Oggi 19 luglio, secondo il calendario tradizionale, ricorre la memoria del grande santo della carità: S. Vincenzo de' Paoli (si veda qui un nostro precedente post).
Per la nostra rubrica sugli echi tridentini nel cinema, proponiamo questo bellissimo film del 1947 di M. Clochesu, sul grande santo francese (film che potete vedere sul link in fondo all'articolo).
Roberto
Di seguito una scheda sul film: qui
Il progetto di un film su “Monsieur Vincent” nasce nel 1942. In quel triste momento della Seconda Guerra Mondiale, Maurice Cloche ha in mente di innalzare un monumento cinematografico alla figura e all’opera di san Vincenzo de' Paoli. Vede la miseria e la distruzione che la guerra ha prodotto e pensa che il popolo francese ha bisogno di speranza e voglia di superare i disastri della guerra; e non può dimenticare un altro francese che lottò contro la guerra e impegnò tutta la sua vita per porre rimedio a tante distruzioni. San Vincenzo de' Paoli entra così nella storia del cinema nel 1947. La pellicola ottenne il Grand Prix du Cinéma Français e il Premio Internazionale per la migliore interpretazione maschile alla Biennale di Venezia del 1947. Resta come un modello di autentico cinema semplice, profondo e realistico.
Nel film, i dialoghi sono fondamentali. Scritti da Jean Anouilh, uno dei più grandi drammaturghi dell’epoca, che passò due anni e mezzo nello studio degli scritti vincenziani e ha saputo tradurre tutta la radicalità evangelica dello spirito vincenziano con espressioni di forte impatto, senza cadere in luoghi comuni o fare retorica.
Il regista Maurice Cloche non si è proposto di portare sullo schermo tutta la vita san Vincenzo, ma ha voluto cogliere della sua complessa figura alcuni momenti chiave della sua vita impegnata in difesa degli emarginati e sottolineare la sua “conversione spirituale” a partire dalle realtà socio-economiche-politiche. Con un fine preciso: rendere viva, attuale e dinamica, la figura di un santo di oltre trecento anni prima.
Uno degli aspetti che maggiormente attraggono l’attenzione in questo film è la grande interpretazione di Pierre Fresnay, convertitosi al cattolicesimo proprio durante le riprese del film a causa dell’impatto che gli procurò la vita e l’opera di san Vincenzo. Pierre Fresnay non si è limitato a interpretare san Vincenzo, ma lo fatto rivivere (gesti, intonazione della voce, sentimenti, umanità, fortezza), facendo grande sforzo psicologico e morale per assomigliare il più possibile a san Vincenzo. Fa emergere la personalità di san Vincenzo e ne evidenzia la profondità dello sguardo nei primi piani.
La pellicola, eccellente nei risultati, fu realizzata con mezzi modesti (personaggi ripetuti, attori che interpretano più ruoli, scenari poco grandiosi,…).
Il film contiene delle “licenze storiche” (P. Dodin è arrivato a segnalare 34 errori storici); ha una pessima caratterizzazione di Luisa de Marillac; non mette in evidenza le motivazioni religiose di san Vincenzo; trascura alcune delle sue attività essenziali, … Non bisogna però dimenticare che “Monsieur Vincent” non è una biografia su san Vincenzo, benché abbia una reale base storica.
Se volessimo evidenziare le linee guida o le coordinate fondamentali del film, potremmo sottolinearne due: 1) lo sforzo di penetrare nella realtà umana e nelle sue miserie per trovarvi il mistero dell’Incarnazione in azione: questo sforzo è rappresentato dallo sviluppo della personalità di san Vincenzo che, un poco alla volta, passa dal semplice tentativo di riorganizzare la Chiesa disastrata al fare lui stesso l’esperienza della povertà (“Mio Dio, non sapevo …!”), fino ad una interiorizzare il mistero della presenza del Figlio di Dio nel piccolo trovatello che le Dame vorrebbero rifiutare o nel povero che incontra lungo la strada, tornando dalla corte; e 2) la tensione per la liberazione integrale della persona umana attraverso la carità, che “non è solo dare un pane a chi ha fame”, ma stare accanto ai poveri, che hanno bisogno di vedere in chi li soccorre un misterioso rimando alla Presenza di Dio.
Queste coordinate si sviluppano in un ventaglio di grandi temi che segnano il film: l’amore, la concezione cristiana del mondo di fronte a una società egoista e non solidale, la giustizia e la carità, le due facce della Chiesa, l’organizzazione della carità, … E, come punto focale, che dà senso a tutto, lo sguardo della fede, riassunto nelle ultime battute del film, quando san Vincenzo si sofferma con lo sguardo sulla nuda croce appesa al muro prima di incontrare la giovane Jeanne e consegnarle il suo testamento spirituale
Qui il video: https://www.facebook.com/watch/?v=570676273110485
Quando arrivò nella sua parrocchia, a momenti lo facevano fuori! Aahhh, le belle epoche cristiane di una volta!
RispondiEliminaNon posso vedere questo film perche' non ho facebook. Che peccato!
RispondiEliminaMa è tutto in francese?
RispondiEliminaCoi film francesi capita.
EliminaNon risulta da nessuna parte che Pierre Fresnay si sia convertito al cattolicesimo, anzi, risulta piuttosto che dichiarasse di non avere la fede e convivesse con un'attrice.
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