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giovedì 5 giugno 2025

Il marxista Pepe Mujica: “La sinistra ha fallito nell'attuare un socialismo autogestionario” #300denari

Carissimi, questa settimana, Vi segnaliamo un recente scritto di John Horvat II (pubblicato per TFP qui e in lingua italiana qui) in cui svolge alcune riflessioni in merito alle “confessioni” in extremis da parte dell’ex presidente uruguaiano e guerrigliero marxista José “Pepe” Mujica (morto il 13 maggio 2025) il quale ha riconosciuto che, sebbene l’ideologia socialista autogestionaria sia riuscita a fare breccia nelle istituzioni (n.d.r. facendo molti danni!), ha commesso l'“ingenuo errore” di non conquistare il cuore e la mente dei cittadini delle nazioni, finendo di fatto per confondersi con la “cultura consumistica odierna”.

Lo stesso Mujica ha quindi ammesso che cambiare «un sistema senza affrontare il problema di un cambiamento culturale è inutile».

Alcune notazioni si rendono però opportune:
  1. il socialismo autogestionario ha costituito una diversa variante del (più noto) socialismo centralizzato (o comunismo): identiche erano le finalità (limitazione delle libertà individuali mediante l’eliminazione graduale della proprietà privata, lo svilimento della famiglia, l’ateismo pratico, con eradicazione della tradizione religiosa e civile), sebbene diverse fossero le strade per raggiungerle (gestione delle imprese e delle attività economiche – non centralizzata – ma da parte di chi vi lavora; diversità di percorso che era funzionale a tranquillizzare la popolazione ed evitarne la reazione). Esperimento sociale tentato – senza successo – nell’ex Jugoslavia di Tito, nella Francia di Mitterand (vicenda cara al prof. Plinio Corrêa de Oliveira che ne smascherò l’inganno nel noto scritto “Il socialismo autogestionario: rispetto al comunismo una barriera o una testa di ponte?”) e dallo stesso Mujca in Uruguay;
  2. nonostante i fallimenti, la mentalità socialista è sempre tra noi e occorre tenere alta l’attenzione: non può non ravvisarsi una contiguità di obiettivi e di metodo tra il “socialismo autogestionario” e il più recente e attuale “capitalismo clientelare” (o “socialismo-liberale”, di cui abbiamo parlato qui) che, con la scusa di rimediare al fallimento dell’economia di mercato, legittima una massiccio intervento statale nell’economia (anche attraverso un incestuoso rapporto tra autorità pubblica e grandi gruppi industriali, in danno di una vera concorrenza), finendo per limitare le libertà individuali (si pensi, all’uso del denaro contante o dell’automobile, ovvero, alla prescritta riqualificazione energetica delle abitazioni, ecc…) e costituisce la base logico-filosofica del transumanesimo (secondo cui l’uomo si salva da sé e non per grazia di Dio);
  3. occorre sempre fare memoria, come insegna San Giovanni Paolo II nella Centesimus Annus (1991), che «l'errore fondamentale del socialismo è di carattere antropologico. Esso, infatti, considera il singolo uomo come un semplice elemento ed una molecola dell'organismo sociale, di modo che il bene dell'individuo viene del tutto subordinato al funzionamento del meccanismo economico-sociale» (cfr. n. 13). «Il marxismo aveva promesso di sradicare il bisogno di Dio dal cuore dell'uomo, ma i risultati hanno dimostrato che non è possibile riuscirci senza sconvolgere il cuore» (cfr. n. 24);
  4. il tentativo del socialismo (ovvero, del moderno capitalismo-clientelare, del liberal-socialismo o di qualsivoglia altra ideologia) di conquistare con beni terreni o ideali umani il cuore dell’uomo è votato all’insuccesso: «cosa ci gridano dunque l’avidità e l’impotenza se non che un tempo nell’uomo c’è stata un’autentica felicità, di cui ora gli rimangono il segno e l’impronta vuota, che egli tenta invano di riempire con tutto quanto lo circonda, ripromettendosi dalle cose assenti l’aiuto che non ottiene da quelle presenti, ma invano, perché questo abisso infinito non può essere colmato che da un’infinita e immutabile realtà, cioè Dio stesso» (cfr. Blaise Pascal – Pensieri);
  5. dobbiamo avere Fede. Dio, anche nel XXI secolo, parla (e continuerà a parlare) al cuore dell’uomo: ce lo ricorda lo stemma scelto da Leone XIV in cui è rappresentato un cuore trafitto da una freccia che richiama l’esperienza della conversione di Sant’Agostino che lo stesso spiegava con le parole "vulnerasti cor meum verbo tuo" ("hai trafitto il mio cuore con la tua Parola"; come già trattato qui, solo la guarigione del cuore umano – attraverso il Magistero, i sacramenti e la preghiera, e non mediante i dettami delle varie Agende – potrà salvare l’umanità e le finanze vaticane).
Buona lettura,


