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venerdì 21 marzo 2025

Aborto: 40 Giorni per la Vita e la Quaresima. Intervista.

Cari amici, ci teniamo a raccontarvi l’esperienza che è maturata a Modena e che si è recentemente espansa anche a Sanremo, Perugia e a Bologna con la 40 Giorni per la Vita. Si tratta di 40 giorni di preghiera davanti ai centri in cui vengono effettuati gli aborti (in Italia, gli ospedali) e che è partita dagli USA per espandersi in tutto il mondo: in questi giorni sta avvenendo in più di 660 città, coinvolgendo decine di migliaia di volontari, in oltre 63 nazioni diverse.
L'intervista esce in questo periodo in quanto riteniamo che si tratti di un ottimo spunto per arricchire la propria quaresima qualora si riesca a partecipare dov’è attivo in questi giorni, così com’è un ottimo spunto quello di risolversi per attivarsi per farla partire nella propria città.
Ne parliamo con Andrea Silvestri, con una sorella missionaria in Brasile, che è laureato in fisica e lavora come programmatore e, non pago dall'adrenalina degli sport che ha praticato, come il parkour e l'arrampicata, è diventato cofondatore in Italia e responsabile dei rapporti internazionali della 40 Giorni per la Vita.


Gabriele



Andrea, racconta ai nostri lettori di cosa si tratta e di come si è sviluppata la 40 Giorni per la Vita
40 Giorni per la Vita (40 Days for Life) è una campagna internazionale di 40 giorni che mira a porre fine all'aborto attraverso la preghiera e il digiuno, la sensibilizzazione della comunità e una veglia pacifica per tutto il giorno di fronte agli edifici in cui si pratica l’aborto.
Si svolge contemporaneamente in tutto il mondo due volte all’anno in Quaresima ed in autunno.
Modena ha partecipato alla veglia dall’autunno 2023, nella Quaresima 2024 e nell’autunno 2024 di fronte al Policlinico, per 40 giorni dalle 7 alle 19.
La campagna attuale continuerà fino al 13 aprile 2025 all’incrocio tra via Marzabotto e l’ingresso del parcheggio laterale del policlinico dalle 7.00 alle 19.00.
Dal 2007 ad oggi le veglie di preghiera hanno coinvolto un milione di volontari in 64 paesi e salvato 25.308 vite.
Vogliamo essere una presenza per offrire alle mamme alternative all’aborto, vicinanza e sostegno a chi ha già vissuto questo dramma, aiuto e alternative a chi opera nei reparti coinvolti. Inoltre vogliamo sensibilizzare la comunità circa questa ingiustizia che silenziosamente avviene nelle nostre città, affinché cresca consapevolezza e ci si attivi per un cambiamento.
La nostra più grande arma per far terminare l’aborto è la preghiera e la Misericordia di Dio, perché non è una battaglia che si può affrontare solo con mezzi umani, ma richiede il cambiamento del punto di vista e del cuore di un’intera nazione.

Perché si tratta di un ottimo spunto per la quaresima?
La prima campagna è nata in Quaresima, con lo spunto dei 40 giorni e ha in comune con essa sia la durata, come evincibile dal nome, sia la modalità. Infatti preghiera e digiuno sono i due pilastri della conversione quaresimale così come della 40 giorni, unitamente alla manifestazione pubblica. Quindi è un ottimo modo per mettere in pratica quanto richiesto durante questi momenti forti e un piccolo sacrificio utile che può davvero cambiare il mondo.
Per questo non solo è importantissima la preghiera, ma anche il digiuno, a maggior ragione in questo periodo quaresimale, che, come ci ricorda il catechismo, lavora sui cuori avvicinandoci alle sofferenze di Cristo e a quelle di tante mamme lasciate sole con la loro croce personale.

