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giovedì 21 marzo 2024

Mons. Johan Jozef Bonny, Vescovo di Anversa, e il post-Cattolicesimo in Belgio. Seconda parte: la morte delle Fiandre cattoliche

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 1016 pubblicata da Paix Liturgique il 19 marzo, in cui si prosegue l’analisi della disastrosa situazione morale della Chiesa cattolica in Belgio.
Nella regione delle Fiandre solo il 6 per cento della popolazione frequenta ormai la Santa Messa, ma la preoccupazione principale di mons. Johan Jozef Bonny, Vescovo di Anversa, sembra essere – in alleanza con il Cammino sinodale tedesco – la benedizione delle coppie omosessuali, il supporto all’eutanasia ed il sacerdozio per uomini sposati.
Ed intanto le Fiandre cattoliche muoiono, nel silenzio complice di Roma.

L.V.


Nella prima parte (la nostra Lettre 1014 [QUI su MiL: N.d.T.]), abbiamo mostrato il ruolo decisivo svolto dal Vescovo di Anversa nel condurre la Chiesa belga lontano dall’ortodossia cattolica. È interessante notare i legami con la Chiesa tedesca.

Lo scisma belga a sostegno dello scisma tedesco

Tuttavia, Roma sembra aver convalidato questa benedizione, come ha affermato mons. Johan Jozef Bonny alla quinta assemblea del Synodale Weg [Cammino sinodale: N.d.T.] tedesco nel marzo 2023, quando gli sono stati concessi otto minuti all’inizio della riunione per presentare la suddetta benedizione – che, secondo lui, non farebbe altro che ratificare la libertà presa dai Vescovi belgi [fiamminghi, in realtà] dopo l’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia sull’amore nella famiglia del 2015.

Il sito La Nuova Bussola riporta il «clima surreale» della suddetta assemblea del Synodale Weg e le non meno surreali spiegazioni del presule belga [QUI: N.d.T.]:

Dopo l’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia in tutte le Diocesi belghe è normale benedire le coppie irregolari, e papa Francesco avrebbe approvato la scelta nella visita ad limina dello scorso novembre: «Basta che siate tutti d’accordo». […]
In Belgio i Vescovi sono tutti uniti nell’approvare la benedizione delle coppie omosessuali e di altre coppie irregolari, c’è anche un rituale e papa Francesco avrebbe approvato tutto lo scorso novembre durante la visita ad limina. Queste sono le esplosive dichiarazioni di mons. Johan Jozef Bonny, Vescovo di Anversa, all’assemblea del Synodale Weg che possono essere ascoltate QUI (dal minuto 6:08:46) all’interno del video integrale della quinta Assemblea sinodale del Synodale Weg.
In una giornata fittissima di interventi, contenuti in un tempo di un minuto e mezzo ciascuno, mons. Johan Jozef Bonny ha potuto beneficiare di ben otto minuti, per raccontare come i Vescovi belgi hanno introdotto ufficialmente nelle loro Diocesi le benedizioni per le coppie irregolari (ne avevamo parlato QUI e QUI), in barba al responsum ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso che l’anno prima la Congregazione per la Dottrina della fede aveva emesso, con approvazione di papa Francesco.

E lo hanno fatto reinterpretando due paragrafi dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia sull’amore nella famiglia.

Il primo paragrafo, ha spiegato l’Arcivescovo, indica i due testi che fanno da fondamento a queste due decisione, ossia i paragrafi 297 e 303 dell’esortazione apostolica post sinodale Amoris laetitia. Entrambi appartengono al capitolo ottavo, il capitolo decisamente più problematico e più discusso dell’esortazione. Il primo, il n. 297, è una sollecitazione di papa Francesco ad «integrare tutti», ad «aiutare ciascuno a trovare il proprio modo di partecipare alla comunità ecclesiale, perché si senta oggetto di una misericordia “immeritata, incondizionata e gratuita”».
Il paragrafo non fa riferimento «solo ai divorziati che vivono una nuova unione, ma a tutti, in qualunque situazione si trovino». Questo testo, «riguardo al modo di trattare le diverse situazioni dette “irregolari”», conclude, in modo assai vago, la necessità di «rivelare loro la divina pedagogia della grazia nella loro vita e aiutarle a raggiungere la pienezza del piano di Dio in loro».
Il secondo paragrafo, il n. 303, è il famoso passo sul coinvolgimento della coscienza nella pastorale della Chiesa; la coscienza può infatti «riconoscere con sincerità e onestà ciò che per il momento è la risposta generosa che si può offrire a Dio, e scoprire con una certa sicurezza morale che quella è la donazione che Dio stesso sta richiedendo in mezzo alla complessità concreta dei limiti, benché non sia ancora pienamente l’ideale oggettivo».
Nell’applicazione operata dai Vescovi belgi, una relazione sessuale disordinata e oggettivamente peccaminosa può dunque divenire il massimo che si può offrire a Dio in un dato momento, e la Chiesa, da parte sua, non solo deve rispettare questo erroneo discernimento della coscienza, deve integrare tutti in modo incondizionato. In questa logica, la benedizione delle coppie irregolari si trasforma magicamente da benedizione di una relazione disordinata, a benedizione di quel «bene» imperfetto che in quel momento costituisce la concreta «risposta generosa che si può offrire a Dio».

