Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo di Emily Mangiaracina, pubblicato il 18 giugno 2024 sul sito LifeSiteNews, che segue l’articolo pubblicato sul blog Rorate Cæli, secondo il quale alcune fonti hanno riferito che i funzionari vaticani vogliono bandire la Santa Messa tradizionale in un modo «il più ampio, definitivo e irreversibile possibile» (QUI; QUI su MiL).
Ora una fonte ha informato il sito LifeSiteNews che questo divieto sarà probabilmente emesso nel giorno del triennale della lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970.
Pr ora siamo di fronte a due indizi «chiari, precisi e concordanti»; attendiamo e – nell’attesa – prepariamoci.
L.V.
Diverse fonti «credibili» hanno informato un media cattolico tradizionale che il Vaticano sta pianificando di emettere un documento per «bandire» la Santa Messa tradizionale, e una fonte ha informato LifeSiteNews che questo probabilmente avverrà il 16 luglio.
«Si sta cercando di attuare al più presto un documento vaticano con una soluzione severa, radicale e definitiva che bandisca la Santa Messa tradizionale», ha riportato lunedì il blog Rorate Cæli, che ha attribuito la notizia alle «fonti più credibili, in diversi continenti», tra cui «ambienti vicini» al card. Arthur Roche, Prefetto del Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti.
Queste fonti sarebbero «le stesse fonti che per prime hanno rivelato che sarebbe arrivato un documento come la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes» e hanno anche «rivelato al blog Rorate Cæli che il Vaticano aveva inviato un sondaggio ai Vescovi» sulla loro applicazione della Santa Messa tradizionale dopo la lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum del 2007 di Papa Benedetto XVI, che ha permesso un uso diffuso della Santa Messa tradizionale.
Secondo il blog Rorate Cæli, coloro che stanno pianificando questa soppressione «definitiva» della Santa Messa tradizionale sono «frustrati» dai «risultati apparentemente lenti» della lettera apostolica di papa Francesco che limita la Santa Messa tradizionale, in particolare negli Stati Uniti e in Francia, e «vogliono vietarla e chiuderla ovunque e immediatamente».
Questi prelati vaticani, che implicitamente includono papa Francesco e richiedono almeno il suo consenso, secondo quanto riferito, vogliono rendere questo divieto della Santa Messa tradizionale «il più ampio, definitivo e irreversibile possibile». Il blog Rorate Cæli esorta le persone in tutti gli stati di vita a «evitare che il divieto diventi una misura concreta».
LifeSiteNews ha ricevuto informazioni che indicano come data probabile per queste restrizioni previste il 16 luglio, anniversario dell’attuazione della lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes.
Il card. Raymond Leo Burke ha recentemente sottolineato il fatto che la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes si è in un certo senso ritorta contro, perché ha intensificato e moltiplicato l’attrazione per la Santa Messa tradizionale. Il card. Burke ha dichiarato [QUI: N.d.T.]:
Se l’intenzione dell’ultima legislazione Traditionis custodes e di altri documenti che l’hanno seguito era per scoraggiare, per – diciamo – diminuire l’attrazione per la sacra liturgia secondo l’usus antiquior, ha avuto – io direi – l’effetto esattamente opposto. E questo non deve sorprenderci e uno deve pensare che una forma del rito romano che ha nutrito così profondamente e anche producendo tanti santi, i santi dichiarati, anche i santi – diciamo – nascosti, non è possibile che questa forma del rito sia cancellata, sia eliminata dalla vita della Chiesa.
Lo stesso Papa Benedetto XVI ha chiarito con la lettera in occasione della pubblicazione della lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma effettuata nel 1970 che il Messale Romano del 1962 non fu mai giuridicamente abrogato e che nessun sacerdote ha bisogno del permesso del suo Vescovo per offrire la Santa Messa tradizionale, affermando:
Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso.
Seguendo la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes, il card. Raymond Leo Burke ha affermato che la liturgia tradizionale non è qualcosa che può essere escluso dalla
espressione valida della lex orandi […]. Si tratta di una realtà oggettiva della grazia divina che non può essere modificata da un semplice atto di volontà anche della massima autorità ecclesiastica
ha scritto il card. Raymond Leo Burke nel 2021 [QUI: N.d.T.].
In accordo con questa idea, lo studioso di liturgia Peter Kwasniewski ha scritto che i sacerdoti devono resistere ai tentativi di limitare la Santa Messa tradizionale, anche attraverso la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes e i responsa ad dubia su alcune sue disposizioni, «a prescindere da minacce o sanzioni», poiché l’obbedienza a questi documenti minerebbe la missione stessa della Santa Chiesa cattolica.
