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martedì 8 aprile 2025

Perché per il Modernismo è perfettamente “logico” che il Magistero si contraddica?

Suggeriamolo dalle parti di S. Marta, modernismo, la sintesi di tutte le eresie.
Ma c'è qualche speranza: InfoVaticana – Don Javier Olivera Ravasi: "I progressisti hanno paura della nuova generazione di preti. Lettera di Fra’ Betto ai vescovi brasiliani:  “Quattro giorni fa, il famoso attivista politico travestito da frate domenicano, Frà Betto (amico di Lula, Leonardo Boff e altri rivoluzionari di paccottiglia della sinistra latinoamericana) ha pubblicato una lettera aperta indirizzata ai vescovi del Brasile in cui, oltre a mostrare la sua cecità spirituale, esprime la sua enorme preoccupazione per le nuove generazioni di sacerdoti che, nonostante i tempi che corrono, si rivolgono a ciò che ha sempre funzionato: la vita della grazia, la tonaca, la sacralità della liturgia, ecc. E così come ai tempi di Cristo c'erano ciechi che non potevano vedere nonostante avessero la vista (Mt 15,14), così non riescono a vedere cosa sta succedendo oggi e, quindi, a porre rimedio a tanta mancanza di buon senso”".
Luigi C.



1.Per il modernismo il dogma è l’espressione di un sentimento che nasce nell’uomo. Insomma, il dogma sarebbe una sorta di dogma-non-dogma. Al Magistero compete il compito non di definire la verità in quanto tale, bensì la natura della verità; una natura che non è sul piano oggettivo bensì su quello umano, della coscienza individuale, cioè su un piano soggettivo.

2.Dunque, il dogma è legato al sentimento dell’esperienza, ma tale sentimento non è solo soggettivo, bensì è anche necessariamente mutevole, proprio perché l’esperienza per sua natura muta. Gli uomini nel corso della storia hanno concepito diversamente il divino, così come hanno mutato i loro giudizi morali: alcune cose ch’erano condannate in passato, non lo sono più nel comune sentire degli uomini; si pensi alla pratica omosessuale: in passato condannata, oggi ampiamente legittimata.

3.Pertanto, se era giusto che il Magistero di un tempo condannasse gli errori ch’erano ritenuti tali, è altrettanto giusto che il Magistero attuale possa parlare in maniera contraddittoria rispetto al passato, arrivando a legittimare ciò che in passato era condannato. Tutto questo perché il Magistero, secondo il modernismo, deve definire la natura della verità, non la verità in sé; quella natura secondo cui la verità sarebbe fondata sul sentimento dell’esperienza.

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