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lunedì 14 aprile 2025

L. Badilla. La morte dell’ex cardinale McCarrick, noto abusatore ed omosessuale, ma la sua biografia è tuttora nel sito del Collegio cardinalizio

Grazie a Luis Badilla per questa nota sull'ex cardinale Theodore Edgar McCarrick, omosessuale, abusatore di seminaristi e grande amico di Francesco.
QUI MiL i post sull'ex cardinale. 
QUI Stefano Chiappalone sulle ultime notizie su Rupnik.
Luigi C.

La morte dell’cardinale Theodore Edgar McCarrick e il disagio nella Chiesa, ma la sua biografia è tuttora nel sito del Collegio cardinalizio.

La morte a 94 anni, il 3 aprile scorso, di Theodore Edgar McCarrick, presbitero, vescovo e cardinale, accusato di abusi sessuali su minori e adulti, dimesso dallo stato clericale nel 2019 da Papa Francesco, chiude la vicenda umana di uno degli uomini di Chiesa più potente nell'ultimo mezzo secolo. Naturalmente la notizia è stata diffusa da alcune agenzie e poi confermata - con molto disagio e imbarazzo - da fonti autorevoli. Le acque vorticose del caso si erano calmate poco tempo fa quando un giudice decretò che McCarrick non era processabile per i reati che gli erano stati imputati nel 2017 e successivamente.

          All'inizio di aprile, la notizia del decesso è stata data da pochi media, con l'eccezione della stampa statunitense, e in poche righe. La fretta di chiudere per sempre lo scandalo era percepibile, soprattutto nella Chiesa. Ovviamente, da quando cominciarono le rivelazioni sulle malefatte del cardinale, rapidamente e con il massimo cinismo possibile, tutti i suoi amici, ammiratori e sostenitori scomparvero, dal Papa all'ultimo dei suoi amici vicini, tra i quali altri cardinali oggi al vertice della gerarchia vaticana. Quando invece per decenni erano gli altri ad avvicinarlo e a chiedere il suo aiuto, di ogni tipo, quasi tutti facevano finta di non sapere nulla sul come si svolgeva la vera vita del presbitero e vescovo statunitense nato il 7 luglio 1930 a New York.

Decine di casi di uomini potenti della Chiesa con una doppia vita

Risposte insufficienti sino ad oggi: poca trasparenza

          In questa vicenda, i passaggi oscuri che si scoprono studiando la modalità con la quale il Vaticano trattò la questione McCarrick sono numerosi e inquietanti. A volte appare nitida una sorta di metodo: se l'uomo di Chiesa accusato o sospettato è potente, prestigioso e utile, non si tocca e si tace. Se per caso la vicenda salta subito fuori, il trattamento è diverso ed è la gerarchia stessa a prendere iniziative.

          Nella Chiesa, dal Concilio Ecumenico Vaticano II in poi, gradualmente sono scoppiate decine di casi di uomini potenti dalla doppia vita e che comunque, pur essendo situazioni conosciute, hanno potuto fare il buon e cattivo tempo all'interno delle chiese particolari e anche nella Santa Sede. Basta evocare il "filo delle verità tardive" che unisce tantissimi scandali molto simili, cominciando per quello traumatizzante di Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo, fino a quello orrendo - ancora in corso - di Marko Ivan Rupnik, anche lui abusatore seriale scomunicato in segreto e poi reintegrato (sempre in segreto).

          L'ex potentissimo arcivescovo di Washington dal 2000 al 2007 e influente cardinale, famoso, consigliere di alcuni Papi, amministratore di enormi quantità di denaro, pilastro dei rapporti tra la chiesa Usa e il potere politico congressuale e presidenziale, sembrerebbe - anche se deceduto - incutere timore e prudenza. La fortuna, per molti, sta nel fatto che lo scandalo McCarrick scoppiò quando il porporato era molto anziano, 86 anni, e ormai seppure una figurata venerata e rispettata era fuori dai giochi del poetere politico ed ecclesiastico.

Nella biografia ufficiale di McCarrick, a tutt'oggi visibile sul sito della Santa Sede si legge: "Nel gennaio 1998 è stato fra i tre ecclesiastici americani invitati a visitare la Cina e a discutere della libertà religiosa nel Paese. Nel gennaio 2000 il Presidente del Libano lo ha nominato Ufficiale dell'Ordine dei Cedri del Libano. Nel dicembre 2000 il Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, lo ha insignito del Premio Eleanor Roosevelt per i diritti dell'uomo." (Fonte)

Di altri due porporati puniti da Papa Francesco, accusati e processati per delitti sessuali su minori e adulti, abusi e aggressioni, (Henryk Gulbinowicz, Polonia, deceduto il 16 novembre 2020 e Keith Michael Patrick, Scozia, deceduto il 19 marzo 2018), si trovano le loro rispettive biografie sul sito del Vaticano, ma ambedue sono morti con il titolo cardinalizio. McCarrick no.

McCarrick, Viganò dopo il controverso viaggio in Cile

In occasione della vicenda di McCarrick, dopo il 2017 e per lungo tempo, ci furono numerosi tentativi da più parti, fortemente contrapposte, di impostare la questione usando la griglia bergogliani-antibergogliani. Si diceva che si voleva usare lo scandalo, da parte di certa destra cattolica statunitense, contro il Papa Francesco che non poteva ignorare la doppia vita di McCarrick. Altri contrattaccavano sostenendo che ambienti curiali stavano provando a scaricare la questione McCarrick sui vescovi USA per nascondere le gravi responsabilità della Santa Sede.

