Grandi parole di un grande santo.
Luigi C.
Il Cammino dei Tre Sentieri, 10 MAGGIO 2024
da Filotea di san Francesco di Sales, Parte I, Capitolo I
La vera e viva devozione, o Filotea, vuole prima di tutto l’amore a Dio, ma non un amore mediocre. Devi sapere che l’amore divino, in quanto abbellisce le nostre anime, si chiama grazia, perché ci rende graditi alla divina Maestà, in quanto ci comunica la forza di operare il bene, si dice carità; ma quando è arrivato a tale grado di perfezione, che, nell’operare il bene, ce lo fa compiere con diligenza, assiduità e prontezza, allora si chiama devozione. Gli struzzi non volano mai, le galline volano a stento, basso e di rado; invece le aquile, le colombe e le rondini volano spesso, spedite e in alto. Così i peccatori non s’innalzano mai a Dio, ma vanno sempre terra-terra; i buoni, che non sono giunti ancora alla devozione, si sollevano a Dio con le loro buone opere, ma raramente, con lentezza e sforzo; le persone devote volano a Dio con frequenza, agilità e vanno molto in alto. La devozione è un’agilità e vivacità spirituale, con cui la carità opera in noi e noi operiamo nella carità prontamente e con trasporto: cosicché mentre è compito della carità farci osservare i comandamenti di Dio, è poi compito della devozione farceli osservare con prontezza e diligenza. Chi non osserva tutti i Comandamenti di Dio non può essere giudicato buono, né devoto: non buono, perché ad essere buono si richiede la carità; non devoto, perché ad essere devoto, oltre la carità, occorrono anche ardore e speditezza a fare le azioni proprie della carità.