Recitiamo sempre il S. Rosario.
Luigi C.
Il Cammino dei Tre Sentieri, 23 Ottobre 2024
Il Rosario si può recitare facendo qualsiasi cosa. Scrive san Luigi Grignon de Montfort: “(…) bisogna recitare il santo Rosario con modestia, cioè, sempre che si possa, in ginocchio, le mani giunte, il Rosario in mano. Se non di meno si è malati si può dirlo stando a letto, se si è in viaggio si può dirlo camminando; se per una qualche infermità non si può stare in ginocchio si può dirlo in piedi o seduti. Si può anche recitarlo lavorando, quando non si può lasciare il proprio lavoro per soddisfare i doveri della propria professione, giacché il lavoro manuale non è sempre contrario alla preghiera vocale.” (Il segreto ammirabale del Santo Rosario, n.129).
Scrive padre Stefano Maria Manelli nel suo Il Rosario e i Santi: Non dovrebbe mai passare un giorno senza Rosario. Non si dovrebbe sciupare neppure un po’ di tempo in ozio, senza trasformarlo in preghiera con il Rosario. Quante persone, invece, non dicono il Rosario, pur sciupando, forse, ore di tempo dinanzi al televisore, leggendo il giornale o un rotocalco, girando e parlando a vuoto! Ci sono quelli che dicono di non avere assolutamente tempo per il Rosario. E’ impossibile -dicono- trovare un quarto d’ora per recitare una corona. Bisogna crederci? Anche se si volesse credere, si potrebbe dir loro quel che dicevano San Vincenzo de’ Paoli e San Giovanni Bosco: cercate di recitare la corona, distribuita lungo tutta la giornata, una posta al mattino appena alzati, una più tardi, un’altra prima di pranzo… Due minuti ogni tanto, per recitare una posta, non è davvero molto! Ma è necessario recitare la corona ogni giorno come impegno d’amore quotidiano alla Madonna. San Vincenzo de’ Paoli arriva a consigliare di mettere da parte altre preghiere, pur di non lasciare il Rosario. E Sant’Alfonso de’ Liguori metterebbe in pericolo anche il pranzo, affermando che un Rosario vale molto più del pranzo. Era bello vedere come Santa Maria Bertilla si industriava a recitare il Rosario tra una pausa e l’altra del lavoro, dello studio, della ricreazione. Anche San Roberto Bellarmino faceva le soste durante i suoi profondi studi, passeggiando lentamente mentre sgranava la corona. Un santo papà di dieci figli, Giuseppe Tovini, non perdeva tempo quando viaggiava in corriera: recitava una corona dopo l’altra. Bisogna sfruttare bene le pause forzate di tempo che capitano in un negozio, nella sala d’aspetto del medico, in attesa di un treno o di un autobus. Se sapessimo utilizzare questi scampoli di tempo, quante coroncine in più ogni giorno reciteremmo! Il Servo di Dio fra Diego Oddi, umile fraticello questuante, camminava per le vie sempre con la corona in moto fra le sue dita nodose. Era molto attento a valorizzare ogni ritaglio di tempo per riempirlo di Rosario. Soprattutto alle fermate degli autobus, egli era contento delle attese per poter pregare in pace. Una volta capitò con l’Arciprete alla fermata di un autobus che ritardava. Fra Diego invitò subito l’Arciprete a recitare un Rosario. Ma l’Arciprete rispose che da un momento all’altro sarebbe arrivato l’autobus, quindi era inutile cominciare. Fra Diego, con dolcezza, lo esortò a cominciare lo stesso. Per contentarlo, l’Arciprete iniziò …e l’autobus arrivò alla Salve Regina! Quante volte non capita anche a noi di aspettare l’autobus che tarda? Perché perdere tempo? Il Rosario ci aiuta a guadagnare “tesori nel cielo” (Matteo 6,19).