Come conclude il sito La Nuova Bussola Quotidiana,

Le dichiarazioni di mons. Johan Jozef Bonny non riferiscono di un presunto colloquio privato di papa, Francesco come quelli a cui ci aveva abituati Eugenio Scalfari. Si tratta di dichiarazioni date alla presenza di tutti i Vescovi del Belgio, nell’importante ed ufficiale visita ad limina. E sono dichiarazioni di una gravità enorme, che rivelano l’appoggio di papa Francesco ad una vera e propria eresia.

Eppure Roma continua a tacere.

* * *

Molto logicamente, nel dicembre 2023 è stato uno dei pochi Vescovi a rompere l’imbarazzato silenzio dei prelati che seguono la dichiarazione Fiducia supplicans sul senso pastorale delle benedizioni e ad approvare un testo curiosamente coerente con le sue proposte del 2016, 2022 e 2023 [QUI: N.d.T.].

Mons. Johan Jozef Bonny, Vescovo di Anversa, che a marzo aveva incoraggiato i partecipanti al Synodale Weg ad approvare una risoluzione sulle benedizioni tra persone dello stesso sesso, ha accolto con favore la dichiarazione.
«Ci aiuta ad andare avanti», ha detto, secondo il quotidiano belga De Standaard [QUI: N.d.T.].
Geert De Kerpel, portavoce dei Vescovi fiamminghi – che hanno pubblicato un testo per le benedizioni per le persone dello stesso sesso nel 2022 – ha dichiarato al quotidiano Het Nieuwsblad il 19 dicembre: «Si tratta di una svolta molto grande perché proviene dal più alto organo della Chiesa e perché dice anche esplicitamente che le coppie dello stesso sesso possono quindi avere la benedizione».
E ha aggiunto: «Dal momento che i Vescovi fiamminghi hanno preso posizione a favore di questo, era già possibile qui nelle Fiandre. È un grande aiuto che il Vaticano confermi ora questa posizione. E per tutta la Chiesa mondiale è un importante passo avanti».

Mons. Johan Jozef Bonny va in tilt. Supporto all’eutanasia e al matrimonio dei preti

Di fronte a un così chiaro allineamento dei suoi colleghi fiamminghi – e della Chiesa universale o di coloro che sostengono di agire per suo conto – con le sue posizioni, mons. Johan Jozef Bonny ha sentito di dover mettere le ali. Nel settembre 2023, in un’intervista al quotidiano La Libre Belgique, dopo la rivelazione da parte della televisione regionale fiamminga di abusi di lunga data negli orfanotrofi fiamminghi e del traffico di bambini, ha dato la colpa degli abusi alle «generazioni precedenti» e ha approfittato della tribuna per sostenere apertamente l’eutanasia, con il pretesto di non saper definire l’omicidio e di tenere conto della situazione di ogni persona [QUI: N.d.T.].

«Noi sosteniamo costantemente il rispetto per la vita, ma mi dispiace che, dal Vaticano, la Congregazione per la Dottrina della fede affermi che l’eutanasia è sempre un male intrinseco, indipendentemente dalle circostanze. È una risposta troppo semplice e non lascia spazio al discernimento. Ci opporremo sempre al desiderio di alcuni di porre fine a una vita troppo prematura, ma dobbiamo riconoscere che una richiesta di eutanasia da parte di un giovane di quarant’anni non è equivalente a quella di una persona di novant’anni che deve affrontare una malattia incurabile. Dobbiamo imparare a definire meglio i concetti e a distinguere meglio le situazioni. […]
Vale la pena ricordare che non possiamo uccidere, e sono contrario a tutti gli omicidi. Ma cos’è l’uccisione, cos’è l’omicidio? Cosa si dice a chi uccide un nemico per legittima difesa? Cosa dire a chi soffre da anni di una malattia incurabile e ha deciso di chiedere l’eutanasia dopo aver parlato con la sua famiglia, il suo medico e i suoi cari?»

