma è stato decretato l’allontanamento di questi religiosi dal territorio arcidiocesano, senza prendere in considerazione una loro ricollocazione all’interno della chiesa di Torino.
La loro presenza è per noi di valore inestimabile. I tre sacerdoti, al pari delle tre religiose, si sono distinti per la loro straordinaria dedizione, il loro infaticabile servizio pastorale e la capacità di ispirare e di unire i fedeli, imprimendo una svolta decisiva alla vitalità delle nostre parrocchie e alla crescita spirituale di quanti loro affidati. Hanno saputo costruire un legame profondo con tutti noi, diventando punti di riferimento essenziali per la vita spirituale e sociale della nostra comunità. Essi si sono sempre mostrati disponibili, accoglienti e comprensivi con ciascuno di noi. Si sono prodigati in particolare verso i ragazzi, creando spazi, luoghi di accoglienza e di incontro che hanno avvicinato i giovani alla vita della Chiesa. I più piccoli che frequentano il catechismo hanno trovato in loro un fondamentale punto di riferimento per la loro crescita nella fede cristiana. La congregazione dell’Istituto del Verbo Incarnato ci ha sempre accompagnato, facendosi a noi prossima in ogni modo possibile e trasmettendoci la certezza di non essere abbandonati.
Un altro aspetto che ci rammarica molto e suscita in noi interrogativi profondi concerne la modalità in cui è stata presa questa decisione ed è stato deciso di comunicarla.
Il Concilio Vaticano II ha fortemente sottolineato come quello odierno sia ‘il tempo dei laici’, auspicando una proficua cooperazione tra questi ultimi e gli ecclesiastici nel servizio comune alla Chiesa intera. Sulla traccia di questo insegnamento conciliare, negli ultimi anni sono stati ripetutamente denunciati la patologia del ‘clericalismo’ e, più in generale, un modus operandi in virtù del quale le decisioni sono prese dall’alto per poi essere imposte senza dialogo in basso. Inoltre abbiamo compreso anche l’importanza di un ‘cammino sinodale’, da compiere insieme — laici e sacerdoti, uomini e donne — all’interno della Chiesa e al servizio della Chiesa. Ci domandiamo se questi orientamenti di riforma non siano stati di fatto traditi dalla decisione di estromettere del tutto il Consiglio pastorale interparrocchiale di Maria Madre della Chiesa e del Beato Pier Giorgio Frassati da una decisione grave che l’autorità ecclesiastica ha preso unilateralmente senza consultare i laici che dalla stessa decisione sono direttamente colpiti: quella di allontanare dalle suddette parrocchie i sacerdoti e le suore dell’Istituto del Verbo Incarnato. Nessun laico è stato interrogato sulla bontà di una pastorale che ha avuto noi come primi destinatari; nessun laico è stato messo a conoscenza della verifica in corso, che immaginiamo abbia richiesto mesi, se non anni; nessun laico è stato coinvolto nel processo decisionale. La notizia di una loro possibile partenza ha scosso profondamente l’intera comunità, ma in particolare ha toccato il cuore dei più piccoli. I bambini e i ragazzi che frequentano il catechismo sono rimasti molto addolorati. Ancora maggiore mestizia nasce in noi dal constatare che sono tuttora ignote le ragioni — che dobbiamo immaginare inequivocabilmente fondate e oltremodo gravi — che giustificano un provvedimento così duro. È quindi molto difficile scorgere una coerenza tra la proposta di una Chiesa sinodale e una misura presa in un modo tanto verticistico.
Se ripensiamo alla prima riflessione proposta da Sua Eminenza R.ma Card. Repole circa il modo di essere Chiesa oggi qui a Torino, per il quale è stata richiamata l’immagine dei ‘germogli’ e dei ‘tralci secchi’, sorge il dubbio che con questa decisione la famiglia religiosa del Verbo Incarnato sia esposta alla considerazione dei fedeli come un tralcio secco che merita di essere tagliato. Ciò desta in noi ancora maggiore meraviglia e stupore, perché questa immagine e questo giudizio non corrispondono alla realtà che viviamo nelle nostre parrocchie. Sebbene peccatori, noi fedeli che conosciamo i nostri pastori riconosciamo in coscienza i sovrabbondanti frutti che la presenza della congregazione del Verbo Incarnato ha portato nelle nostre vite e nelle nostre famiglie.
