19-10-24
I media
vaticani e la chiusura degli archivi. Cancellare la memoria uccide la verità.
L’ostracismo digitale di migliaia di documenti pontifici e non solo.
Tra alcuni giornalisti,
studiosi e ricercatori, è noto che, anni fa, mentre prendeva cominciava
l’attuazione della dei media vaticani (marzo-maggio 2017), gli archivi
dell'agonizzante Radio Vaticana (gradualmente smontata dal 2015 in poi) sono
stati fatti scomparire dalla rete. Un qualcosa di simile è accaduto con
L'Osservatore Romano. La discussa iniziativa cosiddetta "riformista"
venne portata a compimento nel silenzio totale, senza il minimo avviso agli
utenti, quasi di nascosto. Ovviamente la speranza, allora e oggi, è una sola:
che questi archivi siano stati messi da parte, ben conservati e custoditi in un
magazzino digitale, cosa che per fortuna già accade con il patrimonio audio
della chiamata, una volta, "Radio del Papa".
In questo campo specifico, secondo diversi
esperti, sembrerebbe che sia stato fatto un lavoro splendido e non poteva
essere altrimenti. La Radio Vaticana, dalla nascita, ha avuto sempre il compito
di custodire e conservare l’audio dei Pontefici.
Media vaticani con archivi mutilati
Un'ipotetica distruzione di questo tesoro,
assolutamente improbabile, sarebbe un vero crimine culturale, religioso e
morale. Per quanto si riesce a sapere, fonti attendibili assicurano che nulla è
stato distrutto.
Quindi, ormai da oltre 7 anni, nei siti dell'ex
Radio Vaticana, oggi Vatican News, e
de L’Osservatore Romano, è impossibile entrare per usare e studiare questi
preziosissimi archivi, dove oltre al materiale pontificio c’è l’impressionate
collezione dei testi del Radiogiornale (materiale storiografico di rilevanza
unica e mondiale), migliaia di trascrizioni di interviste a centinaia di figure
ecclesiastiche, politiche e accademiche.
Per enfatizzare quanto gigantesco sia questo danno
alla Chiesa stessa e alla storia delle religioni basterebbe pensare che un
giorno qualcuno, senza competenza e titolo, decidesse nascondere la Pietà di
Michelangelo. Una sorta d’ironia del destino: un esponente di questa riforma
dei media vaticani, per molto tempo la presentò proprio “come un capolavoro del
grande Michelangelo
Tra le tante perplessità di questa turpe
operazione, che naturalmente nulla ha a che fare con un progetto di vera,
intelligente e adeguata riforma dei media vaticani, ce n’è una che rende più inaccettabile
la chiusura degli archivi in rete dell'ex Radio e dell'Osservatore.
La decisione presa nel 2017 arrivò,
paradossalmente, dopo che la radioemittente vaticana e anche la testata della
Santa Sede, per diversi anni con spese notevoli e fatiche enormi, avevano
digitalizzato decenni di archivi contenenti pezzi della storia, quando la rete
e Internet non c’erano ancora.
Le omelie
quotidiane del Papa
Per fortuna nel sito della Santa Sede sotto la
dicitura "Meditazioni quotidiane", nella homepage, resta aperto
integralmente l'archivio delle oltre 830 famose omelie che Papa Francesco
improvvisò nel corso delle Messe a Santa Marta, dal 22 marzo 2013 al 17 maggio
2020. Si tratta tra l'altro di documenti inestimabili per studiare, capire e
analizzare l'intero pontificato di Papa Francesco.
Invece queste omelie sono in pratica scomparse
negli archivi dell'ex Radio Vaticana. Per ora sono consultabili le 180 Meditazioni del Santo Padre dal 21
dicembre 2017 al 17 maggio 2020. Mancano centinaia di Meditazioni e non si
capiscano i criteri che giustificano questa scelta chiaramente insensata come
insensato è stato togliere interviste, analisi e testimonianze legati
indissolubilmente alla storia di ben 12 pontificati.
Naturalmente, questi fatti apparentemente minori e
forse per non pochi anche irrilevanti, fanno sorgere diverse domande tra cui quella
su quanto ostracismo storico c’è in quest’operazione certamente non necessaria.
Non esistono buone ragioni tecniche che possano
giustificare “cancellazione” pezzi importanti della storia dei Papi da Pio IX
ad oggi.
Quindi si è trattato di una scelta politica?
Perché?