E nello stesso paragrafo, sempre con il pretesto di combattere gli abusi, continua a fare affermazioni ancora più audaci:

«La possibilità di ordinare al sacerdozio uomini sposati, così come la possibilità di dare questa o quella responsabilità alle donne. Ma anche la possibilità di rispondere a certe questioni etiche o familiari: benedire le unioni omosessuali che si basano sulla fedeltà e sull’amore reciproco (è quello che vogliono i Vescovi in Belgio), di offrire risposte adeguate alle richieste di eutanasia».

D’altra parte, per quanto sia volubile sulla stampa, non ha mai affrontato il tema degli abusi nella comunità L’Arche, da cui proviene, e in particolare quelli di Jean Vanier (1928-2019), una delle cui comunità ha fondato nel 1980-1982 e di cui è stato guida spirituale.

Mons. Johan Jozef Bonny si copre sostenendo di essere il più bergogliano dei bergogliani. Ad esempio, il 25 gennaio 2023, in una conferenza al Renaissance Forum di Bruxelles, ha spiegato il processo sinodale, rendendo grazie a papa Francesco. Nathalie Beurrier, segretaria decanale del Decanato di Bruxelles Sud, ha partecipato per noi. Ecco cosa ha detto:

Mons. Johan Jozef Bonny ha parlato di un sinodo bergogliano. Papa Francesco ci sta lanciando in una nuova dinamica spirituale e pastorale, dandoci l’opportunità di attraversare i confini che ci separano gli uni dagli altri. È un nuovo impulso per l’attuazione del Concilio Vaticano II, il cui dinamismo non si è mai fermato.
Papa Francesco ci chiama all’ascolto reciproco e alla condivisione delle responsabilità. Invita ogni fedele, ogni comunità, a parlare e ad ascoltarsi, a coinvolgersi nella particolarità della propria esperienza e intuizione personale. Chi ascolta, dice mons. Johan Jozef Bonny, non rimane ai margini. Diventa corresponsabile della risposta data. Questo processo sinodale ci porta dal particolare all’universale. È così che la Chiesa può esistere in comunione, vivendo l’unità nella diversità. Papa Francesco si assumerà la responsabilità, prenderà decisioni e costruirà ponti, creando unità tra realtà e visioni diverse. Questa è la vera ricchezza della Chiesa. Il processo sinodale, fonte di speranza, inizia a livello locale. Creerà nuove opportunità.

Papa Leone X condannò Martin Luther. Papa Francesco dà «nuove opportunità» a mons. Johan Jozef Bonny.

La morte accelerata delle Fiandre cattoliche

Dal suo arrivo nel 2008, mons. Johan Jozef Bonny è stato lentamente ma inesorabilmente raggiunto dal declino della pratica religiosa nelle Fiandre, che è arrivato più tardi, a partire dagli anni Ottanta, rispetto alla Vallonia, che ha iniziato a declinare dopo il Concilio Vaticano II.

Secondo l’Annuario pontificio, la Diocesi di Anversa conta 310 parrocchie, 839 sacerdoti, 526 religiosi e 1.927 suore. Soppressa nel 1801, è stata ricreata nel 1961 per distacco da Mechelen, senza Mechelen – è quindi più piccolo di 300 Km² rispetto all’omonima provincia amministrativa. Nel 2004, i membri battezzati erano 1.289.847 per una popolazione di 1,4 milioni di abitanti.

Mons. Johan Jozef Bonny parla relativamente poco della pratica nella sua Diocesi, anche se nel 2018 ha riportato i Frati Predicatori dopo centosettant’anni di assenza. Nel 2012, invece, ha tessuto le lodi dell’agglomerato di Anversa – e solo di quello – dove la pratica è mantenuta grazie agli immigrati. In poche parole, si disinteressa dei Fiamminghi, e i Fiamminghi gli sono molto grati:

«Anversa è sempre stata una città aperta al mondo attraverso il suo porto, segnata dalle influenze dell’industrializzazione, del socialismo e del movimento fiammingo, e abituata ad accogliere nuove comunità e cattolici da ogni continente. Sapevate che la domenica la comunità cattolica più numerosa è quella di lingua polacca e di origine polacca? La città ha una forte tradizione intellettuale, risorse, una tradizione sociale, classi medie, ma anche persone emarginate dalla povertà. Possiamo costruire una Chiesa viva, utilizzando tutte queste possibilità. Se la Chiesa ha un futuro in Europa, è in città come Anversa».

D’altra parte, nel 2017, un settimanale fiammingo, Gazet van Antwerpen, ha dedicato un articolo all’invecchiamento dei frequentatori della chiesa e al loro declino – anche se la presenza in chiesa era ancora quattro volte superiore nelle Fiandre rispetto alla Vallonia – in occasione della pubblicazione di un libro – va ricordato di passaggio che, essendo la Chiesa un servizio pubblico in Belgio, le conseguenze economiche sono attenuate rispetto ad altri Paesi dove il crollo del Cattolicesimo non può più essere nascosto, come il Canada.

