Che l'oblio abbia inizio
di Austin Ruse[1], Crisis Magazine, 23-5-25
I «franceschisti» ora giocano in difesa, combattendo una battaglia
di retroguardia contro coloro che hanno dubitato della bontà di certe azioni,
pensieri e persino «insegnamenti» di papa Francesco. In mezzo a loro aleggia
un clima di disperazione. Dopotutto, abbiamo vissuto dodici anni a volte piuttosto
ardui. I franceschisti lo sanno, anche se darebbero tutta la colpa a Taylor
Marshall[2].
Per tutta la
durata del pontificato di Francesco, bastava mostrare un qualsivoglia segno di
preoccupazione per essere bollati come «anti-Francesco», temerari che osavano «attaccare» Francesco, o addirittura eretici.
Ci è stato detto che all’affermazione di Francesco «La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia» contenuta nell’enciclica Laudato Si' andava prestato
un assenso religioso. Ancora oggi ci vien detto che, in quanto cattolici, siamo obbligati a credere nel catastrofico «cambiamento climatico di origine antropica». Secondo i franceschisti, questa affermazione scientifica è diventata parte integrante della dottrina cattolica – «È Magistero!...» –proprio come il dogma della santissima Trinità. Si noti come i franceschisti, quando pronunciano la parola «magistero», tendano ad alzare la voce.Nel corso degli anni, ho preso pubblicamente le distanze da Francesco solo poche volte. In un articolo su Crisis, ho scritto che si sbagliava sul nazionalismo. Ho scritto che J.D. Vance aveva ragione riguardo al «cambiamento climatico» e che il Papa aveva torto. Ho sostenuto che informazioni fuorvianti avevano spinto il Papa ad apprezzare pubblicamente le attività del gesuita arcobaleno James Martin, dando comunque il beneficio del dubbio al pontefice: è possibile che fosse realmente all’oscuro di ciò che padre Martin stava facendo e che la sua cerchia di consiglieri lo avesse ingannato. E ci credo: magari fosse stato un lettore abituale di Crisis magazine!
Come molti
fedeli cattolici, alcune cose promulgate da papa Francesco mi hanno
disorientato. Posso concepire che la Chiesa auspichi l'abolizione della pena di
morte. Ciò che non capisco, tuttavia, è come la pena di morte possa essere, in
determinate circostanze, perfettamente accettabile il lunedì pomeriggio, per
poi diventare un peccato mortale o «inammissibile» il martedì mattina. Questa è la velocità
con cui è cambiato il giudizio della Chiesa. Non capisco ancora come possa
essere peccato mortale per una coppia adultera ricevere la Santa Comunione di
lunedì, ma poi il martedì – con un certo «accompagnamento» – diventi perfettamente accettabile. E con
una nota a piè di pagina, per giunta!
E poi c'è la
benedizione delle unioni omosessuali. Com'è possibile? Naturalmente, i franceschisti
ce l'hanno spiegato. Il sacerdote non sta benedicendo l'unione. Sta solo
benedicendo due persone che si trovavano l’una accanto all'altra, mano nella
mano. Ricordate? Padre James Martin lo ha fatto un secondo dopo l’arrivo
dell’autorizzazione. Alla faccia vostra, brutti tradizionalisti!
Poi, c'è l'insistenza
perché l’ipotesi scientifica circa il «cambiamento
climatico» venga accolta
da tutti come sicuramente vera. Tutti questi elementi fanno parte di ciò che il
franceschista Austen Ivereigh definisce il «magistero di Francesco». E se facciamo resistenza, non saremmo
migliori degli eretici. Per quanto mi riguarda, credo il riscaldamento globale
sia una realtà e che sia una cosa positiva. E le catastrofi? Sono abbastanza
vecchio da ricordare quando si diceva che gli orsi polari stavano scomparendo e
che Wall Street avrebbe dovuto essere già sott'acqua.
Francesco ha
imposto un giro di vite sulle celebrazioni della Messa tradizionale in latino,
un gesto dal sapore vendicativo nei confronti di una considerevole fetta di
fedeli cattolici. I franceschisti sostengono che i tradizionalisti se la siano
cercata. Tra i gesti provocatori, ci sarebbe quella del tizio che ha buttato l’effigie
della Pachamama nel Tevere.
E poi ci sono
le questioni inerenti la persona. Come molti fedeli cattolici, sono rimasto
sorpreso da quanto Francesco sembrasse, beh, meschino e persino vendicativo.
Molti di noi hanno avuto per anni la sensazione di non piacere a Francesco.
Giovanni Paolo II amava tutti. E anche Benedetto. Francesco sembra proprio che non
lo facesse.
I franceschisti
ci ripetevano usque ad nauseam quanto il pontefice fosse gentile e
misericordioso. Ancora oggi ci viene detto che era il Papa della Misericordia.
Ditelo ai tradizionalisti. Ditelo al cardinale Burke, a cui sono stati sospesi gli
emolumenti del Vaticano. Ditelo al cardinale Sarah e al cardinale Müller,
entrambi licenziati in tronco.
Sono impresse
nella mia memoria le immagini di Francesco che ritira improvvisamente la mano dinanzi
a chi voleva baciare non il suo anello, ma quello papale. Quanto
dev'essere stato umiliante per quelle persone che il nostro Padre spirituale ha
trattato con tanta spietatezza.
Ci raccontavano
di quanto fosse umile. Di solito sottolineavano come Francesco avesse
abbandonato i semplici e persino umili appartamenti papali per trasferirsi
nell'hotel del Vaticano, dove occupava un intero piano. La gente faceva il check-in
e veniva avvertita di non avvicinarsi mai al papa. Ricordo quanto papa Giovanni
Paolo II amasse pranzare in allegria, con tanto di discussioni teologiche. E ho
in mente Francesco che mangiava umilmente da solo nella sala da pranzo di un hotel.
Insediatosi ora
Leone, i franceschisti sono preoccupati. Stanno lavorando alacremente per reclamarsi
Leone e, allo stesso tempo, preservare e proteggere l'eredità di Francesco.
Vedremo se ci riusciranno. Sospetto di no, e credo ne siano consapevoli. Si
percepisce un grande senso di sollievo per l'inizio di questo nuovo pontificato.
Woody Allen
diceva che le relazioni sono come gli squali: devono continuare a muoversi o
muoiono. I «progressisti» nella Chiesa sono così. Non un passo
indietro! Lo stesso vale per i franceschisti. Altri nella Chiesa potrebbero
dire: «Che l'oblio
abbia inizio».
[1]
L’autore è il presidente dell’associazione no-profit C-FAM, Centro per la
Famiglia e per i Diritti Umani.
Titolo originale: Let
the forgetting begin pubblicato sul portale Crisis Magazine il 23-5-2025
[2]
Ex-pastore episcopale convertito al cattolicesimo, Taylor Marshall è espressione
del variegato tradizionalismo nordamericano. Per alcuni commentatori sarebbero
state le uscite pubbliche talvolta sopra le righe di Taylor Marshall ad aver
incattivito papa Francesco nei confronti di una sensibilità culturale e
liturgica tradizionale.