Oggi la Sala Stampa della Santa Sede ha rilasciato le seguenti due comunicazioni ai giornalisti in merito alla salute di papa Francesco.
Evidenziamo nuovamente che dal 14 febbraio nessuna informazione di fonte medica, ad eccezione del briefing «in piedi» del 21 febbraio, è stata resa nota sulle condizioni di salute di papa Francesco, la cui prognosi è riservata da ben diciassette giorni.
Oremus pro infirmo Pontifice.
L.V.
Nella giornata odierna, il Santo Padre ha presentato due episodi di insufficienza respiratoria acuta, causati da importante accumulo di muco endobronchiale e conseguente broncospasmo.
Sono pertanto state eseguite due broncoscopie con necessità di aspirazione di abbondanti secrezioni.
Nel pomeriggio è stata ripresa la ventilazione meccanica non invasiva.
Il Santo Padre è sempre rimasto vigile, orientato e collaborante.
La prognosi rimane riservata.
Dispiace quello che sta attraversando Papa Francesco. Dio lo aiuti e lo protegga in questi momenti difficili che sta passando. Oremus pro Pontifice nostro Francisco!
RispondiEliminaPiazza San Pietro deserta mentre si recita il rosario per il papa morente, credo che sia il segno più emblematico di questa fine di pontificato. Sopratutto di un pontefice che ha fatto dell'apertura al mondo il suo mantra. E lo stesso mondo che prima lo ha esaltato e usato ora lo lascia morire solo come un cane. Che serva di esempio agli Eminentissimi che presto o tardi dovranno eleggere il successore.
RispondiElimina"Ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente."
Totalmente de acuerdo
EliminaPuò sembrare saccenteria, ma credo che al Santo Padre manchi una terapia aerosolica, proprio quella che si fa con un nebulizzatore: è inevitabile che in un soggetto bronchitico cronico riacutizzato si accumulino le secrezioni all'interno delle vie aeree, e che si generi un broncospasmo. Ma proprio per questo occorre che la parete bronchiale sia medicata con farmaci (broncodilatatori e cortisonici) che direttamente arrivano a destinazione mediante un aerosol nebulizzato.
RispondiEliminaQuesto mi impone di consigliare l'esperienza pluridecennale che ho acquisito in un reparto di malattie respiratorie del Policlinico Gemelli (ora sono fuori del servizio attivo, da qualche anno): ma i malati non cambiano e neanche le malattie: il Papa deve essere curato come fimo ad ora è stato fatto, ma aggiungendo l'inalazione di farmaci per 15 minuti alla volta, per tre o quattro volte al giorno. Se non si fa così la situazione non migliorerà, e continueranno le crisi di insufficienza respiratoria acuta, che potrebbero essere prima o poi fatali.
Grazie della comunicazione,
Angelo Di Marzo, pneumologo