Venezuela. Due
cardinali di fronte alla diplomazia passiva del Vaticano con la dittatura di
Maduro.
Nel
letargo delle chiese latinoamericane qualcosa si squarcia e alcuni si svegliano.
Il terrore di finire come il Nicaragua.
Solo in questi giorni è stato diffuso il testo
completo di una lettera “privata o riservata” al clero del Paese sudamericano dei
cardinali venezuelani Baltazar Porras (vescovo emerito di Caracas) e Diego
Padrón (vescovo di Cumaná). In teoria il documento doveva essere di
circolazione limitata, cosa, in circostanze come quelle del Venezuela della
dittatura di Maduro, era ed è del tutto impensabile. Giustamente.
La lettera è stata scritta per essere pubblicata
senza apparire come presa di posizione della Chiesa locale in quanto istituzione.
Doveva essere amplificata come autorevolissima ma personale.
Il documento porta la data del 1° agosto. Sono
quattro pagine divisi in 17 paragrafi. (Testo Pdf spagnolo).
I porporati, in estrema sintesi, dicono che la rielezione di Nicolas Maduro è una truffa illegale e elettorale, illegittima e falsa, e che la stragrande maggioranza del popolo venezuelano il 28 luglio scorso votò per il candidato dell'opposizione e non per Maduro che governa con inganni giganteschi dal 2013.
I cardinali sottolineano che l'opposizione
nonostante la repressione ha pubblicato documenti che dimostrano la sua
vittoria cosa invece che il governo di Maduro si è rifiutato di fare. Il
dittatore avrebbe vinto solo perché lo dice lui.
I cardinali si esprimono con chiarezza e decisione
a favore di una resistenza pacifica, continua e coerente, lasciando da parte
velleità o interessi personali. Porras e Padrón precisano con eleganza delicata
ma determinata diverse riflessioni palesemente indirizzata ad ambienti vaticani.
No! a
negoziati fasulli e furbi. Con Maduro è già accaduto
Probabilmente temono che la Santa Sede, il Papa
stesso, possano ancora ripetere l’errore di prendere per oro colato le menzogne
di Maduro. E’ già accaduto almeno due volte.
Porras e Padrón dicono: "Ciò che non possiamo
fare è diventare una Chiesa del silenzio, lasciando passare il tempo come se
niente fosse. Dobbiamo discernere nello Spirito il momento presente come kairos e agire di conseguenza, con
coraggio, secondo lo stile degli apostoli (cfr Libro degli Atti)."
I due cardinali, esponenti di altissimo livello di
una chiesa, quella venezuelana, silente da moltissimi anni, oggi dicono:
"È prevedibile che il governo [di Maduro], come segno di una presunta
legittimità e sicurezza, cerchi di “giocare d'anticipo” con la richiesta di
“dialoghi” [come fatto a più riprese in passato], a cominciare dalle Chiese e
dalle confessioni religiose, con la condizione che [queste organizzazioni]
riconoscano e accettino i risultati elettorali proclamati dal Consejo electoral
Nacional (CNE) e soprattutto la sentenza definitiva del TSJ (Tribunal Superior
de Justicia). Per noi questo è inaccettabile perché significherebbe ignorare
una frode evidente, accettare un usurpazione palese, ignorando la sovranità
popolare che si è espressa inequivoco significherebbe misconoscere la sovranità
popolare espressa in modo inequivoco e dunque il diritto ad esprimere
pacificamente, con decisione e fermezza, la protesta legittima. Di conseguenza,
e nei termini classici, appare all'orizzonte la “nonviolenza attiva”, il dovere
morale di sostenere iniziative giuste per affrontare l’arbitrarietà e violazioni
con la disobbedienza civica e/o resistenza con le sue radici etiche e anche
religiose, secondo lo spirito delle Beatitudini: rispondere al male con il bene
e essere artefici di pace nella speranza che «la verità ci renderà liberi» (Gv
8,32). Fraternamente, i cardinali Baltazar Porras e Diego Padrón".
Ancora la
famosa “amicizia sociale”
In questo ultimo decennio, tra Maduro e il
Vaticano ci sono stati negoziati per trovare soluzioni a crisi identiche (frode
elettorale) ma, alla fine, il dittatore venezuelano ha affondato tutte le
iniziative di dialogo che erano state elaborate e allestite dal Segretario di
stato Parolin, ex Nunzio in Venezuela. Alla fine tutte sprofondate in un
silenzio totale e misterioso. Il prezzo pagato dalla Chiesa venezuelana tuttora
è altissimo.
Anche a questa chiesa latinoamericana venne detto
che il mondo era sull'orlo della Terza guerra mondiale e non era il caso
agitare ancora di più le acque internazionali.
Sono le parole del mantra sull’amicizia sociale,
cosa di per sé buona e auspicabile, ma non buona e soprattutto nefasta quando
dà alibi a coloro che dietro apparente disponibilità al dialogo nascondono
propositi ripugnanti come l’autoritarismo, la dittatura, la repressione, e un
vero odio contro la Chiesa anche se citano la Bibbia o il Papa. C’è un’amicizia
sociale ipocrita ed è molto pericolosa come dimostra la storia anche
recentissima.