In sostanza il problema era lineare: chi, come perché aveva coperto e protetto il potente cardinale? Nelle diverse risposte a queste domande si sono inseriti vecchi, antagonismi, controversie fra cordate ecclesiastiche, antipatie personali e. in particolare, le accuse dell’ex Nunzio negli USA nel 2016, scomunicato nel 2024 perché scismatico, Carlo Mara Viganò. (Fonte)

Dopo il controverso viaggio in Cile all’inizio dell’ano 2018 e poi finito il viaggio in Irlanda, comincia per Papa Francesco un lento e progressivo periodo che mette fine per così dire ai primi cinque anni del pontificato in cui sostanzialmente attorno al suo “modo di far il Papa” c’era una sorta di unanimità intoccabile.

Paolo Rodari, allora vaticanista de La Repubblica scrive il 28 settembre 2018: "Papa Francesco, perché non rispondi? Chi tace acconsente”. A un mese dalla pubblicazione del suo memoriale, monsignor Carlo Maria Viganò torna a parlare. Lo fa attraverso un testo pubblicato ancora una volta dal sito conservatore statunitense lifesitenews.com e, in Italia, dal sito web del vaticanista della Rai Aldo Maria Valli. Nel nuovo documento fatto pervenire “dalla località segreta nella quale vive”, l’ex nunzio negli Stati Uniti che ha accusato Francesco e i vertici della curia romana di non essere intervenuti sulla doppia vita del cardinale Theodore McCarrick, va giù duro ancora contro il Papa. Dice: “Né il papa, né alcuno dei cardinali a Roma hanno negato i fatti che io ho affermato nella mia testimonianza. Il detto ‘Qui tacet consentit’ si applica sicuramente in questo caso, perché se volessero negare la mia testimonianza, non hanno che farlo, e fornire i documenti in supporto della loro negazione. Come è possibile non concludere che la ragione per cui non forniscono i documenti è perché essi sanno che i documenti confermerebbero la mia testimonianza?”. (Fonte)

Papa: Le vittime della pedofilia devono presentate prove

Perché la trasferta di Papa Francesco in Cile segna l'inizio di una tappa del suo pontificato? Perché il Cile (e la Chiesa) che la gerarchia cilena aveva raccontato a Francesco era un qualcosa di inesistente. Il Pontefice però, seppure avvertito, aveva scelto di credere ai vescovi negandosi la possibilità di accettare, almeno come ipotesi, che il Paese sudamericano e la Chiesa locale fossero in realtà un'altra cosa. La sua consapevolezza sulla gravità immane degli scandali di pedofilia era troppo bassa e altezzosa, al punto di chiedere pubblicamente alle più note vittime del famigerato prete pedofilo seriale Fernando Karadima di "presentare le prove".

Queste parole del Papa in Cile, nella città di Iquique, ultima tappa della visita prima di andare in Perú, provocarono uno scandalo internazionale severo. Poi, nella conferenza stampa rientrando in Italia, il Papa spiegò così l'incidente che si era sommato al disincanto dei cattolici e dell'opinione pubblica che risensavano la presenza di Francesco irrilevante e frustrante: "Stavo entrando e una giornalista di Iquique mi chiede: «Noi in Cile abbiamo il grande problema del vescovo Barros, cosa ne pensa?». Penso che le parole che ho detto fossero queste, ma prima ho pensato: rispondo o non rispondo? Mi sono detto di sì. Per quale ragione? Perché Barros era stato vescovo di Iquique e una sua fedele me lo chiedeva. Ha diritto a una risposta. E ho detto: «Il giorno in cui avrò una prova parlerò». Credo di aver detto «non ho prove»; credo, ma non ricordo. Ma è registrato, puoi trovarlo. Io parlerei di evidenze e, naturalmente, so che c’è molta gente abusata che non può portare una prova, non ce l’ha. E che non può averla. O a volte ce l’ha, ma ha la vergogna che lo blocca e soffre in silenzio. Il dramma degli abusati è tremendo, è tremendo. Ho dovuto occuparmi due mesi fa di una donna abusata quarant’anni fa, quaranta! Sposata, con tre figli. Quella donna non riceveva la comunione da quell’epoca, perché nella mano del sacerdote vedeva la mano dell’abusatore. Non poteva avvicinarsi. Ed era credente, era cattolica. Non poteva." (Conferenza stampa sull'aereo. 21 gennaio 2018)

La risposta delle vittime al Papa

La reazione di una delle principali vittime di Karadima, oggi membro della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, Juan Carlos Cruz allora rispose al Santo Padre con questo tweet: "E' come se io avesse potuto scattarmi un selfie o una fotografia nel momento in cui ero abusato da Karadima, così come altri, mentre in piedi accanto a noi c'era [il vescovo monsignore] Juan Barros che vedeva tutto. Queste persone altolocate sono folle. [L'account] @Pontifex_es parla di riparazione per vittime. Per non cambia niente e il loro perdono è sempre vuoto". (Tweet in spagnolo: "Como si uno hubiese podido sacarse una selfie o foto mientras Karadima me abusaba a mi u otros con Juan Barros parado al lado viéndolo todo. Estas personas desde arriba están locos y @Pontifex_es habla de reparación a las víctimas. Seguimos igual y su perdón sigue siendo vacío".)