Grazie a Marco Tosatti e al Maestro Porfiri per queste riflessioni.
Luigi C.
11 Maggio 2024
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato dal maestro Aurelio Porfiri sul suo canale, Traditio, che vi invitiamo a visitare. Buona lettura e condivisione.
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Parliamoci chiaro: invertire la rotta nella complicatissima situazione in cui si trova la liturgia e la musica sacra della Chiesa cattolica nel novus ordo non è affatto semplice, anzi alcuni possono pensare che sia quasi un tentativo disperato.
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Io avrei quattro proposte per cercare almeno di ripartire per fare in modo che la liturgia sia veramente degna e ben celebrata, non considerando qui le critiche che pur sono state sollevate sul novus ordo stesso e che meriterebbero una trattazione molto più estesa.
1- Ristabilire le priorità. Purtroppo non sarà semplice togliere dalla testa di tante persone che la liturgia non è un momento di intrattenimento spirituale, ma che al centro deve esserci sempre e comunque Dio. Non dimentichiamo che la liturgia è per la gloria di Dio e poi per l’edificazione dei fedeli. Se non si considera che al centro deve esserci Dio si perde veramente il punto essenziale di quello che la liturgia dovrebbe essere.
2- Basta con il falso volontarismo. Non ci inganniamo: anche per liturgia e musica sacra servono risorse, servono soldi. Aver cacciato dalle chiese organisti, cantori e musicisti professionisti ha enormemente impoverito la liturgia e ha devastato la musica sacra. In alcuni paesi può essere meglio, in altri peggio, ma la situazione in generale è tragica. Il volontario accettabile è quello qualificato, non chiunque si presenti per fare qualcosa. Purtroppo una mentalità terribile si è impossessata di tanti impegnati nella liturgia, che confondono la gratuità, che è un atteggiamento interiore, con il necessario supporto alle esigenze materiali di ognuno. Si accuserebbero di venalità i missionari che lasciano tutto per andare in un paese straniero, perché percepiscono un (sacrosanto) emolumento? Bisogna tornare ad un sano realismo che è l’unica via al vero bene.
3- Basta denigrare il passato. Come cattolici siamo fortunati di essere parte di una meravigliosa tradizione liturgica e musicale e dovremmo sentirci orgogliosi di questo e promuoverla, non denigrarla come fosse qualcosa di cui doversi vergognare. Basta con le accuse assurde nei confronti di coloro che, giustamente, amano la Chiesa anche per quello che fatto prima del 1965, che è veramente meraviglioso.
4- Facciamo parlare nuovamente i simboli. Per via della profonda ignoranza in cui è sprofondata l’ecumene cattolica, abbiamo perso il senso dei simboli visivi e sonori. Facciamo parlare ancora i simboli, la bellezza delle vesti liturgiche, la fastosità delle cerimonie, il canto armonioso.
Accadrà che tutto questo verrà considerato? La ragione mi dice che no, tutte queste cose verranno come sempre ignorate, ma la fede ci obbliga a credere nei miracoli.