
Piccole buone notizie dal Vaticano.
"Tegola" per il card. Gambetti?
"Quando si dice che un Papa bolla e l'altro sbolla" ("sbolla" però i disastri canonici di Francesco).
Luigi C.
Franca Giansoldati, Il Messaggero, 13-11-25
Leone XIV mette mano al controllo gestionale della Fabbrica di San Pietro e della basilica di Santa Maria Maggiore azzerando gran parte delle novità amministrative che erano state introdotte dal suo predecessore Francesco con un motu proprio risalente al giugno 2024 per San Pietro, ed un altro al marzo di quest'anno per Santa Maria Maggiore. Quest'ultimo atto fu firmato dal Gemelli un mese prima della sua morte. Papa Prevost è intervenuto dopo aver ascoltato esperti, preso appunti ed essersi consultato internamente con la Segreteria dell'Economia, così ha firmato un nuovo motu proprio intitolato “Circa le norme applicabili alla Fabbrica di San Pietro” in cui predispone una autentica sterzata a due importanti realtà curiali che anche ultimamente sono al centro di mugugni e proteste per l'eccessiva autonomia.
Il nuovo testo
Nel testo entrato in vigore mediante l'affissione nel cortile di San Damaso viene spiegato in due passaggi chiave che «la Fabbrica d'ora in poi è soggetta al controllo e alla vigilanza stabilita per gli enti indicati nell'elenco allegato allo statuto del Consiglio per l'economia, nonché alle norme e alle leggi in materia di atti di straordinaria amministrazione». La Fabbrica è assai nevralgico poiché vi transitano gli appalti delle opere necessarie per la realizzazione edile e artistica della più grande basilica del mondo, nonché di tutte le strutture di pertinenza. Nel 2022 dopo un breve periodo di commissariamento il defunto Francesco volle nominare il cardinale Mauro Gambetti Arciprete, con una ampia delega e per questo incarico aveva lasciato la custodia generale del Sacro Convento di Assisi.
Le istituzioni coinvolte
Lo stesso discorso vale per la basilica di Santa Maria Maggiore. In questo caso Leone XIV scrive che «il Capitolo di Santa Maria Maggiore da ora in poi è soggetto al controllo e alla vigilanza stabilita» dal Consiglio per l'Economia, aggiungendo che «per garantire la transizione immediata e strutturata della gestione economico finanziaria delle due istituzioni menzionate, la Segreteria per l'Economia con l'assistenza di un gruppo consultivo da essa nominato, risolverà qualsiasi questione o problema di natura economica o di controllo e vigilanza e fornirà al Consiglio una relazione periodica sulle questioni sollevate e sulle decisioni prese».
Il cambiamento
Perchè Papa Leone abbia voluto iniziare a raddrizzare le cose interne partendo proprio da queste realtà altamente simboliche – sono due basiliche patriarcali sotto i riflettori del mondo intero – lo spiega bene all'inizio del suo motu proprio, quando sottolinea che la riforma economica e finanziaria della Santa Sede richiede «una periodica rivalutazione e ridefinizione dell'assetto normativo applicabile, con lo scopo di assicurare una struttura giusta e trasparente». Sicchè «valutate attentamente le risoluzioni approvate dal Consiglio il 16 settembre e in seguito a me sottoposte, come previsto dall'articolo 207 della costituzione Praedicate Evangelium, consultate persone esperte in materia, con la presente lettera apostolica in forma di motu proprio” stabilisce che i precedenti motu propri « non sono più validi nè vincolanti come interpretazione autentica». Il Papa prosegue: «quanto deliberato ordino che abbia fermo e stabile vigore, nonostante qualsiasi cosa contraria, anche se degna di speciale menzione, facendo sì che a partire dalla promulgazione dalla entrata in vigore della presente legge, ogni singola norma precedente non abbia più alcuna validità canonica e giuridica».