Luigi C.
137ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA LORO PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI ALL'ARCIDIOCESI DI PARIGI
Il cattolicesimo occidentale sta affondando davanti ai nostri occhi, in una crisi che sta diventando apocalittica. Da ogni parte ci giungono notizie catastrofiche.
Così, la Chiesa americana, così ricca (spiritualmente e finanziariamente), e che era un modello di vitalità mezzo secolo fa, quando iniziò il Concilio, oggi non è altro che un’ombra. Al punto che le finanze della Santa Sede, che essa aveva largamente contribuito a irrigare, si trovarono sempre più in difficoltà. Ad esempio, nella città di Baltimora, la cui popolazione complessiva è diminuita del 17% dal 1980 al 2019, l’assistenza alla messa è scesa nello stesso periodo da 250.000 a 2.000 persone, il che portò l’arcivescovo Lori a ridurre il numero delle parrocchie da 61 a 21, e il numero di chiese da 59 a 26 (BaltimoreSun.com, 14 aprile 2024). A ciò si aggiunge il fatto che nell’autunno del 2023, l’arcidiocesi ha dichiarato bancarotta a causa dei costi previsti per risarcire le centinaia di persone che hanno dichiarato essere state vittime di abusi omosessuali.
L'Irlanda, terra di cristianesimo fino agli anni '60 del XX secolo, ricca di vocazioni sacerdotali e religiose per la Chiesa locale e per le missioni in tutto il mondo, è entrata in un declino che negli ultimi tempi è arrivato fino all'estremo. Nell'isola di San Colombano non sono già le parrocchie ad essere raggruppate, bensì addirittura le diocesi: da sei diocesi nell'Irlanda occidentale, ora ne abbiamo tre. Questo cambiamento radicale è stato annunciato il 10 aprile, assieme ai cambiamenti nell'episcopato. Fino ad allora l'Irlanda era divisa in 26 diocesi, rimaste praticamente invariate dal XII secolo. Le sei diocesi occidentali si ritroveranno con tre vescovi, ciascuno per due diocesi che presto diventeranno una sola. E come al solito, invece di chiamare le cose per nome, l'autore di questi raggruppamenti, il nunzio Luis Mariano Montemayor, parla di “nuove sfide”, di misure che “aumenteranno la vitalità”.
In Italia, dove la grande ondata di secolarizzazione occidentale sembrava essere più lenta, il risveglio conciliare che segna l'attuale pontificato condusse ad un allineamento con il crollo degli altri paesi latini d'Europa, Francia, Spagna, Portogallo. Il sociologo Luca Diotallevi, nel suo libro “La messa è sbiadita. La partecipazione ai riti religiosi in Italia dal 1993 al 2019” (Rubbetino, 2024), ritiene che il cattolicesimo potrebbe scomparire dall'Italia. La frequenza alle messe è infatti scesa negli ultimi trent’anni dal 37,3% della popolazione nel 1993 al 10% nel 2019, e addirittura in alcune regioni quasi a zero, un mero 1,2%, come in Francia. Il calo è più marcato a partire dal 2005, con un ulteriore calo nel 2020 e nel 2021, gli anni del Covid. Nel 2017, per la prima volta, il numero di cattolici nel Paese del Papa che mai assistono alla messa ha superato il numero di coloro che dichiarano di frequentarla almeno una volta alla settimana. Diotallevi ritiene addirittura che questi dati, per vari motivi, siano superiori alla realtà e che la percentuale reale dei cattolici praticanti sia addirittura inferiore a quello delle statistiche ufficiali.
Ecc., ecc.
Dobbiamo essere ben consapevoli di questo contesto di tramonto del cattolicesimo nella nostra lotta per la libertà della liturgia tradizionale. Perché rivela in modo lampante l'inettitudine della persecuzione contro una parte di questo cattolicesimo che ancora vive, persecuzione orchestrata da Roma stessa e docilmente applicata dai nostri pastori locali. Parlo di inettitudine, perché l’imprenditore che sono resta sconcertato dalla gestione suicida di chi dirige le diocesi e la Chiesa di Francia. Ma dovrei infatti parlare di uno scatenamento diabolico, che porta a soffocare per delitto di tradizionalismo questa congregazione femminile che ha ancora vocazioni, quella parrocchia le cui aule di catechismo sono troppo piccole per il numero dei bambini, quell’altro luogo di messa domenicale stracolmo, addirittura con più fedeli della vicina cattedrale.
Lo stesso vale a Parigi, dove sono state soppresse sei messe feriali e tre messe domenicali, mentre sei luoghi di culto sono stati semplicemente erradicati dalla cartina geografica.
« Per questo chiediamo semplicemente, in nome della vera libertà dei figli di Dio nella Chiesa, che venga riconosciuta la piena e completa libertà della liturgia tradizionale, con il libero uso di tutti i suoi libri, in modo che, senza ostacoli, nel rito latino, tutti i fedeli possano beneficiarne e tutti i chierici possano celebrarla», proclama Jean-Pierre Maugendre nel suo appello internazionale. Ripetiamo devotamente questo appello con le nostre “veglie” pregando il rosario, recitati al 10 di rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 13,30, a Saint-Georges de La Villette, il mercoledì alle 17, e davanti alla Madonna del Lavoro, domenica alle 18.00.