Raccontaci cosa è emerso di bello a Modena e in altre città
Le cose belle accadute sono veramente incontabili in pochi anni.
Credo che la preghiera faccia bene in prima persona ai volontari. E’ importantissima anche far rinascere e risvegliare una città che si è rassegnata al dramma che l'aborto provoca e che resta silente davanti alla carneficina che ogni anno ci porta via più di 500 concittadini. È un modo per risvegliare le coscienze delle persone, ti sveglia, ti scuote, ti spiazza e ti chiede di scegliere da che parte stare.
E siamo lì fisicamente in un luogo pubblico e ben visibile per fare vedere che c'è un popolo della vita, un popolo che non accetta questa ingiustizia, che chiede che ci siano più sostegni e aiuti per la donna in gravidanza. E questo è potentissimo, avere la consapevolezza che non si è soli, e al di fuori di quello che dicono i media siamo in tanti a pensarla diversamente e trovi aiuti dalle persone più insperate e vivi sulla tua pella la moltiplicazione che il Signore promette. Noi ci mettiamo poco e la risposta è stata incredibile, con piu di 350 volontari che in questi anni si sono alternati per pregare anche solo un'ora sul marciapiede, indipendentemente dal tempo atmosferico o dalla temperatura.
Pregare in strada è un'esperienza bellissima, un ritorno anche alle origini della cristianità, quando il credo veniva proclamato in piazza e nelle strade, mettendoci la faccia con le persone e senza difese. Ed è bellissimo che questa dimensione extra regionale stia prendendo piede, con altre 4 città che si stanno unendo a noi in preghiera in vario modo in questi giorni. Bologna, Sanremo e Perugia. Ed è bellissimo sperimentare la fraternità tra noi italiani e con il resto del mondo dove le campagne vanno avanti da decenni in tutto il globo.
Poi abbiamo avuto testimonianze di conversioni, guarigioni del cuore di alcune mamme con cui abbiamo iniziato un percorso di guarigione. Perché oltre alla preghiera ci impegnamo a fare rete e coinvolgere anche le tante altre bellissime realtà locali che già operano nel settore, sia per dare un sostegno economico alle mamme in difficoltà (vedi progetto Gemma) o per chi decide di iniziare una terapia post aborto (Vigna di Rachele).
Abbiamo anche il supporto di tanti medici che lavorano all’interno dell’ospedale, e che, anche si riescono a fermare a volte per una preghiera o anche solo per darci un gesto di apprezzamento e abbiamo avuto la testimonianze di una dottoressa, ora in pensione, che ha lavorato per tanti anni in quel mondo e che, grazie anche alla nostra testimonianza pubblica, ha deciso di raccontarci la sua storia e condividere tutto il disagio nell’offrire un servizio che andava in aperto contrasto con la sua professione medica.
E poi abbiamo avuto la prima testimonianza di un bambino salvato a Modena, da parte di una donna che si è fermata con la macchina davanti alla nostra posizione di preghiera e ci ha detto che aveva deciso di tenere il bambino. E senza che noi le dessimo altro. Perché spesso è così. Le mamme non hanno bisogno di altro che un sostegno, una parola, del sapere che quello che desidera il loro cuore, è giusto e non un fardello di cui liberarsi, come troppo spesso la società ci fa credere. E se nemmeno i tuoi genitori o il tuo compagno ti mostrano un minimo di affetto, non vedi altra possibilità che abortire.
Sono rimasto molto colpito dalla testimonianza di una ragazza sudamericana molto giovane, che, dopo l’ennesima gravidanza e pensando nuovamente all’aborto come unica soluzione, ha deciso di tenere il bambino solo perché una volontaria dei 40 giorni le ha sorriso dicendo che il suo bambino era una benedizione. Nessuno glielo aveva mai detto. Mai un sorriso, mai una parola di sostegno per la cosa più bella che potrebbe esistere.
In tutto ciò si sperimenta la fraternità universale e il potere disarmante della preghiera, perché ogni bambino salvato, ovunque sia, sai che è anche frutto del tuo piccolo si, e l'impatto che ogni nuova vita avrà è immenso e non misurabile, va al di là di ogni sforzo e piccola fatica che ci abbiamo potuto mettere e ci dà la forza di andare avanti sempre col sorriso e la completa fiducia che tutto concorre al bene per chi crede in Dio.

Ti chiedo provocatoriamente: le donne che davanti ai fedeli in preghiera hanno deciso di non abortire, si sono sentite insolentite o vittime di pressioni? O invece erano felici di tenere il proprio figlio? Te lo chiedo retoricamente in relazione alle forti pressioni da parte della pubblica amministrazione modenese affinché vi spostaste dal Policlinico
Direi che le parole più giuste sarebbe dire che si sono sentite libere di portare avanti la gravidanza. Sicuramente più serene e felici rispetto a quando la decisione sulla vita di loro figlio le tormentava.
Perché in fondo solo la Verità ti rende libero. E renderti conto che in fondo non sta a te decidere della vita di un altro essere umano, ma che sei chiamato solo ad amarlo con tutta te stessa è il sollievo più grande
E' proprio un peso enorme che ti si solleva dal cuore. E come già dicevo, per quanto riguarda la nostra ragazza, ma anche per la maggior parte di quelle che ci raccontano, non ci hanno chiesto nulla. Non hanno bisogno di nulla se non di qualcuno che le dica che si, è la cosa giusta da fare, e di andare avanti, che va tutto bene ed è una cosa meravigliosa la nascita di un figlio.


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