Filippo
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* * * * *

Niente rallegra di più un controrivoluzionario quanto le confessioni dei militanti di sinistra che lamentano gli errori della loro rivoluzione. L'ammissione sincera del fallimento da parte di un militante di sinistra serve a incoraggiare coloro che si oppongono al programma della sinistra perché dimostra che il successo è possibile.

Il defunto ex presidente uruguaiano e guerrigliero marxista José “Pepe” Mujica è uno di questi casi. Le sue recriminazioni sul fallimento della sinistra nell'attuare l'autogestione sono particolarmente penetranti. Egli mostra che il socialismo si è arenato negli anni Ottanta senza riuscire a compiere il passo successivo. Prima della sua morte, avvenuta il 13 maggio, l'ex terrorista tupamaro, condannato per l'omicidio di un poliziotto, ha ammesso che la sinistra si trovava in una fase di stagnazione.

Le sue dichiarazioni danno ragione agli sforzi delle Società per la Difesa della Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP), che si opposero al progetto del socialismo autogestionario quando fu introdotto in Francia nel 1981. All'epoca, furono pochi a capire l'importanza di questo movimento per la causa della sinistra.


L'importanza della cultura

Tuttavia, era molto rilevante poiché questo tipo di socialismo attaccava radicalmente la cultura occidentale nei minimi dettagli.

In un libro di prossima pubblicazione (1) scritto insieme all'autore di sinistra americano Noam Chomsky, Pepe Mujica lamenta che la sua generazione abbia commesso un «errore ingenuo», scambiando il controllo delle istituzioni e la nazionalizzazione dei mezzi di produzione e distribuzione con la sostituzione necessaria della cultura. La sinistra non ha capito che la cultura ha a che fare con quei «valori non detti» che determinano il modo in cui «milioni di persone anonime» interagiscono tra loro nella vita quotidiana.

Egli sostiene che questi valori sono più forti di qualsiasi esercito o persino di una bomba atomica. Anzi, ritiene che siano proprio questi “valori non detti” a mantenere al potere l'odierna società capitalista e consumistica. Tutti gli sforzi della sinistra non sono riusciti a sconfiggere la “cultura dell'egoismo” del capitalismo.


Il fallimento nella formazione di una cultura

L'ammissione di fallimento è curiosa, dato l'impatto che l'ex presidente uruguaiano ha avuto sulla vita della sua nazione. Durante il suo mandato presidenziale, dal 2010 al 2015, ha legalizzato la marijuana, approvato l'aborto e il matrimonio omosessuale e imposto altri cambiamenti radicali al Paese.

Tuttavia, ha commesso l'“ingenuo errore” di non conquistare il cuore e la mente dei cittadini della nazione. Egli sostiene che la sua generazione non ha compreso la necessità di costruire una “cultura della solidarietà” alternativa per avere influenza su questi “valori non detti”. La sinistra ha presentato programmi e leggi freddi e pragmatici, invece di considerare quanto sia il cuore a motivare spesso i valori umani più potenti.

Peggio ancora, la sinistra è sprofondata nella cultura consumistica odierna e non è riuscita a essere coerente con la causa socialista. I progressisti hanno ceduto e adottato modi capitalisti, infedeli ai loro dettami socialisti. Egli sostiene che la sinistra ha finito per fare “lo stesso del capitalismo, ma con più uguaglianza”.


Bloccati nel passato

Pertanto, la sinistra odierna manca di creatività e ha “esaurito le idee”. Non è riuscita a realizzare quel tipo di socialismo che sarebbe entrato nei minimi dettagli della vita quotidiana e della cultura. Questa proposta di integrare il pensiero socialista nei minimi dettagli della società era l'essenza del socialismo autogestionario francese proposto dall'allora presidente François Mitterrand nel 1981.

