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lunedì 2 settembre 2024

Uno sguardo indietro a cinquantacinque anni di resistenza a Parigi. In omaggio a mons. François Ducaud-Bourget

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1092 bis di Paix liturgique pubblicata il 31 agosto, in cui inizia a raccontare la storia della «resistenza» tradizionale in Francia iniziata nel 1969 e che, senza soluzione di continuità, è giunta sino ad oggi.
In particolare, l’articolo si sofferma sulla figura di mons. François Ducaud-Bourget, protagonista dell’occupazione della Église Saint-Nicolas-du-Chardonnet di Parigi del 1977, che portò alla prima «libertà religiosa» nella Francia post-conciliare.

L.V.


In omaggio a mons. François Ducaud-Bourget

La nostra lotta per far sì che la Santa Messa tradizionale viva pienamente e senza restrizioni a Parigi è la continuazione di una lunga battaglia. Vale la pena ricordare che è iniziata cinquantacinque anni fa, nella cappella dell’Hôpital Laennec di Parigi, che è cresciuta con l’occupazione della Église Saint-Nicolas-du-Chardonnet quarantotto anni fa e che è riuscita a rendere «ufficiale» la Santa Messa tradizionale a Parigi, nella Église Saint-Eugène-Sainte-Cécile quarant’anni fa.

Per darvi qualcosa di cui rallegrarvi, questa settimana e la prossima vi darò una rapida panoramica di questa storia, perché questo processo di resistenza a Parigi, pur essendo eccezionale nella sua portata, è abbastanza esemplare di ciò che è accaduto in molte parti della Francia nello stesso periodo.

1969: la riforma era in corso da cinque anni, dal 1964, con un altare rivolto verso il popolo, la comunione in piedi, le concelebrazioni, la lingua vernacolare e, nel 1968, nuove preghiere eucaristiche. E nel 1969, in una seconda fase, fu pubblicato un Messale Romano completamente nuovo. Si formano gruppi di fedeli per resistere. In tutta la Francia, alcuni sacerdoti coraggiosi si rifiutarono di usarlo, nonostante le sanzioni imposte dai loro Vescovi. A Parigi, mons. Germain Joseph Pierre Marie Maurice Ducaud (1897-1984), conosciuto con lo pseudonimo di mons. François Ducaud-Bourget, personalità straordinaria, sacerdote dell’Arcidiocesi di Parigi, letterato, ex membro della Resistenza ed ex cappellano del Sovrano Militare Ordine di Malta, era cappellano dell’Hôpital Laennec di Parigi (ora scomparso) di rue de Sèvres dal 1961. Quando San Paolo VI rese obbligatorio il suo Messale Romano, mons. François Ducaud-Bourget decise tranquillamente di continuare a celebrare la Santa Messa tradizionale vietata ogni domenica nella vasta cappella dell’ospedale, frequentata da una folla sempre più numerosa. Questo accadeva cinquantacinque anni fa.

Ma nel 1971, un reclamo della sezione della Confédération française démocratique du travail dell’Hôpital Laennec di Parigi (a proposito di una Santa Messa tradizionale celebrata per mons. Georges Darboy, Arcivescovo metropolita di Parigi e martire della Comune) portò – o fu il pretesto – a pressioni da parte dell’Arcivescovado perché si dimettesse.

Era un’epoca di Sante Messe nei garage e nei fienili. A Parigi, mons. François Ducaud-Bourget, 74 anni, iniziò a officiare in una cappella di fortuna allestita in un ex locale commerciale in rue de la Cossonnerie, vicino al quartiere Les Halles, e la domenica in sale conferenze affittate per l’occasione, in rue de Rennes o in rue Las Cases, presso il Musée Social di Parigi, affiancato da sacerdoti parigini o officianti a Parigi, che predicavano, confessavano e celebravano diverse Sante Messe successive. Dal 1974 si trasferirono anche in una seconda sede, allestendo un’altra cappella di fortuna in avenue des Ternes, lontano dalla Salle Wagram, anch’essa affittata per le Sante Messe domenicali.