La Santa Messa tradizionale appartiene alla parte più intima del bene comune della Chiesa. Limitarla, spingerla in ghetti e, infine, pianificare la sua scomparsa non può avere alcuna legittimità. Questa legge non è una legge della Chiesa perché, come dice San Tommaso d’Aquino, una legge contro il bene comune non è una legge valida
ha detto in un discorso durante la Conferenza sull’identità cattolica del 2021.
La vera obbedienza «è sempre obbedienza a Dio, sia immediatamente che mediatamente», ha spiegato il prof. Peter Kwasniewski. Pertanto, se un’autorità comanda qualcosa di contrario alla legge divina o naturale di Dio, «bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini», come dichiarato negli Atti degli Apostoli [5,29: N.d.T.] e affermato da Papa Leone XIII [lettera enciclica Sapientiae christianae: N.d.T.].
Il prof. Peter Kwasniewski ha sottolineato che «il culto liturgico tradizionale della Chiesa, la sua lex orandi (legge della preghiera)», è una «fondamentale espressione della sua lex credendi (legge del credere), che non può essere contraddetta o abolita o pesantemente riscritta senza rifiutare la continuità guidata dallo Spirito della Chiesa cattolica nel suo complesso».
Per sottolineare questo concetto, ha citato le solenni parole della costituzione apostolica Quo primum tempore di San Pio V, che ha notato «non è “solo un documento disciplinare” che può essere facilmente accantonato o contraddetto dai suoi successori; è un documento de rebus fidei et morum, che riguarda questioni di fede e di morale, e quindi non è suscettibile di essere messo da parte da un Pontefice successivo» – cosa riconosciuta dai «suoi successori che, ogni volta che pubblicavano una nuova edizione del Messale Romano, si premuravano di precederla con la costituzione apostolica Quo primum tempore, mostrando di accettare e abbracciare ciò che San Pio V aveva codificato e canonizzato».
La costituzione apostolica Quo primum tempore afferma:
in virtù dell’Autorità Apostolica, Noi concediamo, a tutti i sacerdoti, a tenore della presente, l’Indulto perpetuo di poter seguire, in modo generale, in qualunque Chiesa, senza scrupolo veruno di coscienza o pericolo di incorrere in alcuna pena, giudizio o censura, questo stesso Messale, di cui dunque avranno la piena facoltà di servirsi liberamente e lecitamente: così che Prelati, Amministratori, Canonici, Cappellani e tutti gli altri Sacerdoti secolari, qualunque sia il loro grado, o i Regolari, a qualunque Ordine appartengano, non siano tenuti a celebrare la Messa in maniera differente da quella che Noi abbiamo prescritta […].Similmente decretiamo e dichiariamo che le presenti Lettere in nessun tempo potranno venir revocate o diminuite, ma sempre stabili e valide dovranno perseverare nel loro vigore. […]Che se qualcuno avrà l’audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell’indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo.
Ma cancelleranno anche le Messe della San Pio X? Perchè mi sembra che questo Papa faccia di tutto per aumentare le loro fila. Della serie la DISUBBIDIENZA paga.
RispondiEliminaIo spererei che cancellassero proprio la S Pio X! Fanno danni da decenni.
EliminaSi vis pacem, para bellum.
RispondiElimina10, 100, 1000 VOLTE "VERGOGNA"
RispondiEliminaIncrociamo le dita!!!! Ho lì una bottiglia che tengo per le grandi occasioni. Spero di stapparla e brindare a voi e alle vostre “fonti in altissimo loco”.
RispondiEliminaQuando (non dico SE) codesto apparato burocratico emetterà un documento come sopra prospettato, allora avrà varcato definitivamente il fosso, e avrà scelto irreversibilmente l'apostasia, l'eresia e lo scisma.
RispondiEliminahttps://www.lifesitenews.com/it/news/larcivescovo-cordileone-offrira-la-messa-tradizionale-latina-durante-il-congresso-eucaristico-nazionale/
RispondiEliminaLa chiave di tutto il discorso è proprio l'indulto di S. Pio V, gli emminentissimi sig.ri d'oltretevere devono dirci con chiarezza se lo ritengono ancora valido oppure no. Nel secondo caso allora devono spiegarci cosa significa per loro "perpetuo"!!
RispondiEliminaNon è un diritto bensì un DOVERE disubbidire a leggi ingiuste.
RispondiEliminaTutto il resto è inutile...
Ho avuto questa notizia da un prete che, però, mi parlava più del 15 luglio come data probabile.
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