Riceviamo e pubblichiamo.
Interessante l'analisi sul Nunzio in Francia Celestino Migliore.
Luigi C.
143ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA LORO PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI ALL'ARCIDIOCESI DI PARIGI
La settimana scorsa, mentre annunciavo le nostre veglie, ho citato il nunzio apostolico in Francia, Mons. Celestino Migliore, il cui operato pare più franceschiano che Francesco stesso, e che usa la sua autorità per infuocare l'ardore liturgico antitradizionale dei nostri pastori, ragion per cui svolge oggi un ruolo chiave nella severa applicazione di Traditionis Custodes nel nostro Paese.
La sua nomina in Francia nel 2020 è stata un evento. Infatti, dall’arrivo al soglio pontificio di Giovanni Paolo II, tutti i nunzi a Parigi sono stati nominati seguendo una linea molto classica per rispondere alla particolare situazione della Francia, dove il lefebvrismo e, più in generale, il tradizionalismo, hanno l’importanza che tutti sappiamo. E perciò abbiamo avuto i nunzi Felici, Antonetti, Tagliaferri, Baldelli e Ventura, che erano tutti ratzingueriani.
Celestino Migliore, invece, è un progressista sano (almeno lo era, perché è figlio successivamente del wojtyliano Sandri e del progressista Becciu) e per questo fu mandato in Francia.
Inoltre, non bisogna ignorare che ha tenuto una conferenza particolarmente sorprendente, durante un incontro a Rennes, nel gennaio 2021. Sorprendente perché i nunzi apostolici generalmente si astengono da qualsiasi presa di posizione pubblica di questo tipo (si dice per scherzo che non fanno altro che esortazioni spirituali davanti a delle monache). Inoltre, questo congresso è stato presentato come una sorta di manifesto ecclesiologico dal titolo: “Evangelizzazione e promozione umana. La conversione pastorale secondo Papa Francesco”. Ha parlato in particolare dello choc che ha comportato per il cattolicesimo il divieto di celebrare messe durante l’epidemia di Covid. Secondo lui è un segno della reclusione delle comunità cristiane ripiegate su sé stesse. Se i cristiani erano così turbati è perché la messa, diceva sempre il nostro nunzio, aveva acquisito per loro un'importanza sproporzionata. Insomma, parole che ci hanno ricordato tutti i vecchi discorsi progressisti del dopo Concilio.
È quest'uomo, scelto appositamente tra le personalità più importanti del corpo diplomatico della Santa Sede (è stato osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa, segretario della Sezione per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, nunzio in Polonia e infine in Russia), che fu inviato in Francia, Paese d'elezione tra la resistenza alla riforma liturgica del Concilio, e fu inviato per contribuire a spezzare questa resistenza. E di fronte a tutti i “casi” che si sono moltiplicati a Digione, Le Havre, Grenoble, e oggi a Quimper, possiamo essere certi che il telefono tra la nunziatura e i vescovi ha funzionato senza sosta. Eppure, la resistenza persiste.
Per questo abbiamo anche vegliato a lungo recitando il rosario sul marciapiede dell'avenue du Président-Wilson, davanti alle finestre della nunziatura, cosa che lo infastidiva prodigiosamente, prima di trasferirci davanti agli uffici dell'arcidiocesi, 10 rue du Cloître-Notre-Dame. Ma chissà se non saremo costretti a tornare davanti alla nunziatura?
Le nostre veglie con la recita del rosario continuano lì, davanti agli uffici ell’arcidiocesi, 10 rue du Cloître-Notre-Dame, dalle 13 alle 13,30, dal lunedì al venerdì, a Saint-Georges de La Villette, il mercoledì alle 17, e davanti a Notre-Dame du Travail, domenica alle 18, in concomitanza con i rosari recitati anche dai fedeli di Quimper, martedì pomeriggio davanti all’episcopio.