Alla luce delle considerazioni fin qui svolte, con amore e deferenza filiali, ma con rispettosa fermezza, da noi inculcata dalla responsabilità che ci viene affidata come fedeli, la coscienza ci muove a chiedervi chiarezza e trasparenza. Se qualcosa di errato è stato compiuto dai sacerdoti e dalle suore dell’Istituto del Verbo Incarnato, tale da meritare la loro espulsione da questa arcidiocesi, è necessario che sia conosciuto pubblicamente, per il bene nostro, delle nostre famiglie e di tutta la chiesa di Torino.
Qualora tali riflessioni destino in Voi dubbi circa il merito e il metodo della decisione presa e aprano la carità Vostra a prendere in considerazione anche altre soluzioni, ci sia concesso sottoporre alla Vostra attenzione alcune opzioni alternative:
a) ritornare sulla decisione, confermando ai sacerdoti dell’Istituto del Verbo Incarnato le due parrocchie già affidate alla loro cura d’anime;
b) affidare ai sacerdoti dell’Istituto del Verbo Incarnato un’altra parrocchia all’interno dell’arcidiocesi di Torino.
Certi della Vostra comprensione e confidenti nella Vostra benevolenza di pastori, ma anche confortati dal Codice di diritto canonico — I fedeli hanno il diritto di manifestare ai Pastori della Chiesa le proprie necessità, soprattutto spirituali, e i propri desideri. In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l’integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l’utilità comune e la dignità delle persone (Can. 212, §2-3) –, chiediamo di poter ricevere una risposta chiara ed esaustiva in un tempo ragionevolmente breve.
Formati dall’insegnamento della Chiesa nel solco del rinnovamento promosso dal Concilio Vaticano II, siamo certi che solo nel confronto diretto, franco e personale sia possibile affrontare questioni delicate come questa. Manifestiamo quindi la nostra più completa disponibilità nei confronti di Sua Eminenza Rev.ma Card. Roberto Repole; dei suoi collaboratori e di ogni altro rappresentante dell’autorità ecclesiastica in quest’arcidiocesi per un incontro, da svolgersi in totale serenità e trasparenza, nel rispetto dei diversi ruoli e carismi che vivificano l’unica Chiesa.
Con deferenza filiale,
IL CONSIGLIO PASTORALE INTERPARROCCHIALE
PARROCCHIA MARIA MADRE DELLA CHIESA
PARROCCHIA BEATO PIER GIORGIO FRASSATI
Lettera dei bambini della scuola parentale
Beato Pier Giorgio Frassati
Carissimo Vescovo Roberto, siamo un gruppo di bambini della parrocchia Maria Madre della Chiesa che frequentano la scuola parentale Beato Pier Giorgio Frassati. Vi abbiamo voluto mandare questa lettera per dirvi quanto siamo dispiaciuti da quando abbiamo saputo della notizia riguardante i padri dell'IVE missionari a Torino. Voi dite che devono andarsene, ma noi diciamo il contrario: i padri sono una grande risorsa per noi come Padre Giuseppe. Lui, ogni mattina quando arriviamo per la scuola, prega con noi una decina del rosario, ci ricorda, con simpatia, le cose che riguardano il cristianesimo e ci benedice. Poi ci prepara tutti ai Sacramenti come la Confessione e la Comunione e ci dà consigli. In questa parrocchia si fa anche oratorio e la maggior parte di noi viene. Là si fanno giochi bellissimi ad esempio: quattro basi, palla prigioniera, dodgeball, bandiera genovese, ruba bandiera, ecc...
Poi vi vogliamo parlare (o scrivere) delle belle processioni, dedicate alla Madonna di Fatima, che organizzano a maggio per le vie della chiesa.
Dovreste sapere com'è bello recitare il rosario per la nostra Mamma Celeste ogni sabato.
Speriamo che Dio vi illumini su ciò che è giusto e su ciò che è sbagliato.
Con affetto, scuola Beato Pier Giorgio Frassati.