Ancora sulla bella udienza di Leone XIV ai dipendenti vaticani.
QUI MiL discorso e video.
Actualités FSSPX/Le Figaro: Un peso massimo del Vaticano, il cardinale Filoni, parla di Leone XIV: “…Laddove, secondo il cardinale Filoni, il pontefice argentino ha favorito una sinodalità talvolta percepita come “miracolistica” - alla ricerca di soluzioni rapide ai problemi più complessi - Leone XIV sembra voler ristabilire un equilibrio tra tradizione e modernità, tra autorità papale e collegialità episcopale…”
Luigi C.
Franca Giansoldati, Il Messaggero, 25-5-25
«I Papi passano e la curia rimane». Papa Leone XIV pare conoscere bene la famosa teoria del defunto politologo francese Michel Crozier, il quale analizzando il potere della burocrazia nei sistemi complessi sosteneva che qualsiasi leader fatica a governare senza coinvolgere l'apparato. Ieri mattina nell'Aula Paolo VI il nuovo pontefice ha voluto ricevere per la prima volta tutti i suoi dipendenti, i funzionari, i dirigenti che lavorano per la Santa Sede, compreso i lavoratori del Vicariato di Roma, in tutto circa 5 mila persone, molte delle quali arrivate con la propria famiglia per conoscerlo. In prima fila c'erano tantissime mamme con i bambini più piccoli che Leone non finiva più di accarezzare nell'intento di connettersi con la sua nuova comunità di lavoro, quasi una famiglia, dalla quale sa che dipenderà in buona parte la realizzazione del suo futuro programma.
L'EUFORIA
Il clima era semplicemente euforico e lo ha testimoniato pure l'applausometro, spontaneo indicatore di una accoglienza traboccante di speranza e forse di sollievo. Erano alcuni anni, infatti, che all'interno della curia si percepiva una atmosfera cupa, segnata dall'incertezza, dal disorientamento. Il fatto è che con il pontificato precedente si era creata una specie di cappa alimentata dal timore di incorrere in punizioni, trasferimenti immotivati, demansionamenti improvvisi senza avere troppe possibilità di difendersi poiché il Tribunale del Lavoro non ha sempre funzionato alla perfezione. Papa Francesco, nella sua azione tesa a riformare l'apparato, senza volerlo, nella fase di transizione ha causato una evidente disfunzione sistemica.
Sicché l'incontro di ieri mattina ai più è apparso come la possibilità di voltare pagina e immaginare un approccio giuslavorista diverso, proteso verso l'unità e la collaborazione. Parole che poi sono risuonate diverse volte nel discorso preparato da Prevost: «Se dobbiamo tutti cooperare alla grande causa dell'unità e dell'amore, cerchiamo di farlo prima di tutto con il nostro comportamento nelle situazioni di ogni giorno, a partire anche dall'ambiente lavorativo. Ognuno può essere costruttore di unità con gli atteggiamenti verso i colleghi, superando le inevitabili incomprensioni con pazienza e umiltà, mettendosi nei panni degli altri, evitando i pregiudizi, e anche con una buona dose di umorismo, come ci ha insegnato Papa Francesco». Il nome di Bergoglio è stato ricordato per ben tre volte da Leone XIV nel discorso anche se solo in quel passaggio è scattato un applauso. Gli altri battimani si sono sempre levati ogni volta che Leone riconosceva ai lavoratori una propria dignità e un ruolo, con il ringraziamento per quello che hanno fatto. A volte Prevost si doveva interrompere. «Quando gli applausi durano più del discorso, dovrò poi fare un discorso più lungo, quindi state attenti», ha scherzato. Alla vigilia di questa udienza tutti i dipendenti si sono ritrovati 500 euro in più nella busta paga, era il famoso bonus "conclave" da sempre concesso per il lavoro svolto durante la Sede Apostolica ma poi soppresso da Papa Bergoglio per destinarlo ai poveri. Leone XIV lo ha ripristinato. «Lavorare nella Curia significa contribuire a tenere viva la memoria della Sede Apostolica così che il ministero del Papa possa attuarsi nel migliore dei modi. E per analogia questo si può dire anche dei servizi dello Stato della Città del Vaticano», ha spiegato Leone.
I MALUMORI
I malumori dentro la curia si sono acuiti soprattutto negli ultimi anni e poco tempo fa c'era stato persino stato un blog di stampo conservatore, Messa in Latino, che era arrivato a descrivere un clima interno «da Corea del Nord». Certamente un po' eccessivo e paradossale eppure si parlava di «dipendenti impauriti anche solo a parlare tra loro» e con l'ossessione di essere controllati persino nelle conversazioni private. Francesco aveva cercato di smorzare tanti veleni chiedendo di evitare «il chiacchiericcio» che «fa più danni che il terrorismo», diceva. Nel frattempo il chiodo fisso del controllo interno aumentava con l'installazione di altre telecamere in ambienti prima sprovvisti, cosa che non aveva aiutato a stemperare il clima pesante.
Papa Prevost dopo il discorso si è immerso tra la gente, salutando più persone che poteva, spesso sporgendosi dalla transenna. «Dobbiamo cercare insieme come essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta ad accogliere».
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Italiani, piu' accoglienti di così......
RispondiEliminaUn posticino di lavoro mica male.Si lavorava col timore di incorrere in punizioni ,trasferimenti immotivati , demansionamenti improvvisi.Sembra un film di Fantozzi....
RispondiEliminaERA un film di Fantozzi, e al vertice c'era il mega direttore galattico col suo ufficio francescano
EliminaSe questa è la vostra considerazione del Papa passato, come si può prendere per serio il vostro attaccamento a quello presente?
EliminaSiete cattolici solo alle vostre condizioni? O, come disse giustamente un commentatore appena eletto Prevost, credete che lo Spirito Santo funzioni ad intermittenza?