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domenica 28 luglio 2024

Rosari per la libertà della Santa Messa tradizionale e per la pace liturgica

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1071 pubblicata da Paix Liturgique il 24 luglio, in cui il presidente Christian Marquant, intervistato da Louis Renaudin, fa il punto sulla libertà della Santa Messa tradizionale in Europa e soprattutto in Francia ed avanza l’iniziativa – coraggiosa ma possibile – per la pace liturgica e la libertà della liturgia tradizionale.

L.V.


Molti fedeli cattolici legati alla liturgia tradizionale, spaventati dalle persecuzioni e dalle voci di persecuzione contro questa liturgia, ci chiedono cosa si debba fare. Abbiamo chiesto a Christian Marquant, Presidente dell’associazione Paix Liturgique, di rispondere alle loro domande.

Louis Renaudin: Molti lettori si sentono smarriti e a volte disperano di vedere mai affermata la giustizia nella Chiesa…

Christian Marquant: Non hanno torto. Il primo passo verso la giustizia sarà stabilire la piena libertà della liturgia tradizionale nelle Diocesi e nelle Parrocchie: in modo che tutti i sacerdoti possano liberamente celebrarla e tutti i fedeli possano liberamente parteciparvi. Sappiamo invece che da più di cinquant’anni i Cattolici vedono la loro fede e le loro abitudini liturgiche calpestate, ridicolizzate e disprezzate da moderni quasi privi di fede e di diritto, che si comportano come veri e propri tiranni nella Chiesa.

Louis Renaudin: Ma come fa a sapere che questi fedeli esistono?

Christian Marquant: Mi permetta di non entrare nei dettagli di un argomento che ho già ampiamente trattato (Lettre 1000, 23 gennaio 2024) [QUI; QUI su MiL: N.d.T.]. Almeno dal 1976, sondaggi d’opinione indipendenti – penso innanzitutto al sondaggio realizzato dal quotidiano Le Progrès di Lione (vedi la stessa Lettre) – hanno mostrato chiaramente che, una decina d’anni dopo il Concilio Vaticano II, una gran parte dei fedeli non approvava gli eccessi moderni che venivano loro imposti con la forza (con scomuniche del tipo: «Se non ti piace, vattene!», o il famoso «Vai da Lefebvre!», che la dice lunga sulla carità dei moderni e sui loro metodi). Uno degli obiettivi dello sconvolgimento conciliare era quello di valorizzare il ruolo dei laici. Al contrario, è stato con disprezzo per i fedeli e in modo violento che sono state imposte loro innovazioni spesso sconvolgenti. Credo che questo sia il motivo principale per cui tanti Cattolici si disaffezionano da una Chiesa di cui non riconoscono le pratiche e i discorsi.

Louis Renaudin: Ma molti sociologi danno a questa disaffezione un altro significato. È dovuta all’evoluzione della società, che in Occidente si sta sempre più secolarizzando.

Christian Marquant: Non nego che questo possa aver giocato un ruolo, ma sarebbe un grosso errore limitare la disaffezione dei fedeli verso la loro Chiesa ai cambiamenti delle nostre società. Al contrario, la Chiesa, trasformata dallo spirito del Concilio Vaticano II, non ha posto alcuna barriera a questa secolarizzazione. Non dimenticate mai che il Concilio Vaticano II ha preceduto il Maggio 1968. Ma il 1968 non sarebbe mai avvenuto nel modo in cui è avvenuto se il Cattolicesimo, che è ancora alla base delle nostre società, non fosse precedentemente esploso a mezz’aria.
Guardate cosa sta accadendo oggi in Germania sotto i nostri occhi, un argomento sul quale pubblicheremo un rapporto nei prossimi giorni e che è molto illuminante da questo punto di vista. Certo, vediamo che le persone continuano a prendere le distanze dalla Chiesa – circa 500mila fedeli in più ogni anno, un numero considerevole – ma molti di loro, che si considerano ancora Cattolici, semplicemente non vogliono più essere associati e pagare le tasse a una Chiesa che non è più la loro.


