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venerdì 19 aprile 2024

"Le opere di Rupnik vanno smantellate, affronto alla fede e alle vittime". La richiesta USA, ma il Vaticano tace #rupnik #vaticano

Ancora sulle vicende Rupnik.
E un'inspiegabile silenzio del Vaticano, che, ancora pochi giorni fa, ha inserito l'ex gesuita nell'Annuario Pontificio 2024 (QUI MiL).
National Catholic Register – Editorial: "Già è tempo per rimuovere l’arte di p. Rupnik: “Quei visi lunghi, quegli occhi neri - ora mandano la nostra mente e il nostro cuore altrove, provocando scandalo. La bellezza e la religiosità che un tempo possono avere posseduto sono andate perdute; le accuse contro padre Rupnik sono troppo numerose e troppo oscure"".
QUI The Pillar: "Il consiglio dei Cavalieri di Colombo di Washington, DC, ha richiesto la realizzazione di mosaici nella cappella creati dall'artista caduto in disgrazia p. Marko Rupnik verrà rimosso dal Santuario di San Giovanni Paolo II della zona, che è sponsorizzato dall'organizzazione fraterna dei Cavalieri di Colombo".
QUI Michael Haynes su X: "#Vatican la Congregazione per il Culto mi ha detto che padre Marko Rupnik non è un consultore dell'ufficio, affermando che l'Annuario Pontificio 2024 non è aggiornato. Rupnik è diventato consulente nel 2017, il suo mandato di 5 anni dovrebbe terminare nel 2022.
@LifeSite. Dettagli- https://lsn.click/oEWvqM
.QUI i post pubblicati sul caso Rupnik da MiL.
Luigi C.

Franca Giansoldati, Il Messaggero, 17-4-24

Opere ripugnanti per la fede e per le vittime degli abusi: vanno smantellate». Anche negli Usa, come in Francia, autorevoli gruppi di cattolici si stanno muovendo per distruggere e smobilitare le opere artistiche a carattere sacro dell'ex gesuita (ancora prete) e accusato di pesantissime violenze sessuali e psicologiche da diverse donne. Un orribile caso ben conosciuto anche in Vaticano che sta sollevando l'indignazione dell'opinione pubblica mondiale per via delle diverse tutele e degli appoggi ricevuti in questi anni da Rupnik da alcuni cardinali e vescovi di curia. Si sussurra che persino il Papa sia intervenuto a suo favore per fargli togliergli una prima scomunica, due anni fa, anche se Francesco interpellato dalla Ap l'anno scorso aveva tagliato corto: «Per me è stata una sorpresa, davvero. Una persona, un artista di questo livello, per me è stata una grande sorpresa e una ferita». Quest'anno ha autorizzato un nuovo processo al Dicastero della Fede dove sono cominciate ad arrivare le prime testimonianze delle vittime.
Negli Stati Uniti il Cardinal O'Boyle Council, uno dei gruppi che sostiene i Cavalieri di Colombo ha approvato una risoluzione lo scorso 9 aprile in cui si invita a rimuovere dal santuario dedicato a Giovanni Paolo II le opere musive. La notizia è filtrata su The Pillar e racconta che il Consiglio ha chiesto la sostituzione dei mosaici con altre opere liturgiche adatte alla celebrazione dei sacramenti e procedere verso una ristrutturazione completa del lavoro fatto a suo tempo da Rupnik e generosamente finanziato dai Cavalieri di Colombo.

«O'Boyle Council invita la leadership esecutiva dei Cavalieri di Colombo a fare immediatamente scuse pubbliche alle vittime di Rupnik» aggiunge la risoluzione.«I mosaici sono ripugnanti alla fede, alla morale e alla pietà cristiana dovuta e mancano di valore artistico a causa del fatto che Rupnik, secondo quanto riferito, ha consumato i suoi abusi sessuali proprio attraverso la creazione delle sua opere».

Nel 2018 la Compagnia di Gesù aveva intrapreso sull'artista sloveno delle indagini preliminari che nel maggio 2019 erano state giudicate credibili dallo stesso suo ordine religioso, inviando quindi in Vaticano l'incartamento. Poco tempo dopo a Rupnik vennero ordinate una serie di sanzioni e restrizioni che lui non rispettò mai e nel 2020 il Dicastero della Fede decise per lui la massima pena, la scomunica, per l'assoluzione di complice. Nel maggio del 2020, con la lettera protocollare n. 685/2019 pubblicata dal blog conservatore Messa in Latino, firmata dal cardinal Ladaria e da monsignor Di Noia, veniva notificata la scomunica anche se poi una “mano ignota” in alto loco ha revocato la scomunica.

La scomunica fu decisa perchè Rupnik avrebbe assolto sacramentalmente una donna dopo un incontro sessuale, un crimine grave per il diritto canonico. Le accuse col tempo hanno portato alla richiesta di rimozione delle opere artistiche in diverse parti del mondo e anche nel Santuario a Lourdes, in Francia.

A Rupnik nel frattempo sono anche stati revocati anche titoli accademici, tuttavia sull'Annuario pontificio di quest'anno il suo nome figura ancora tra i consultori del Dicastero del Culto Divino. Una amara sorpresa per le vittime e per la stessa opinione pubblica in un momento in cui la credibilità della Chiesa nella lotta contro gli abusi è sotto pressione e messa in discussione .

5 commenti:

  1. Speriamo le tolgano presto dalla circolazione questi mostri.

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  2. Quindi eliminiamo tutti i Caravaggio? Vanno eliminate le opere se sono brutte. non perchè l'autore è un criminale!

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  3. Se si guardasse alla moralità degli artisti delle epoche che ci hanno preceduto, si scoprirà che dovremmo distruggere la Pietà, la cappella Sistina e altre opere di Michelangelo, per non parlare di Caravaggio. Attenzione. Non è nuova nella storia della Chiesa la realtà dei “puritani”. Si butta quel che c’è di male, ma si tiene quanto c’è di buono, questa è la regola spirituale morale.

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    1. No non ci siamo proprio. La situazione di Rupnik non è minimamente paragonabile agli artisti del passato seppur peccatori e alcuni di loro non certo degli stinchi di santi. Rupnik, ricordo che è per di più un sacerdote, ha fatto cose orrende e blasfeme con delle consacrate, mentre "creava" le sue opere, e tutto questo con il silenzio e l'appoggio del Vaticano e di parecchi prelati. Ma ci rendiamo conto della gravità? Rimuovere i mosaici è il minimo che si possa fare per le vittime.

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  4. Sono d'accordo che si butta ciò che è male ma si tiene quanto è buono... Nel caso di rupnik, ahimè, è cattiva anche l'arte. Le sue opere dozzinali, materialiste non ispirano la preghiera. Unico pregio... evidenziano l'iconoclasmo delle chiese moderne, riempite alla meno peggio con piastrelle rupnikiane che non sfigurerebbero in metropolitana oppure, ancora meglio, nei vespasiani di un centro commerciale suburbano.

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