La frequenza settimanale in chiesa nelle Fiandre si è dimezzata dal 2005 e di 3,5 volte dal 1996. Ecco quindi le cifre di mons. Johan Jozef Bonny e dei suoi colleghi, di cui non vogliono proprio parlare. I Vescovi fiamminghi benedicono le unioni LGBT, mentre i fedeli fuggono dalle loro chiese. Sempre nel 2017, un Cattolico praticante settimanale su 50 aveva meno di trentaquattro anni. Dopo quindici anni di Episcopato di mons. Johan Jozef Bonny, la Chiesa delle Fiandre sta morendo.

Questo articolo è stato tradotto: si legge sul settimanale Gazet van Antwerpen di venerdì 27 gennaio 2017 (pagina 10):

Il 6 per cento (dei Fiamminghi) va ancora a Messa. La grande maggioranza dei Fiamminghi va in chiesa solo per battesimi, matrimoni e funerali. Secondo gli ultimi dati, questo vale per oltre il 45 per cento della popolazione di età compresa tra i 18 e gli 85 anni. «Questo gruppo è rimasto relativamente stabile negli ultimi vent’anni. Il cambiamento maggiore si è registrato tra i credenti profondi e coloro che dichiarano di non appartenere ad alcuna religione o chiesa», afferma Jaak Billiet, professore emerito presso il Centre for Sociological Research (Katholieke Universiteit Leuven). I fedeli stabili sono persone che frequentano la Messa ogni settimana»; il 6 per cento degli intervistati ha dichiarato di farlo ancora. Con questa cifra, siamo ai minimi storici. Nel 2005 la percentuale era ancora del 12 per cento e nel 1996 del 20 per cento. C’è anche una percentuale dell’11 per cento tra i fedeli che vanno in chiesa di tanto in tanto», ha detto Billiet. L’indagine viene condotta ogni anno dal 1996 su 1.500 Fiamminghi, sulla base di un sondaggio approfondito.
Il 31 gennaio verrà presentato un libro dedicato ai cambiamenti socio-culturali nelle Fiandre, disponibile anche su regionalestatistieken.vlaanderen.be [QUI: N.d.T.]. L’età media di un Cattolico praticante è di settant’anni; solo il 2 per cento ha meno di trentaquattro anni. Con un’età media così alta, sorge spontanea la domanda: è stato toccato il fondo o la frequenza in chiesa può diminuire ancora? «Gli studi hanno dimostrato che ogni generazione che si presenta è sempre meno religiosa e sempre meno religiosa. Nel mondo cristiano cattolico, il calo continuerà. Quindi, per un po’ di tempo, non riusciremo a contenerlo», afferma Mark Elchardus, professore emerito di sociologia (Vrije Universiteit Brussel).

Tuttavia, nonostante le cifre – spesso disponibili solo in fiammingo, a causa della frammentazione della lingua belga – e quindi poco conosciute dal grande pubblico, nel 2021 ha sostenuto sul settimanale The Tablet che la rigidità della Chiesa e il suo rifiuto di benedire le unioni LGBT erano la causa della scristianizzazione nella sua Diocesi [QUI: N.d.T.], affermazioni felicemente riprese dalla lobby cattolica LGBT americana New Ways Ministry

«Al webinar di The Tablet, ha detto che ben duemila persone hanno cancellato le loro registrazioni di battesimo nelle Diocesi fiamminghe del Belgio, un Paese tradizionalmente fortemente cattolico». […]
Mons. Johan Jozef Bonny, che si è formato come teologo, ha anche criticato la Congregazione per la Dottrina della fede e i suoi funzionari per la loro «debolezza teologica» e la mancata integrazione delle conoscenze contemporanee. Ha suggerito che il documento è «come se fosse stato scritto ai tempi di Pio XII». Il responsum ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso non ha preso in seria considerazione l’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia sull’amore nella famiglia e il processo della XIV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi (sulla famiglia) che ha dato origine al documento», ha aggiunto.

Insomma, se si lascia la Chiesa è perché è ancora troppo cattolica. È vero che non c’è bisogno di lasciare la Chiesa post-cattolica, perché è la Chiesa che se ne è andata.

1 commento:

  1. Leggere questi proclami è come mangiare una pizza di cartone.
    Ormai questi il cattolicesimo l’hanno abbondantemente mollato. Allucinante che si continui a dare spazio alle loro pubblicazioni.

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