Louis Renaudin: Possiamo fare un parallelo con la Francia?

Christian Marquant: Certo, in Germania i fedeli che lasciano la Chiesa lo fanno soprattutto perché non vogliono più contribuire al suo finanziamento. Questo è anche ciò che i fedeli cattolici francesi stanno facendo in un altro modo, non dando più soldi a una Chiesa che non corrisponde alla loro fede. I finanziatori delle Diocesi vi diranno che la deplorevole gestione della crisi di covid e la persecuzione della Santa Messa tradizionale hanno provocato un calo delle donazioni. Quindi vedo chiaramente un parallelo, un approccio identico.

Louis Renaudin: Ma donano ad altri gruppi cattolici.

Christian Marquant: Assolutamente! Carismatici e tradizionalisti non hanno problemi. Per questo non condivido la tesi secondo cui la disaffezione dei fedeli nei confronti della Chiesa sia dovuta solo ai cambiamenti della società, perché i fedeli che non vogliono più sovvenzionare una Chiesa deviata possono continuare a essere molto generosi nei confronti di chi agisce e prega secondo ciò che i fedeli amano e desiderano, dimostrando così la continuità del loro attaccamento alla Chiesa. Ma i nostri pastori fanno la guerra contro di loro.

Louis Renaudin: Tuttavia, il 7 luglio 2007…

Christian Marquant: In effetti, c’è stato un momento di pace in cui la vitalità e l’unità della Chiesa avrebbero potuto progredire. Tutti ricordiamo la gratitudine di milioni di Cattolici quando il 7 luglio 2007 Papa Benedetto XVI ha promulgato la sua lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum, in cui ha avviato un ritorno al rispetto e alla carità nella Chiesa, ricordando in particolare che la liturgia tradizionale non è mai stata bandita e che è una ricca risorsa per la Chiesa.

Louis Renaudin: Ricordo il vento di gratitudine e di speranza che soffiava nella Chiesa in quel momento.

Christian Marquant: Un numero incalcolabile di sacerdoti fu sollevato e questo movimento di riconoscimento conquistò i fedeli di tutto il mondo, dimostrando che questo attaccamento agli insegnamenti tradizionali e alle pratiche liturgiche non era solo un fenomeno francese, europeo o americano, ma un movimento universale. In un anno, il numero di Sante Messe tradizionali domenicali in tutto il mondo è raddoppiato.

Louis Renaudin: Davvero?

Christian Marquant: Senza entrare nei dettagli, nel 2019 la liturgia tradizionale era presente in più di ottanta Paesi (Lettre 732, 5 febbraio 2020) [QUI: N.d.T.], un numero considerevole, mentre prima della lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum era presente solo in una quarantina di Paesi. Ciò mette in luce il fatto che questa mania non è nostalgica, ma è l’espressione del sensus fidei di persone di tutte le culture che vi ritrovano chiaramente la loro fede cattolica.

Louis Renaudin: Ma gli effetti benefici della lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum non sono stati all’altezza delle speranze dei fedeli…

Christian Marquant: Assolutamente sì, perché di fronte a questo gesto di pace, un numero considerevole di pastori ha cercato di fare orecchie da mercante.


Louis Renaudin: Come è stato possibile?

Christian Marquant: Basta ricordare che all’indomani del 7 luglio 2007, il quotidiano La Croix ha pubblicato un titolo sul fatto che questa lettera apostolica «motu proprio data» non riguardava la Francia, dove era già stato fatto tutto il possibile per placare la questione tradizionale [QUI: N.d.T.].

Louis Renaudin: Ma era vero?

