Post in evidenza

Tre sono le difficoltà nell’ammettere l’esistenza di Dio. Come risolverle?

Piccolo catechismo dottrinale. Luigi C. Il Cammino dei Tre Sentieri , 1 Gennaio 2025 Ci sono almeno tre difficoltà nell’ammettere l’esisten...

mercoledì 29 gennaio 2025

Luis Badilla. Ancora sulle opere dell’abusatore seriale Rupnik nelle stanze del Papa a Santa Marta

Grazie a Luis Badilla per la ripresa di questa notizia (QUI e QUI MiL con le dichiarazioni, terribili, del card. Fernández).
Ancora sul quadro dell'abusatore Rupnik nello studio di Francesco.
QUI MiL, recentemente: "Francesco conserva ed elogia l’opera di Rupnik nel suo studio".
Luigi C.

Opere dell’abusatore seriale Rupnik nelle stanze del Papa a Santa Marta. E' una condotta spiacevole che non fa onore al Santo Padre.

          Il sito Vatican News, che anni fa sostituì quello della storica Radio Vaticana, con un testo e un video del 23 gennaio dà notizia della conversazione telefonica fra Papa Francesco e membri dell'unica parrocchia cattolica esistente a Gaza. Non è la prima volta. Si dice che alle ore 19, puntuale, dal 9 ottobre 2023, il Santo Padre chiama tutti i giorni ai sacerdoti: il parroco, padre Gabriel Romanelli, o il vice parroco, padre Yusuf Asad. Spesso parla con i fedeli.

          Mercoledì 23 gennaio, Vatican News ha voluto anche diffondere il video della conversazione (il Papa che parla al cellulare). E’ qui che riappare una cosa conosciuta da qualche anno: nella stanza del Pontefice, nella parte addebita a ufficio privato, ma anche in altri ambienti di Santa Marta, è ben visibile un opera dell'ex gesuita Marko Ivan Rupnik, attualmente per la seconda volta sotto processo canonico per chiarire gravissime vicende di abusi sessuali e di potere su almeno 20 donne in tre decenni.

E' noto che Rupnik, alla fine del primo processo del Dicastero per la Dottrina della Fede, venne condannato con la conferma della scomunica. Era il mese di maggio del 2020. Pochi giorni dopo, per decisione di Papa Francesco, sempre nel maggio 2020, questa scomunica venne revocata. Il prete sloveno, oggi a Capodistria, era stato processato per aver assolto in confessione una complice, uno dei delitti più gravi nell'ordinamento giuridico della Chiesa.

          L'ostentata e voluta amplificazione della presenza di opere di Rupnik (originali e riproduzioni che siano) dove vive il Pontefice, grande amico personale del famoso mosaicista, ricco e influente, è un atto disgustoso che non fa onore a Papa Bergoglio, anzi … Non c’è nessuna ragione al mondo che possa spiegare e tantomeno giustificare questo comportamento di Papa Francesco che appare come uno schiaffo alle vittime dell'abusatore seriale autore di condotte criminali ripugnanti.

Oltre la deroga della scomunica.

          Nel sottolineare questa critica non vogliamo entrare nella controversia su cosa fare con le opere dell'ex gesuita Rupnik. E' una polemica che potrebbe servire come arma di distrazione di massa. La cosa fondamentale e centrale è una sola: le vittime, inascoltate e screditate per anni.

          Marko Ivan Rupnik ha commesso per decenni abusi sessuali orrendi approfittando del suo potere, delle sue protezioni e della sua abilità nel manipolare le coscienze. Questo è accertato e fuori discussione.

          In questo momento, da oltre un anno, Rupnik è sotto processo canonico proprio per indagare su questi abusi. In passato, le sue malefatte furono ritenute prescritte e quindi impedivano un processo. Dall'ottobre scorso, dopo la cancellazione della prescrizione per decisione del Papa, un tribunale ecclesiastico indaga.

          Rupnik è quello che è e che ormai tutti sanno. Molti lo sapevano da oltre vent’anni.

          Questa è la questione. Il Papa avrebbe dovuto per cautela istituzionale, misericordia umana e saggezza pastorale, evitare questa esibizione di opere di una persona come Rupnik. Lo stesso avrebbero potuto fare coloro che hanno fatto l'ultimo video e anche quelli di tempo fa.

          Nulla può spiegare o giustificare questa sfida altezzosa e poco cristiana. Fare cose di questo tipo è il contrario di quanto va dicendo Papa Francesco un giorno sì e l'altro anche: "stare vicino alle vittime". E tutto questo andrebbe aggiunto all'errore precedente del Papa: la deroga della scomunica.

Card. Fernández: Il processo a Rupnik non è ancora cominciato. Si deve formare il tribunale. Ci sono casi più gravi ma meno conosciuti.

Giorni fa, in un’intervista, la testata spagnola "Alfa y Omega" ha chiesto al Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, card. Victor Manuel Fernández, notizie aggiornate su Rupnik.

          Il porporato ha risposto: "In realtà, penso a molti altri casi, alcuni forse più gravi anche se meno mediatici. Non possiamo pensare a una nuova legge - [il cardinale fa riferimento allo studio in corso sulla codificazione del "delitto spirituale”, ora inesistente] - solo per un caso, perché questo potrebbe limitare la visione e minare pure l'obiettività del lavoro. Nel caso Rupnik, il Dicastero ha completato la fase di raccolta delle informazioni che si trovavano in luoghi diversi e ha fatto una prima analisi. Ora stiamo già lavorando per istituire un tribunale indipendente per passare all'ultima fase attraverso un processo giudiziario penale. In casi come questo è importante trovare le persone più adatte e che accettino." (Victoria Isabel Cardiel C. - Alfa y Omega)

          Va fatto notare una frase inquietante del cardinale Prefetto: “In realtà, penso a molti altri casi, alcuni forse più gravi anche se meno mediatici”. Francamente leggere queste parole fa venire i brividi. Vicende ancora più gravi di quella di p. Rupnik allo stato attuale delle cose sembrano impensabile eppure il Prefetto dice che forse ci sono.