Riceviamo e pubblichiamo: "Appena uscita la nuova Dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede “Dignitas infinita circa la dignità umana”. Cosa pensare? Ne parla Zenone di Fede & Cultura col nostro Luigi Casalini di blog.messainlatino.it".
QUI Gaetano Masciullo in un altro video sulla Dignitas infinita.
QUI e sotto il video integrale Casalini\Zenone.
Reinformation.TV - Jeanne Smits : Dignitas infinita, una visione naturalista dell’uomo (2) : “…Come abbiamo visto ieri, la Dichiarazione Dignitas infinita del Dicastero per la Dottrina della Fede omette quasi totalmente la grazia - l'inaudito dono gratuito di Dio di cui la creatura umana ha bisogno per sfuggire alla dannazione eterna - e il peccato mortale, e attribuisce all'uomo una dignità "infinita", "intrinseca", che nulla, nemmeno una "deficienza morale", può intaccare nella sua esistenza. In modo molto logico, il cardinale Victor Manuel Fernandez, responsabile della "messa a punto" del documento in preparazione da cinque anni, ha fatto notare in conferenza stampa che Papa Francesco, il riferimento più frequentemente citato nella Dichiarazione, solleva volentieri la questione di un "inferno vuoto", suggerendo che la volontà dell'uomo ha così tanti limiti che nessuno merita davvero di andarci. (...) È tutto questo che è tragicamente assente dalla Dignitas infinita, e le conseguenze di una tale glorificazione dell'uomo in quanto tale - che si trasforma inevitabilmente nel culto dell'uomo, e quindi in una vecchia falsa promessa, "sarete come dei" - devono essere portate alla luce. Perché in realtà si tratta di capovolgere la nostra fede e il rapporto dell'uomo con Dio.(…) Qui possiamo vedere il cambiamento politico nel discorso sulla dignità umana, attraverso l'uso del solito linguaggio di Papa Francesco tratto dalla "teologia del popolo", essa stessa un avatar della teologia della liberazione. L'osservazione sulle "strutture sociali alternative" è tratta da uno dei discorsi di Francesco ai "movimenti popolari".(…)Il problema sta nella confusione. È una confusione voluta, poiché è affermando la differenza tra "dignità ontologica" e "dignità morale" che la Dichiarazione Dignitas infinita, tutta improntata al pensiero di Papa Francesco, docilmente e avidamente ripreso dal cardinale Fernandez, "dimentica" le conseguenze della perdita della seconda per fondare - ad esempio - il divieto della pena di morte recentemente inserito nel Catechismo della Chiesa Cattolica. (…) Basando tutto sulla "dignità infinita dell'uomo", un essere creato così dipendente da Dio, che solo possiede una dignità infinita, la Dichiarazione esagera il creato rispetto al Creatore; l'adorazione e il servizio dovuti al Creatore passano in secondo piano, incagliati da qualche parte nella palude della "libertà religiosa"; Esalta l'uomo fino a facilitarne il culto, finché il giusto stupore per il creato porta questo pensiero a dimenticare Dio e a un panteismo, una spiritualità globale che sta già prendendo forma in modo sempre più preciso. In ogni caso, non li contraddice non ricordandoci che, senza la grazia, l'uomo nella sua condizione decaduta di quaggiù è in uno stato di sottomissione al male.(…) Non hanno vita interiore coloro che scrivono pagine su pagine e dimenticano (la) vera dignità dell'uomo?".
InfoVaticana – Néstor Martìnez: "La dignità infinita, precisazioni filosofiche “…San Tommaso estende il concetto di "dignità" a tutto l'universo creato, a causa dell'infinita dignità del Fine a cui quell'universo tende, che è sempre Dio, anche se non c'è dubbio che il modo in cui le creature razionali, da un lato, e le creature irrazionali, dall'altro, tendono a quel fine è essenzialmente diverso. Questo mostra il carattere relativo, anche se reale, dell'asserita "dignità infinita" di una creatura, come espresso nel testo citato di San Tommaso.”(…) la Dichiarazione si avvicina ad affermare che la pena di morte è intrinsecamente malvagia, senza tuttavia farlo. Comprendiamo che una tale affermazione non può essere fatta, perché implica affermare che la Chiesa, per duemila anni, ha insegnato come moralmente lecito ciò che in realtà non lo è, essendo intrinsecamente malvagio. Non vediamo come questo possa essere compatibile con l'infallibilità della Chiesa in materia di fede e di morale, che si estende anche al magistero ordinario e universale dei Vescovi. L'argomentazione fornita nel testo è del tutto insufficiente, la necessità di "dimostrare" quanto siamo disposti ad ammettere ad ogni essere umano non ci impone di dichiarare intrinsecamente malvagio ciò che non lo è, condannando così lo stesso Magistero della Chiesa da secoli. "... inoltre, pur nel mezzo di quella che sembra essere (contraddittoriamente) una condanna della guerra in quanto tale, viene riaffermato il diritto all'autodifesa...".
Roberto
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