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venerdì 15 novembre 2024

Eparca Manuel Nin. Qualche riflessione post sinodale #sinodo #sinodalità

Qualche riflessione postsinodale di Manuel Nin i Güell, vescovo cattolico spagnolo, dal 2 febbraio 2016 Vescovo Titolare di Carcabia ed Esarca apostolico di Grecia. Grazie a Luis Badilla della segnalazione.
Luigi C.

Qualche riflessione post sinodale. Stralci della Seconda Parte delle riflessioni di mons. Manuel Nin. “Identikit del Festeggiato”. Quando e perché si convoca un sinodo nelle Chiese Orientale, cattoliche e ortodosse?

Testo dell’Eparca Manuel Nin.

 Note per non dimenticare

In primo luogo, il Sinodo dei vescovi. Quando mi dicono: “Beati voi gli orientali che avete avuto sempre la sinodalità”, io rispondo: “Eh no! Noi abbiamo il Sinodo dei vescovi e la collegialità episcopale, che forse non è lo stesso della “sinodalità” che ci troviamo ad avere tra le mani a gestire o provare di gestire in questo nostro momento ecclesiale.

In secondo luogo, la Chiesa Cattolica. Ci sono parole che riscaldano e rinfrancano il cuore, e penso che nel nostro percorso come Sinodo dei vescovi ci avrebbe fatto bene, spiritualmente ed ecclesiologicamente, sentire ad alta voce che siamo Chiesa Cattolica, estesa da Oriente ad Occidente.

Infine, Cristo, cioè Colui con Chi camminiamo. Nel lontano 1999 l’indimenticabile arcivescovo di Bologna, il cardinale Giacomo Biffi, scrisse quel libretto intitolato “Identikit del Festeggiato” in cui il grande vescovo-teologo ricollocava nel centro della riflessione della Chiesa Cristo, Colui che era e doveva essere appunto il Festeggiato nel grande Giubileo del 2000.

Quindi il Sinodo come cammino che la Chiesa Cattolica fa con Cristo, un cammino guidato dai vescovi, e sempre all’ascolto di tutti. In Oriente il Sinodo è oppure ha sempre una dimensione ecclesiologica, ma soprattutto cristologica. Il Sinodo, il cammino che è sempre con la preposizione greca “συν”, cioè “con” Cristo. Mi chiedevo se ci fosse bisogno di un nuovo “Identikit del Festeggiato?”, ma credo basterebbe un semplice “Manuale per il buon uso filologico, e soprattutto, cristologico ed ecclesiologico della preposizione greca “συν”, che ha conformato il nostro vocabolario durante le settimane del mese di ottobre.

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La mia prima riflessione post sinodale era sorta attorno all’icona della Madre di Dio Odigitria, che aveva presieduto le sessioni del Sinodo dei vescovi nel 2023 e nel 2024. Ma diverse volte mi sono chiesto quale icona potrebbe diciamo così rappresentare il / un Sinodo dei vescovi? Questa domanda me la sono fatta diverse volte durante le sessioni del Sinodo.

Cristo è l'alfa e l'omega. Con Lui e mai senza di Lui tutto inizia, tutto quello che siamo e viviamo inizia e arriva alla sua perfezione in Lui. E questo fatto, quel che siamo, viviamo, con chi lo viviamo, è il nostro essere e vivere come cristiani. Un cammino quindi con Lui, e “accanto” ai fratelli. Il “con” -la preposizione greca “συν”- fa riferimento a Lui, a Cristo Signore, che ci guida, che ci precede, che ci sorregge, che ci salva. Il “accanto” fa riferimento ai fratelli, a coloro che come noi sono stati rivestiti di Cristo nel battesimo.

Quindi riprendo un tema che ritengo fondamentale: quel che siamo e facciamo, è con Cristo, guidati da Cristo, preceduti da Lui che cammina davanti a noi. Se questo fatto sarà a tutti chiaro, allora tutta la derivazione “filologica” che abbiamo fatto lungo due anni con e a partire dalla preposizione “συν” avrà un senso.

Quando il Papa, o un patriarca orientale, o un capo di una chiesa cristiana convoca il Sinodo dei vescovi, è un momento ecclesiale molto importante. Infatti, nelle Chiese Orientali cristiane, siano esse ortodosse o cattoliche, quando il patriarca o il capo di una di queste Chiese convoca il Sinodo, lo fa per diverse ragioni.

Una prima è in vista alla consacrazione del Sacro Myron, l’olio Santo con cui saranno unti i neo battezzati, coloro che sono stati rivestiti di Cristo. L’olio Santo con cui saranno unti anche gli altari, le sacre mense su cui vengono santificati, consacrati il pane e il vino; il sepolcro da cui si annuncia ogni domenica il Vangelo della risurrezione, il Vangelo che ci annuncia che quel Crocifisso è Risorto; l’altare, infine, al cui contatto diretto vengono ordinati vescovi, preti e diaconi nelle diverse tradizioni orientali.

Un’altra ragione per la convocazione del Sinodo è quando il patriarca convoca i fratelli i vescovi in vista alle elezioni, alle nomine dei nuovi vescovi. Infatti, essi vengono eletti dal Signore attraverso la preghiera, la comunione e la scelta di coloro che ne fanno le veci nel Corpo di Cristo, cioè di coloro che ne sono i veri vicari, i vescovi. Quindi attraverso il Sinodo, presieduti da colui che ne è il capo e il padre, si eleggono i nuovi membri di questo corpo episcopale, di questo corpo di pastori che guidano le loro Chiese. E questo avviene con e malgrado le loro debolezze, le loro mancanze, i loro peccati, ma sempre sorretti da quella “Grazia Divina” con cui, inginocchiati e toccando l'altare, toccando Cristo stesso, sono stati ordinati vescovi, “επίσκοποι”, cioè, “veglianti” della comunità e della comunione a loro affidata.

Infine, per ultimo ma non meno importante, il Sinodo dei vescovi, nelle Chiese Orientali, è convocato dal capo della Chiesa anche per discutere fraternamente e prendere delle decisioni che toccano la vita di ognuna delle Chiese orientali cristiane.

+P. Manuel Nin - Esarca Apostolico.

(Testo completo – Pdf – Drive)