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mercoledì 17 aprile 2024

In chiesa NON SI DEVE applaudire. Aurelio Porfiri

Grazie a Marco Tosatti e al Maestro Porfiri per queste riflessioni su un abuso che si vede e si sente sempre più spesso nelle nostre chiese.
QUI Padre Pio; QUI Giovanni XXIII.
QUI, QUI, QUI, QUI MiL.
Luigi C.

15 Aprile 2024

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo post pubblicato dal maestro Aurelio Porfiri sul suo canale “Traditio” che vi suggeriamo di visitare. Buona lettura e condivisione.
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Chissà quante volte vi è capitato di suonare o anche solo partecipare ad un funerale e di assistere all’applauso al feretro.
Applausi? Uno è già morto e anche se lo applaudite non può fare il bis.
Da una cerimonia religiosa ci si aspetterebbe che le preghiere possano intensificarsi, non gli applausi. L’applauso, come ben sappiamo, è un gesto per esprimere approvazione per una performance o come gesto di omaggio ad una persona che si è distinta per qualcosa di particolare. Onestamente non credo che al morto serva approvazione o ringraziamento in quella specifica occasione, quello che serve è che la sua anima venga raccomandata a Dio.
Già san Giovanni XXIII, in occasione di una Messa di Quaresima a Ostia, vicino Roma, aveva detto: “Sono molto contento di essere arrivato fin qua ma, se vi debbo esprimere un desiderio, (è) quello che in Chiesa non gridiate, non battiate le mani e non salutiate neanche il Papa, perché templum Dei, templum Dei (il tempio di Dio è il tempio di Dio). Ora, se voi siete contenti di trovarvi in questa bella chiesa, immaginate se non è contento il Papa di vedere i suoi figliuoli. Ma appena li vede i suoi figliuoli mica batte loro le mani in faccia. E questo che sta davanti a voi è il successore di San Pietro”. Il problema è che l’applauso è un modo che le persone usano per esprimere qualcosa, un qualcosa che non sono state più educate ad esprimere con la preghiera. La terribile diseducazione alla preghiera ha portato al fatto che si cercano altre vie di sfogo per la propria espressività, è una di queste vie, lo avete capito, è l’applauso.

Anche Joseph Ratzinger aveva affermato: “Là, dove irrompe l’applauso per l’opera umana nella liturgia, si è di fronte a un segno sicuro che si è del tutto perduta l’essenza della liturgia e la si è sostituita con una sorta di intrattenimento a sfondo religioso”. Eppure questo modo di fare non è scomparso dalle nostre liturgie ma sembra divenuto oramai un elemento quasi integrale.

Tutto questo ci dimostra fino a che punto di sia perso il senso della liturgia e del sacro, una perdita che credo sarà difficile recuperare.