Luigi C.
La morte
di Papa Francesco - Jorge Mario Bergoglio. Gli ultimi giorni della vita di Papa
Francesco
Papa Francesco
Jorge Mario
Bergoglio
Nascita - 17
dicembre 1936
Morte - 21
aprile 2025
Elezione 13
marzo 2013
Inizio del
Pontificato 19 marzo 2013
Fine del
Pontificato 21 aprile 20025
Gli ultimi
giorni della vita di Papa Francesco. Papa Francesco è morto 66-67 giorni dopo l’inizio
della parte finale della sua vita e delle sue malattie, cioè il 14 febbraio
quando a fine mattinata è stato ricoverato presso il Policlinico “Gemelli”. Si
parlò subito della sua Broncopneumopatia Cronico Ostruttiva (BPCO), malattia che
alla fine con le sue molteplici conseguenze, lo portarono alla morte quando
aveva oltre 88 anni. Un comunicato della Sala stampa vaticana del (fecha) chiarisce
così il perché del decesso di Papa Bergoglio:
Sabato 19
aprile - Visita inspiegabile
Nel pomeriggio di sabato
19 aprile, Francesco visitò per pochi minuti la Basilica di San Pietro,
entrando e poi uscendo dalla Porta della Preghiera distante 50 metri circa
dalla Domus Santa Marta. Il Papa, poco prima delle 18, in sedia a rotelle e
senza naselli per l'ossigeno, ha voluto salutare un gruppo di pellegrini
americani di Pittsburgh (ma non c'è documentazione filmica). Il Pontefice fece
questo “blitz”, come lo chiama la stampa italiana, prima dell'inizio della
Messa presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re.
I filmati disponibili fanno vedere
alcuni secondi in cui il Papa alza con debolezza la mano per benedire e diverse
persone che lo riconoscono e si sentono voci esclamare: Papa, Papa, Papa…
Il tutto è durato 7/8 minuti. Francesco appariva disorientato, sconnesso e a volte il suo sguardo era quello di una persona sorpresa. Una situazione per certi versi simile a quelle del giorno in cui si presenta in Basilica con abbigliamento “stile clochard” (giovedì 10 aprile).
Domenica 20
aprile - Pasqua 2025. La Benedizione Urbi et Orbi
Nella sua ottava sortita
in 38 giorni di ricovero e 28 di convalescenza (in totale 66/67 giorni),
Francesco si affascia per la prima volta dalla Loggia centrale della Basilica
di San Pietro. Il suo Messaggio è stato letto da Mons. Diego Ravelli, Cerimoniere
pontificio. Poi il Pontefice con voce debole pronunciò la Benedizione Urbi et
Orbi. Infine, nella papamobile, senza naselli per l’ossigeno, fece un lungo
percorso fino all’inizio di Via della Conciliazione. Il quadro complessivo, il
contegno, e certi dettagli, destarono subito molta preoccupazione in ambienti
medico-sanitari, inclusi quelli vaticani.
“Occhio
clinico sul paziente”:
la voce
flebile, i momenti di assenza e il disorientamento
Le ultime ore di vita del
Pontefice cominciano nel voler farsi portare alla Loggia centrale della
Basilica per dare un suo ultimo saluto, che sicuramente presentiva come tale. Papa
Francesco si è visto ovviamente debole e stanco, con un forte affanno (forse i
naselli lo avrebbero aiutato?) La pelle del volto, ammorbidita e lucida,
trasmetteva sofferenza. Il Pontefice sembra presente ma non partecipa. Alza
leggermente le braccia a metà con fatica,
Il suo limite più negativo
era la voce, ancora debolissima e di fiato corto. E non era solo raucedine. Era
un segnale gravissimo e profondo sul fatto che la situazione stava
precipitando. Parlare della riabilitazione della voce come si riabilita un arto
frattura è un’altra cosa quando la perdita di questa voce era conseguenza della
polmonite bilaterale.
Il ricupero della voce,
nonostante le tante sedute di riabilitazione, domenica 20 aprile scorso, si è
visto impossibile. Perché? Perché la voce dipende dalla quantità di ossigeno
che si riesce far entrare nei polmoni.
Una caratteristica sequela
della Broncopneumopatia Cronico Ostruttiva (BPCO), dove le ostruzioni
impediscono all’aria inspirata di ossigenare l’intero polmone, è quasi sempre
una severa perdita della voce. Questo fenomeno determina un ridotto passaggio
di aria attraverso le corde vocali e quindi un ridotto lavoro a carico dei
muscoli respiratori e fonatori che le circondano provocando affanno, rispiro
corto e afonia.
La Treccani riassume bene
il meccanismo fisiologico e anatomico della voce umana. Dice: "La voce
umana si origina grazie all'interazione coordinata del sistema respiratorio
(attraverso il quale viene emessa l'aria necessaria per produrre il suono), della
laringe (in cui le corde vocali fanno vibrare l'aria espirata dai polmoni, con
il concorso dei movimenti del torace, del diaframma e delle pareti addominali)
e di cavità come laringe, faringe, naso, bocca, che fungono da risuonatori e
influiscono sul timbro vocale".
Macchie
sulle mani.