L'ex presidente uruguaiano sostiene che questo tipo di socialismo manca alla sinistra poco creativa.

“Significa vivere come si pensa. Altrimenti finiamo per pensare come viviamo. La lotta è per una società autogestita, per imparare a essere padroni di noi stessi e a guidare i nostri progetti comuni”.

Egli sostiene che una “nuova sinistra” dovrà discutere queste idee. Dopo tutti questi anni, deve ricominciare da capo per adattarsi ai tempi che cambiano. Ritiene che la vecchia sinistra “viva troppo di nostalgia”, “faccia fatica a capire perché ha fallito” e “abbia grandi difficoltà a immaginare nuove vie da seguire”.

In effetti, la sinistra decadente ha fallito in tutto il mondo perché non è riuscita a portare avanti il suo programma al di là di versioni marxiste ormai superate e scollegate dalla realtà. Avrebbe dovuto seguire il processo attuando l'autogestione e andando oltre.


La campagna della TFP contro l'autogestione

Nel 1981, le TFP di tredici paesi pubblicarono un messaggio contro il socialismo autogestionario sotto forma di un annuncio pubblicitario di sei pagine su decine di importanti quotidiani di tutto il mondo. Il messaggio era stato scritto dal Prof. Plinio Corrêa de Oliveira e intitolato “Il socialismo autogestionario: rispetto al comunismo una barriera o una testa di ponte?”.

Il messaggio delle TFP denunciava questo aspetto “culturale” del socialismo autogestionario che avrebbe finito per controllare la vita delle persone, estendendosi persino alla decorazione delle case e al tempo libero. Avrebbe invaso la famiglia, le scuole e l'industria. La proposta, come la descrive Pepe Mujica, era davvero una rivoluzione culturale di proporzioni colossali.


Quello che funzionò non era socialista

L'enorme sforzo delle TFP contribuì notevolmente al clamoroso fallimento del socialismo autogestionario. Dopo poco tempo al potere, il presidente Mitterrand abbandonò la strada del progetto di autogestione per la Francia.

Secondo John Vinocur, che scriveva per The New York Times, la caduta del socialismo autogestionario rappresentava ciò che egli definiva «il fallimento di un metodo, l'abbandono di una teoria economica e la crisi del mito e dell'ideologia che avevano dominato la vita intellettuale francese per quasi 100 anni» (2).

Il presidente Mitterrand fece marcia indietro a tal punto che l'economista socialista francese Laurent Joffrin ammise: “Ciò che era socialista non funzionava e ciò che funzionava non era socialista” (3).


Una sinistra fallita

Pepe Mujica è morto senza vedere la vittoria della sua rivoluzione. La causa per cui ha lottato così duramente in gioventù come terrorista languisce. Infatti, è stato costretto ad ammettere che cambiare «un sistema senza affrontare il problema di un cambiamento culturale è inutile». È morto lasciando dietro di sé una sinistra fallita e senza un piano per il futuro.



Note
1. Noam Chomsky e José Mujica, Surviving the 21st Century, a cura di Saúl Alvídrez, in uscita verso settembre 2025.
2. John Vinocur, «France's Leftist Leaders Veer From Chartered Path», The New York Times, 24 dicembre 1983, p. 1.
3. Ibid.

6 commenti:

  1. Il comunismo ha fallito ovunque sia arrivato al governo.Paradossalmente malgrado i suoi fallimenti ha fatto breccia fra le classi più colte : intellettuali e studenti universitari. Anche una buona percentuale delle donne corrotte dalla promiscuità sessuale ,come e più degli uomini,ha abbracciato l'utopia marxista sperando di realizzare il paradiso in terra. Ciò premesso voler istaurare un regime comunista in uno stato europeo è una perdita di tempo.I regimi comunisti non sono mai andati al governo con le sfilate tipo gay pride o quelle degli studenti sfaticati ,ma ammazzando migliaia di persone ed affamando tutti gli altri.Eccetto loro......

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    1. Ha fatto breccia lì dove il pensiero cattolico era debole o sceso a compromessi.

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    2. Ha fatto breccia lì dove il pensiero cattolico era debole o sceso a compromessi.

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    3. Ha fallito anche il capitalismo, ma di quello pare non lagnarsi nessuno, anzi.

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