A giudicare dalla pubblicità di Banca Etica apparsa su Avvenire — tra arcobaleni speranzosi e pugni chiusi d’altri tempi — verrebbe da chiedersi se, tra le pieghe del giornale della CEI, non si aggiri davvero uno spettro. Non proprio quello del comunismo, certo, ma un suo lontano cugino idealista, convertito alla finanza etica e al tasso agevolato.
L’effetto è curioso: simboli che un tempo animavano le piazze, pugni chiusi e bandire iridate, oggi trovano spazio accanto a riflessioni spirituali e rubriche sulla carità cristiana. Una rinnovata rivoluzione proletaria.
Chi l’avrebbe detto? Il comunismo non è morto… ha solo cambiato grafico pubblicitario.
PS mancherebbe il sol dell'avvenir.
Natalino