Christian Marquant: Niente affatto, perché la maggior parte delle richieste di celebrazioni prima del 2007 non erano state ascoltate dai Parroci. La prova è che tra il 2007 e il 2008 si sono formati più di settecento nuovi gruppi di richiedenti, il che indica chiaramente che non è stato fatto tutto il possibile per affrontare la domanda tradizionale in Francia. Ma nella maggior parte dei casi queste richieste pacifiche dei fedeli sono rimaste inascoltate (a titolo di esempio, posso citare un gruppo di richiedenti di Issy-les-Moulineaux, nella regione di Parigi, che avevano scritto al loro Parroco il 30 luglio e che il 10 agosto – meno di due settimane dopo – hanno ricevuto una lettera dal Parroco in cui si diceva che, riflettendoci, non vedeva alcun motivo per accogliere la loro richiesta… senza alcun incontro o dialogo, ovviamente).

Louis Renaudin: Perché?

Christian Marquant: È molto semplice, la lettera apostolica Ecclesia Dei in forma di motu proprio aveva lo scopo di lavorare per «assicurare la piena comunione» della Fraternità sacerdotale San Pio X «con la Chiesa», quando in realtà il problema era ben diverso: era quello di un numero molto elevato di Cattolici che volevano semplicemente continuare a vivere la loro fede cattolica al ritmo della liturgia e del catechismo tradizionale. Questo atteggiamento prevale ancora oggi. È il problema attuale della piena e completa libertà della liturgia tradizionale.

Louis Renaudin: Ancora oggi?

Christian Marquant: Ancora oggi. Guardate cosa succede a Quimper, dove i rimproveri mossi alla comunità di Saint-Mathieu sono, innanzitutto, che esiste e, soprattutto, che non è legittima… poiché non esisteva prima del motu proprio... (vedi la Lettre *** che non riesco a trovare: suppongo prima della lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970). Non si trattava quindi di un movimento di ritorno alla Chiesa conciliare, ma piuttosto di un tentativo di liberarsi dalla camicia di forza moderna tornando a vivere la propria fede secondo le modalità tradizionali: è in gran parte per questo motivo che questo gruppo è perseguitato. Per non parlare della gelosia che deriva dall’avere una chiesa piena nel cuore della città...

Louis Renaudin: Ma nonostante tutto questo, ci sono state oltre settecento nuove richieste…

Christian Marquant: L’associazione Paix liturgique era stata informata della formazione di oltre settecento gruppi di richiedenti provenienti da Parrocchie di tutta la Francia. Tuttavia, sappiamo che solo poche centinaia di loro hanno ottenuto una celebrazione, a volte anche occasionale, di una liturgia tradizionale nella loro Parrocchia.

Louis Renaudin: Questo significa che non c’era richiesta in tutte le Parrocchie?

Christian Marquant: In generale, la Chiesa in Francia è oggi suddivisa in 4.000 parrocchie e la liturgia tradizionale è presente – a volte al minimo con una sola celebrazione durante la settimana – in poco più di 400 territori parrocchiali.


Louis Renaudin: Perché dice «territori parrocchiali»?

Christian Marquant: Perché più di un terzo di queste celebrazioni non si svolgono in un contesto diocesano o parrocchiale. Penso soprattutto alle celebrazioni della Fraternità sacerdotale San Pio X, ma ce ne sono molte altre, come quelle del Centre Saint-Paul di Parigi, che sono ufficialmente ignorate dall’Arcidiocesi di Parigi.

Louis Renaudin: Ma se la Fraternità sacerdotale San Pio X e i suoi amici fossero ignorati?

Christian Marquant: Le Parrocchie interessate da questi luoghi sarebbero meno di 250, il che significherebbe celebrazioni tradizionali in meno del 6 per cento delle Parrocchie francesi.

Louis Renaudin: Il che significa che la stragrande maggioranza delle Parrocchie non ha applicato la lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum?

Christian Marquant: In realtà, sono pochissime quelle che lo hanno fatto; probabilmente meno di un centinaio in tutta la Francia in una decina d’anni, e se ci sono comunque più di 250 luoghi di celebrazione in Francia, è perché al momento della promulgazione della lettera apostolica Ecclesia Dei in forma di motu proprio, molte Diocesi erano state più o meno costrette a «regolarizzare» le comunità che non avevano seguito mons. Marcel François Lefebvre, e che i sacerdoti della Fraternità sacerdotale di San Pietro serviranno in particolare.

Louis Renaudin: Ma alcuni dicono che ci sono state poche domande perché non c’erano candidati?

Christian Marquant: Ho parlato spesso dell’eroicità dei candidati che, ancor prima di iniziare il processo, vengono stigmatizzati: «Volete mettere in pericolo le nostre fragili Parrocchie», ma vengono anche ridicolizzati, messi da parte, trascurati e ignorati: «Ho molte altre questioni di cui occuparmi, quindi vedremo più tardi la sua richiesta», che il più delle volte significa MAI. Ecco perché i sondaggi condotti tra il 2000 e il 2016 ci danno maggiori informazioni sulla percentuale di fedeli che vorrebbero vedere celebrata la liturgia tradizionale nelle loro Parrocchie.

Louis Renaudin: E cosa dicono i risultati dei vostri sondaggi?

Christian Marquant: Mostrano che in ogni Diocesi, in ogni Parrocchia francese, c’è almeno un 30 per cento di fedeli – praticanti e non – che vorrebbe vivere la propria fede cattolica al ritmo della liturgia tradizionale.

Louis Renaudin: Ma non sono stati ascoltati?

Christian Marquant: Quasi per niente.

Louis Renaudin: Ma non avrebbero dovuto fare più rumore? Per far conoscere lo scandalo di cui erano vittime?

Christian Marquant: Non sono rivoluzionari o agitatori, stanno parlando con i loro capi o con lo Stato. Per questo la stragrande maggioranza di loro ha rinunciato a portare avanti richieste che sono state viste come aggressioni dai loro destinatari, agendo come i loro pastori hanno chiesto loro di fare…


Louis Renaudin: In che senso?

Christian Marquant: Nella maggior parte dei casi, i pastori hanno detto «Ci penseremo e pregheremo», e non hanno mai dato seguito, anche quando gli scambi iniziali erano stati promettenti. Direi addirittura soprattutto quando i primi incontri erano stati promettenti.

Louis Renaudin: Quindi per cinquant’anni, e anche dal’anno 2007, molti fedeli sono stati esclusi ed emarginati?

Christian Marquant: Per non parlare delle tante persone che, negli anni Sessanta, sono state semplicemente cacciate dalle loro Parrocchie. Ma la stessa cosa sta accadendo oggi. A ciò si aggiungono coloro che vedono le loro comunità soppresse o in pericolo. Proprio di recente, un membro di un’équipe parrocchiale ha detto a un parrocchiano tradizionale di «tornare da Lefebvre», esprimendo ad alta voce ciò che il suo Parroco stava pensando.

Louis Renaudin: Sono state abolite delle comunità?

Christian Marquant: Semplicemente e puramente. A Parigi, ricordiamo le Sante Messe tradizionali domenicali nella Église Notre-Dame-du-Travail e nella Église Saint-Georges di La Villette, per non parlare delle oltre otto Sante Messe tradizionali settimanali. E non dimentichiamo il Vescovo di Quimper, che vuole cacciare i fedeli da Saint-Mathieu…

Louis Renaudin: Ma cosa possono fare i fedeli?

Christian Marquant: In teoria, nulla. Ma in pratica possono fare molto. Innanzitutto, possono organizzare luoghi indipendenti, come il Centre Saint-Paul, ed essere pronti, se la persecuzione si aggrava, a organizzarli sistematicamente. Abbiamo il diritto alla Santa Messa e ai sacramenti.
In secondo luogo, dobbiamo organizzare una pia protesta liturgica permanente in stile Gilet Jaunes [movimento di protesta francese: N.dT.]. Mi spiego: in teoria, di fronte all’onnipotenza dell’Episcopato, spinto da un Nunzio apostolico tirannico a sua volta guidato da un totalitarismo romano impazzito, i poveri fedeli sono schiacciati da una macchina totalitaria senz’anima e senza pietà, proprio come il Francese medio nella società di Emmanuel Macron. Ma il Francese medio e il fedele medio non conoscono la propria forza. Se questi laici oppressi iniziano a manifestare devotamente i loro desideri, il loro potere diventa infinito.

Louis Renaudin: Cosa propone?

Christian Marquant: Di introdurre la recita pubblica del Santo Rosario nelle Parrocchie dove la liturgia tradizionale è perseguitata, ma anche nelle Parrocchie dove i pastori sono sordi.

Louis Renaudin: Complicato…

Christian Marquant: Coraggioso, sì, ma non complicato.


Louis Renaudin: Come vede le cose?

Christian Marquant: Molto semplicemente… in una Parrocchia dove non è stato concesso nulla, o in un’altra dove i fedeli sono perseguitati dai nemici della Pace, basterebbe organizzare un Santo Rosario a favore della pace liturgica, della libertà della liturgia tradizionale.

Louis Renaudin: Ma quante persone ci vogliono per farlo?

Christian Marquant: Per cominciare, una persona coraggiosa può essere sufficiente. Poi, con la grazia di Dio, potrebbero essere di più, l’unico requisito è la perseveranza.

Louis Renaudin: Perché un Santo Rosario fatto una volta sola si dimentica in fretta…

Christian Marquant: Esattamente, mentre un Santo Rosario regolare, ripetuto e a lungo termine porterà più persone a essere interpellate e probabilmente più azioni.

Louis Renaudin: Come si chiama un Santo Rosario regolare?

Christian Marquant: Come minimo, un Santo Rosario recitato in pubblico, per esempio davanti a una chiesa, una volta al mese… e quando gli inizi si sono stabilizzati, perché non una volta alla settimana?

Louis Renaudin: Tutto l’anno?

Christian Marquant: Se Dio vuole, tutto l’anno, ma anche se il Santo Rosario dovesse essere interrotto durante le vacanze, non sarebbe un problema, purché la persona che l’ha iniziato lo riprenda all’inizio del nuovo anno. Infatti, nulla vieta che gli iniziatori di questi Santi Rosari li continuino durante le loro vacanze al mare o in montagna.

Louis Renaudin: Quindi è un’azione militante e spirituale che tutti possono fare?

Christian Marquant: Sì, anche per coloro che sono soli, o almeno pensano di esserlo, perché presto vedranno dei veri miracoli, soprattutto la consapevolezza di non essere soli.

Louis Renaudin: Lo pensa anche lei?

Christian Marquant: Ne sono certo, e ovunque siano state intraprese queste preghiere, gli iniziatori hanno notato questo, spesso con grande sorpresa.

Louis Renaudin: Il Santo Rosario deve dire per cosa viene recitato?

Christian Marquant: Penso che sia meglio, se è possibile… per esempio, avere in mano un segno come «Libertà per la Santa Messa tradizionale» o «Santo Rosario per la pace liturgica».

Louis Renaudin: È essenziale?

Christian Marquant: Certo che no, ma facilita la comprensione immediata da parte di chi passa. L’ho sperimentato proprio questa settimana quando ho vegliato davanti alla Église Saint-Sulpice a Parigi, dove sono stato interrotto più volte da passanti che volevano assicurarmi il loro sostegno.


Louis Renaudin: Ma non pensa che manifestazioni più ampie avrebbero un impatto maggiore?

Christian Marquant: Non ho nulla contro le grandi manifestazioni e le ho fatte spesso anch’io. Lo stesso vale per gli interventi occasionali alla fine della Messa. Lo stesso vale per le Sante Messe tradizionali «selvagge» come quella di Saint-Germain-en-Laye. E così via.
Ma credo che ci sia bisogno di una protesta pia continua ovunque, per tre motivi:
  1. nella maggior parte dei casi è impossibile organizzare una o più grandi manifestazioni (quando è possibile, bisogna farlo, come ad esempio a Quimper, dove esiste una preghiera settimanale e si svolgono grandi manifestazioni);
  2. in generale, le manifestazioni non hanno conseguenze, a meno che non siano parte di una protesta in corso;
  3. ie persone isolate non sarebbero in grado di organizzarle dove si trovano. Una grande manifestazione è possibile oggi a Quimper, lo era ieri a Port-Marly. Un Santo Rosario di veglia è possibile sempre e ovunque.
Questo significa che la recita di Santi Rosari per la pace, anche con un solo vegliante, può essere organizzata ovunque, e se si persevera… la Provvidenza può avere il desiderio di coronare le nostre preghiere con l’instaurazione di una vera pace liturgica nelle nostre Parrocchie e Diocesi.

Louis Renaudin: Ma negli ultimi anni si sono già tenuti altri Santi Rosari pubblici…

Christian Marquant: In particolare il Santo Rosario per la Francia, che ha avuto un grande successo. Si può quindi immaginare che se si volesse intraprendere un Santo Rosario per difendere la liturgia tradizionale e la fede cattolica, dovrebbe riuscire non solo a fare meglio, ma anche a durare finché lo scopo del Rosario non viene raggiunto.

Louis Renaudin: Per molto tempo, quindi?

Christian Marquant: Per tutto il tempo che Dio vorrà. Nulla di ciò che abbiamo ottenuto è stato ottenuto senza pressione. Ma la pressione attiva deve essere sostenuta da una pressione spirituale. I nostri genitori hanno lanciato la nostra Resistenza cattolica più di cinquant’anni fa… Hanno pregato e combattuto. Ci vuole grande pazienza e perseveranza. La nostra battaglia è la battaglia della fede cattolica. Dobbiamo trasmettere ai nostri figli la possibilità di frequentare la Santa Messa tradizionale e tutto ciò che ne consegue, soprattutto il catechismo cattolico. E questa azione e pressione attiva deve essere sostenuta da un’azione e pressione di preghiera. Con una santa veglia.

Louis Renaudin: Ma è possibile?

Christian Marquant: Insisto, è POSSIBILE E FACILE, ed è un buon modo per mettere in pratica il motto di Santa Jeanne d’Arc: «Les hommes d’armes batailleront et Dieu donnera la victoire» [Gli uomini in armi combatteranno e Dio darà la vittoria: N.dT.].


Louis Renaudin: E possibile ovunque?

Christian Marquant: Sì, ovunque, purché ci siano uno o due fedeli coraggiosi e determinati.

Louis Renaudin: Un’ultima domanda: i Santi Rosari dovrebbero essere centralizzati?

Christian Marquant: Assolutamente no! Al massimo, ognuno dovrebbe pubblicizzarli sui social network. Sarebbe un buon modo di essere missionari.

Louis Renaudin: È possibile contattarla per avere consigli o aiuti materiali?

Christian Marquant: Certo, siamo a disposizione di chiunque abbia bisogno di aiuto, e saremo felici di fornire loro dei cartelli che ricordino le nostre richieste, come «Libertà per la Santa Messa tradizionale» o «Sì alla pace liturgica».

Louis Renaudin: Come posso contattarvi?

Christian Marquant: Il modo più semplice è rispondere a questa lettera o andare alle schede «Qui Sommes-Nous?» [Chi siamo: N.d.T.] e poi «Nous Contacter» [Contattaci: N.d.T.] del nostro sito paixliturgique.com.

1 commento:

  1. Sembra di rivivere le famose “crociate del Rosario” ideate da Fellay. E il bello è che, a missione compiuta e messa tridentina liberalizzata, comunque diceva ai suoi fedeli che non ci potevano andare se a dirla non era uno dei suoi preti illecitamente ordinati.
    Tinte fosche, sulfuree.

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