Grazie a Marco Tosatti per questa utile traduzione.
Luigi C.
26 Febbraio 2024
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione queste riflessioni di Joachim Heimerl, ce ringraziamo di cuore. Buona lettura e condivisione.
Francesco vuole abolire il celibato.
L’opera di distruzione del Papa continuerà?
Di Joachim Heimerl
Le voci dalla cerchia del Papa si moltiplicano: il celibato sarà vittima della riforma “francescana” della Chiesa.
Eppure il celibato è un indicatore interessante, perché ovunque sia messo in discussione, la fede cattolica è evaporata.
Chi si allontana da Cristo si allontana sempre prima dallo stile di vita che LUI ha vissuto. Questo vale per ogni papa, ogni vescovo e ogni sacerdote.
Visto in questa luce, il tradimento del celibato non è altro che un nuovo tradimento di Giuda, e nemmeno il Vaticano sembra esimersi dal commettere finalmente questo tradimento. Gli araldi del Papa lo stanno già preparando: Un alto prelato dopo l’altro si sta pronunciando contro il celibato e spera di ricevere in cambio Trenta Denari da Francesco.
Il cardinale Alfons Maria Stickler (1910-2007) – bibliotecario e archivista di Santa Romana Chiesa – aveva descritto queste tendenze già nel 1993.
Nel suo libro “Il celibato clericale”, sottolinea che il celibato non è mai stato solo una legge ecclesiastica che poteva essere semplicemente abolita. Al contrario: l’astinenza del clero risale agli apostoli ed era prevista per tutto il clero nella Chiesa primitiva. Se erano sposati, non potevano più avere rapporti sessuali con le loro mogli dopo l’ordinazione.
Stickler fa risalire questa pratica a 1 Corinzi 9 e fa riferimento alle corrispondenti risoluzioni dei concili di Tours (461), Gerona (517) e Alvernia (535). Egli chiarisce che il celibato è qualcosa di più di una pratica rigorosa: riguarda Cristo e il sacerdozio della nuova alleanza. In altre parole, o tutto o niente.
Dove muore la fede in Cristo, muore prima l’astinenza. E dove sorgono eresie e scismi, l’abolizione del celibato è sempre foriera, come ha dimostrato l’introduzione della Riforma in Germania e in Inghilterra.
Visto in questa luce, il celibato è un indicatore di fedeltà a Cristo ed è per questo che la Chiesa lo ha sempre mantenuto.
Naturalmente, ciò è dovuto anche al fatto che il celibato si riferisce all’essenza più intima del sacerdozio: Il sacerdote è legato a Cristo in modo sacramentale e ontologico. Proprio per questo motivo, il sacerdozio non è mai limitato a una funzione esterna. Non è una “professione” come le altre, ma una vocazione sacra – e richiede tutto l’uomo e un cuore indiviso.
Essere sacerdote non è una mezza misura o un lavoro part-time, e chi non si sacrifica non potrà mai compiere il sacrificio di Cristo sull’altare. Stickler chiama questa “vita sacrificale continua” del sacerdote, che oggi è ovviamente poco compresa come il carattere sacrificale della Santa Messa.
Questo sacerdozio neotestamentario non ha più nulla a che fare con il sacerdozio levitico dell’Antica Alleanza, che praticava un’astinenza cultuale limitata solo al tempo del servizio al tempio, ma lo supera in tutta la sua essenza.
Questa diventa a sua volta visibile nel celibato, che Stickler scrive essere molto di più di un “modo di vivere appropriato” per i sacerdoti. È invece necessario e indispensabile; collega la Chiesa con Cristo attraverso gli apostoli.
Il fatto che solo la Chiesa cattolica abbia conservato questo vincolo la caratterizza veramente come “cattolica e apostolica”; si potrebbe dire che il celibato è il suo marchio e il santo sigillo di Cristo.
Se il Papa abolisse il celibato, agirebbe quindi contro gli apostoli e contro Cristo. E anche se uomini sposati (i cosiddetti “viri probati”) venissero ordinati al sacerdozio, ciò potrebbe avvenire solo se si impegnassero nell’astinenza coniugale richiesta dalla Chiesa primitiva.
Oggi, però, la gente non ne vuole più sapere, perché non conosce più Cristo. Senza una conoscenza più profonda di Cristo e senza il sacrificio di una devozione totale a Lui, però, nessuno può essere sacerdote.
Il cardinale Stickler lo dimostra in contrasto con il mainstream che ha preso piede tra i riformatori intorno a Papa Francesco. Il suo libro rende spaventosamente chiaro quanto la Chiesa si sia allontanata da Cristo.
Se il Papa dovesse abolire il celibato, ciò segnerebbe il suo definitivo declino e rivelerebbe il suo programma di riforma per quello che è: un’opera di distruzione senza precedenti.