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domenica 15 dicembre 2024

Perché solo nel Cristianesimo vivono splendore e bellezza?

"La Bellezza salverà il mondo".
Luigi C.

Il Cammino dei Tre Sentieri,  18 Novembre 2024

Si narra che il principe Vladimir di Kiev, nel 987, avesse inviato alcuni suoi collaboratori ad assistere a cerimonie di diverse confessioni religiose, affinché il principe e tutta la nazione abbracciassero quella fede che rivelasse con chiarezza la presenza di Dio. Al ritorno gli emissari dissero: “Quando andammo dai Bulgari, vedemmo come celebravano il culto nel loro tempio, chiamato moschea, dove stanno scalzi. I Bulgari si chinano, si siedono, guardano a destra e a sinistra come posseduti, e non c’è gioia tra loro, ma solo affanno e un tremendo fetore. La loro religione non è buona. Poi siamo andati tra i Germani, e li abbiamo visti celebrare molte cerimonie nei loro templi, ma non vedemmo nessuna gloria tra di loro. In seguito ci recammo in Grecia, e questi ci condussero negli edifici dove adoravano il loro Dio, e non sapevamo se eravamo in cielo o sulla terra. Solo tra i cristiani esiste splendore e bellezza. E’ lì che Dio dimora tra gli uomini. I loro riti sono assai splendidi delle cerimonie delle altre nazioni. Non possiamo dimenticare una simile bellezza. Ogni uomo, dopo che ha gustato la dolcezza, non vuole accettare più ciò che è amaro”.

Ma davvero si può affermare ciò? E’ mai possibile che solo nel Cristianesimo si possa affermare una tal cosa, e cioè che solo in esso si possa trovare splendore e bellezza? In realtà è possibile ed anche doveroso affermarlo senza mai stancarsi. Gli emissari riferirono in questo modo al principe Vladimir di Kiev non perché non si potesse trovare anche in altri confessioni qualcosa di “bello”, bensì perché quel bello che loro avevano contemplato nella liturgia cristiana era espressione di qualcosa che precedeva il rito stesso, ovvero la Verità che il Cristianesimo professa. E’ dalla Verità che scaturisce il valore della Bellezza. Anche se nell’Islam possono esserci delle manifestazioni “belle”, queste non saranno mai l’espressione di una Bellezza previa che ne contraddistingue la Dottrina. Dalla contraddizione, dall’incompleto, dall’errore…non può scaturire alcuna Bellezza, perché questa (la Bellezza) è sempre lo splendore dell’integrità del Vero.