Nel filmato della visita del Papa, il 17 aprile, al carcere romano di Regina
Coeli, si è visto nitidamente sul dorso della sua mano destra una macchia
oscura tondeggiante non presente nei filmati precedenti. (Filmato) Ma poi, domenica 20
aprile, nel filmato della visita del Vice Presidente Usa, J. D. Vance, si sono
visto la medesima macchina del giorno 17 e un’altra ma sul dorso della mano
sinistra. (Filmato)
L'espressione
"faccia ippocratica" nel caso di Papa Francesco
su Piazza
San Pietro domenica di Pasqua
22 ore prima
del decesso
La presenza di Papa Francesco sulla Loggia
centrale della Basilica di San Pietro, a mezzo giorno, Domenica di Pasqua, al
momento del suo Messaggio e Benedizione 'Urbi et Orbi', resterà nella memoria
di milioni e milioni cattolici, e non, un momento terribile e doloroso anche
perché provocò ansia e incredulità. Era palese che il Pontefice seduto sula
balcone e poi sula papamobile in piazza stava morendo. In tanti in quei 20
minuti strazianti si sono chiesti e hanno chiesto: ma perché? Che bisogno c’era
di questo evento sconvolgente?
Non c'è medico al mondo
che abbia visto questi momenti in diretta e registrati che non abbia pensato e
detto: ecco, il Santo Padre presenta la tipica espressione cosiddetta "faccia ippocratica" (in latino, facies ippocratica)
che il padre della Medicina, Ippocrate, così definisce: "Rappresenta il
volto tipico, con occhi incavati e lineamenti affilati, dei malati di
peritonite, febbre tifoide e in generale dei moribondi." (Ippocrate nel
Prognostico. «[Se l'aspetto del viso] può essere descritto così: il naso
affilato, gli occhi infossati, le tempie incavate, le orecchie fredde e tese e
i loro lobi distorti, la pelle del viso dura, tesa e secca, e il colore del
viso pallido o livido... e se non vi è alcun miglioramento entro [un
determinato periodo di tempo], si deve capire che questo segno preannuncia la
morte.»
Chi ha pensato e allestito questa
tragica lacerazione dell’umanità?
Non sapremo mai se questa
lacerazione dell’umanità del Papa e di tutti l’ha voluta veramente Papa
Francesco. Oppure chi? Per ci dicono che Papa Francesco ha ringraziato di
essere stato portato nella sua ora finale a Piazza San Pietro.
Ci sembra improbabile che
il Papa avesse in mente la Piazza perché piazza o raduno e comizio. No! Il Papa
avrà avuto in mente Cristo, la sua Chiesa, il suo bilancio al cospetto di Dio,
i santo fedele Popolo di Dio. Probabilmente, se ha detto “piazza”, avrebbe
dovuto essere capita per quello che la parola era: il gregge, i discepoli di
Cristo, i figli di Maria. Lui era il Vescovo di Roma, il Successore di Pietro,
aveva una diocesi e guidava la comunione dei fedeli cattolici nel mondo.
Leggendo quanto la stampa amplificò usando le ultime parole di
Papa Bergoglio ci è venuto spontaneo alla memoria quanto raccontò mons.
Gänswein sulle ultime parole di Benedetto XVI prima di espirare: “Signore, io
ti amo”. Sono certo che Papa Francesco pensò lo stesso.
Le presenze del Papa fuori Santa Marta
dal 23 marzo al 20 aprile.
(1)
Domenica 23 marzo. Angelus del 23 marzo, giorno delle sue dimissioni
ospedaliere. (Balcone del “Gemelli”, Santa Maria Maggiore e percorso verso il
Vaticano).
(2)
Domenica 30 marzo. Domenica del Giubileo dei malati e degli operatori sanitari.
Il Papa si presenta brevi minuti sulla Piazza di San Pietro al termine della
messa giubilare. Francesco incontra un gruppo di fedeli.
(3)
Giovedì 10 aprile. A sorpresa e con un abbigliamento singolare visita la
Basilica di San Pietro per pregare sulla tomba di Papa Pio X e informarsi sui
lavori di restauro in corso all’interno.
(4)
Sabato 12 aprile. Papa Francesco fa visita alla Basilica Santa Maria
Maggiore dove si raccoglie in preghiera.
(5)
Domenica 13 aprile. Il Pontefice torna in Piazza al termine della Messa
della Domenica delle Palme, Commemorazione dell’ingresso del Signore in
Gerusalemme e Santa Messa.
(6)
Giovedì 17 aprile. Francesco visita il carcere romano “Regina Coeli”
dove si ferma quasi mezz’ora e parla con un gruppo di 70 detenuti.
(7) Sabato 19 aprile. Francesco, e alcuni dei suoi collaboratori,
all’improvviso si presenta nella Basilica di San Pietro per brevi minuti.
(8) Domenica 20 aprile. Dalla Loggia della Basilica di San Pietro il Papa imparte la Benedizione Urbi et Orbi dopo che accanto a lui il Cerimoniere pontificio aveva letto il suo Messaggio pasquale. Poi, il Pontefice, sempre senza assistenza di ossigeno esterno, ella papamobile fece un ampio giro fra i fedeli e pellegrini in Piazza.