Prepariamoci al S. Natale, anche con gli addobbi.
Luigi C.
Il Cammino dei Tre Sentieri, 5 Dicembre 2024
Per gli addobbi natalizi vanno bene tutti i colori. Più questi sono accesi, e soprattutto luccicanti, più si adattano. D’altronde è giusto che la grandezza del Natale venga significata dallo splendore attraente del contrasto cromatico. E’ giusto perché il Natale è la Festa dell’esuberanza del reale in quanto Dio stesso entra nella Storia dell’uomo affinché essa, dopo la tragedia del peccato, si realizzi e trionfi orientandosi al giusto Fine.
Ma se è vero che tutti colori vanno bene per il Natale, è pur vero che ve ne sono due che nel tempo si sono maggiormente imposti; e sono: il rosso e il verde. Perché questi due colori? A cosa rimandano? La risposta sta in un’usanza molto diffusa presso le popolazioni germaniche fin dall’alto-medioevo. Ci riferiamo a popoli già convertiti al Cristianesimo. L’usanza prevedeva che nella Notte di Natale, prima della celebrazione della Messa di Mezzanotte, dinanzi alla si eseguisse dinanzi alla chiesa una sacra rappresentazione del peccato originale. Improvvisati attori impersonavano Adamo ed Eva, il Serpente e la voce di Dio. La scena aveva come sfondo un albero sempreverde (considerato il contesto territoriale, con ogni probabilità un abete) a cui si appendevano delle mele che significavano il frutto proibito. Ebbene, il rosso e il verde richiamavano l’albero del bene e del male del paradiso terrestre. Il rosso del frutto, il verde dell’albero.
Va da sé che tali rappresentazioni servivano a preparare i fedeli che di lì a poco si sarebbero recati in chiesa per presenziare alla Messa. Il Verbo incarnato è nato per redimire dal peccato dei progenitori, per restituire la Grazia e così riaprire le porte del Paradiso.
Da qui l’importanza di ricordare che quell’albero (il verde) non andava toccato e che quel frutto (il rosso) non andava mangiato…perché la libertà dell’uomo, pur grande (la possibilità di cibarsi dei frutti di tutti gli alberi dell’Eden tranne quelli dell’albero al centro del Giardino) non è illimitata, bensì deve partire dal riconoscimento del bene e del male che non sono a disposizione del proprio arbitrio.