Al fragore della sospensione a divinis di mons. Marcel François Lefebvre nel 1976, che diede grande notorietà alla sua opera e alla questione della Santa Messa tradizionale, seguì l’anno successivo un altro grande evento, l’occupazione della Église Saint-Nicolas-du-Chardonnet. Mons. François Ducaud-Bourget convocò tutti i fedeli tradizionali di Parigi per la Santa Messa di domenica 26 febbraio 1977, nella Maison de la Mutualité. La Santa Messa non si svolse alla Mutualité. I fedeli furono fatti entrare a piccoli gruppi nella vicina Église Saint-Nicolas-du-Chardonnet e, quando questa fu piena, don Pierre Bellégo, Parroco di Saint-Séverin-Saint-Nicolas, fu espulso. Mons. François Ducaud-Bourget e i sacerdoti che lo accompagnavano celebrarono allora una serie di Sante Messe nella chiesa. E rimasero. Questo accadeva quarantotto anni fa.

In realtà, l’insediamento permanente dei nuovi occupanti nella Église Saint-Nicolas-du-Chardonnet fu il risultato di un arbitrato del Governo, che capì subito il vantaggio elettorale che avrebbe potuto trarre da una «pacificazione» e non si curò di scontentare il card. Gabriel Auguste François Marty, Arcivescovo metropolita di Parigi, di sinistra, e il suo ausiliare, mons. Georges Edmond Robert Gilson. L’Arcivescovo ottenne una sentenza dalla I sezione della Corte d’Appello, in linea con la giurisprudenza consolidata in materia, che ordinava agli occupanti di lasciare i locali, in mancanza della quale don Pierre Bellégo, Parroco di Saint-Séverin-Saint-Nicolas, assegnatario legale, era autorizzato a chiedere l’assistenza della polizia in vista di uno sgombero forzato. Tuttavia, quando la Prefettura di Polizia ha ricevuto la richiesta del sacerdote, ha ritenuto che l’esecuzione dell’ordinanza giudiziaria avrebbe potuto turbare gravemente l’ordine pubblico, data la determinazione degli occupanti della chiesa. E per quarantotto anni la polizia non è intervenuta…

Della questione si occupò Michel Poniatowski, Ministro degli Interni del Presidente Valéry Giscard d'Estaing, e poi il suo successore, Christian Bonnet, dopo le sue dimissioni il 30 marzo 1977, essendo Jacques Chirac stato nel frattempo eletto Sindaco di Parigi. Intervenendo presso il card. Marty per chiedergli di trovare una soluzione pacifica concedendo a mons. François Ducaud-Bourget una chiesa non occupata, Michel Poniatowski (che era parente dello scrittore Michel de Grosourdy de Saint-Pierre) si compiacque di invocare la «libertà religiosa» a favore dei Tradizionalisti davanti all’Arcivescovo conciliare. Da quel momento, la chiesa parigina di boulevard Saint-Germain divenne la vetrina del rifiuto della riforma liturgica.

Oggi chiediamo al successore del card. Marty, mons. Laurent Bernard Marie Ulrich, la libertà della Santa Messa tradizionale. E, in termini molto concreti, che venga ristabilita nella Église Notre-Dame-du-Travail e nella Église Saint-Georges de la Villette. Come i «guardiani» della Église Saint-Nicolas-du-Chardonnet che, nei primi giorni dell’occupazione, si alternavano nella chiesa di notte per evitare che venisse espugnata dagli uomini del prete (che avevano tentato di rompere una vetrata), noi vegliamo e recitiamo il Santo Rosario davanti all’ufficio dell’Arcivescovo, al 10 di rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nella Église Saint-Georges de la Villette (114 avenue Simon Bolivar, 19º arrondissement), il mercoledì alle ore 17:00.

2 commenti:

  1. Non mi sembrano proprio personaggi da esaltare!
    Il male che fecero negli anni ‘70 lo paghiamo ancora oggi.

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  2. Sento che dalla Francia arriveranno belle notizie. ....

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