Post in evidenza

Clamoroso: il Pellegrinaggio a Chartres in diretta TV (olte che su YouTube) #NDC2024 #pentecoste2024 #pentecoste

SEGUI LA DIRETTA Qui sul canale YouTube di Notre Dame de Chretienté tutte le varie dirette.  - sabato 18 maggio a partire dalle ore 6:00 la...

lunedì 12 febbraio 2024

Orrori architettonici… e dove trovarli #176 a Bassano del Grappa

Chiesa parrocchiale di San Leopoldo Mandić dell’arch. Enrico Franzin (anno 2007).

Lorenzo

Descrizione  (dalla pagina bassanodelgrappaedintorni.it): Esternamente solo la presenza della grande croce sulla facciata est, e la presenza della struttura campanaria suggeriscono che l’edificio dalla forma semplice, lineare, a pianta rettangolare, con tetto spiovente lungo il lato più lungo (nord-sud) è un edificio sacro, è una chiesa. È
la chiesa di San Leopoldo. L’ingresso avviene ad est attraverso una serie di 4 porte, alcune con interessanti caratteri artistici (vedremo dopo), e tale zona è protetta da una pensilina che scorre per tutta la lunghezza.
L’interno della Chiesa ha l’asse ecclesiale da est (ingresso) ad ovest (altare) e contornato dalle pareti perimetrali senza particolari articolazioni, ad eccezione del lato sud dove è stato ricavato uno spazio rientrante che crea una area penitenziale ed un’area devozionale alla Madonna. A ridosso di questa aerea, collegata con una porta di uscita, è stata ricavata un’area di devozione al Santo Leopoldo Mandić. Le varie tonalità di colore visibili in questo ambiente sono determinate dalla grande vetrata della parete nord.
Le pareti frontali esterne ed interne sono realizzate in mattone paramano, ad eccezione del lato destro (parete nord) dove vi si trova una fascia rappresentata da una grande vetrata di grandi dimensioni (17×5 metri). La vetrata della parete nord rappresentata da vari motivi geometrici si caratterizza da una netta divisione tra la parte centrale luminosa, di colore prevalentemente giallo/arancio in varie tonalità, da quella superiore e inferiore di colore viola/blu con una dominanza sempre più scura: vuole esprimere la vittoria della luce sulle tenebre, cioè di Cristo sul peccato, e in questa vittoria si inserisce l’azione eroica del Santo Patrono attraverso la confessione. Nella parete ovest, frontale per chi entra, la parte alta è in mattoni paramano da dove, centralmente, scende un grande crocefisso in legno scolpito, dipinto, opera altoatesina, datato 1975-1999, mentre nella parte inferiore, a continuazione di una superficie bianca a gradoni, per quasi tutta la sua lunghezza si è realizzato un mosaico che rappresenta una grande distesa di steli e di spighe mature (giallo-oro) con alcune macchie di rosso (papaveri) e tante d’azzurro (fiordalisi), che, mosse dal vento si dispongono a cerchio attorno al Tabernacolo, abbracciando il “cuore” pulsante della Chiesa, la presenza di Gesù, nutrimento del Mondo. L’opera è dell’architetto Suor Michelangela Ballan, realizzata nel 2005.
Per motivi strutturali non è stato possibile realizzare una propria zona ben definita del presbiterio come si trova normalmente nelle chiese. Infatti appare come un unicum sia la cantoria, sia la zona altare, che quella battesimale. Questa zona è staccata dall’aula (la parte dei fedeli) da un gradino, è staccata a dx dall’area battesimale da due gradini come pure a sx dalla cantoria. Il presbiterio viene identificato per la presenza dell’altare, dell’ambone e della sede presbiteriale (= del Celebrante), progettati dall’arch. Suor Michelangela Ballan e realizzati in pietra dorata scolpita dalla ditta Remuzzi Camillo&figli di Bergamo.
Dalla forma scultorea dell’altare, è leggibile il richiamo al brano evangelico di Giovanni 15,1-2: “Io sono la vera vite e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo pota perché porti più frutto”. Con questa immagine la comunità dei fedeli è raffigurata nei tralci che non possono vivere senza essere uniti alla vite che è Cristo.
La relazione dell’arch. suor Michelangela Ballan a proposito dell’ambone scrive: “La sua forma e le sue parti in rilievo evidenziano un albero in fiore con frutti che ci rimanda al brano di Geremia 1,11: “Il Signore mi parlò e disse: Che vedi, Geremia? Ed io risposi: “Vedo un ramo di mandorlo” E il Signore mi disse, “Tu hai visto bene, perché io veglierò sulla mia parola per mandarla ad effetto”. Il mandorlo fiorito ci fa pensare come la Parola di Dio sia sempre attuale, viva ed efficace. E’ un continuo richiamo alla Risurrezione di Gesù ed è una nuova creazione per ogni uomo che si confronta e contempla la Parola.” Nella realizzazione scultorea tuttavia è difficile identificare un mandorlo, specie in fiore. Infatti da parte dei fedeli di questa chiesa vi è una comune identificazione nell’albero dell’olivo, anch’esso comunque carico di grande significato. Infatti l’olivo, sia nella tradizione ebraica sia in quella cristiana, è da sempre simbolo di pace: lo troviamo menzionato alla fine del diluvio, quando la colomba porta a Noè proprio un ramo di olivo. Il libro della Genesi narra che, dopo il deflusso delle acque, l’arca di Noè approdò sul monte Ararat. Passati quaranta giorni, Noè inviò un corvo, nella speranza che questo non fosse ritornato all’arca, annunciando col non-ritorno il ritirarsi delle acque. Il corvo però, non trovando l’asciutto, ritornò. Noè allora liberò una colomba; ma anch’essa «non trovando dove posare la pianta del piede», tornò all’arca (cf Gen 8,9). Fallito anche questo tentativo, Noè attese sette giorni e fece uscire per la seconda volta la colomba. Al far della sera la colomba tornò con una foglia di olivo lacerata nel becco, portando la notizia che l’universo si era pacificato e la terra rivide così luce ed asciutto.
L’area battesimale si compone di due vasche sovrapposte. La prima è il fonte da cui proviene l’acqua a zampillo; la seconda è la vasca che raccoglie quest’acqua per l’amministrazione del Battesimo. Le sinuose linee che percorrono la vasca del fonte sono allusione all’acqua, all’acqua viva del Battesimo.

Descrizione e fotografie tratte dalla pagina bassanodelgrappaedintorni.it.

Fotografie degli esterni:




Fotografie degli interni:











5 commenti:

  1. Si toglie: croce, campane e panche. Poi la si vende all'esselunga. Almeno si recuperano i soldi.

    RispondiElimina
  2. Dall’esterno fa abbastanza schifo, ma mai quanto l’interno.

    RispondiElimina
  3. Beh, bella. Belli i mattoni, bello l’altare, i colori delle vetrate. Non vedo proprio niente di cui lamentarsi

    RispondiElimina
  4. Si vede per lo meno che è stata pensata da una persona credente... ma c'è molta confusione nell'attuale architettura ecclesiale... ognuno si inventa qualcosa...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh sì, belli i tempi in cui le chiese erano tutte uguali.

      Elimina

AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione