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giovedì 15 febbraio 2024

Imprenditorialità: il bello di creare valore per i consumatori. Hunter Hastings per #300denari


Leggiamo nella Bibbia: “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona” (Genesi 1:31) e “Dio li benedisse e disse loro: 'siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra'" (Genesi 1:28). “Chi è avvezzo a rubare non rubi più, anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani, per farne parte a chi si trova in necessità” (Efesini 4:28).
Dedicare nella rubrica di 300 denari un capitolo al tema della creazione nel mondo dell’economia, era necessario! Perché esiste la figura dell'imprenditore? Qual'è il suo ruolo? Se il suo lavoro è al servizio dei consumatori, come avviene questo processo? Per rispondere, abbiamo chiesto aiuto ad Hunter Hastings: un amico, un intellettuale, un esperto di economia politica e di marketing. Vive in California e, come professione principale, è venture capitalist.  E' appassionato di imprenditoria e di tutto ciò che la può supportare, esercitare e far avanzare. Assieme al team "Value Creators" (https://thevaluecreators.com), sta realizzando diversi strumenti e supporti volti allo studio dell'economia finalizzato a far partire, crescere e a gestire un business. 
La sua intervista sarà suddivisa in tre post di cui questo è il primo.

Gabriele: Hunter, è un piacere ospitarti! Grazie per la tua disponibilità!
Hunter: Gabriele, grazie per la tua accoglienza e per l’invito a partecipare a questo magnifico progetto [ndt: la rubrica “300 denari”]. Per me è un onore prendere parte a questo confronto così importante.

Gabriele: Per favore, anzitutto spiega ai nostri lettori come, in generale, il processo di mercato può aiutare le persone nel servirsi reciprocamente, creando valore e benessere per i consumatori.
Hunter: Permettimi di selezionare un paio di termini ed espressioni dalla tua domanda: “valore” e “creazione del valore”. Questi sono termini fondamentali.
In economia, capiamo che il “valore” è soggettivo. È determinato dall’individuo. L’individuo vive il valore come una sensazione di benessere; la sensazione può essere provata con una soddisfazione materiale, o una soddisfazione emozionale o addirittura spirituale. Il valore è l’esperienza di migliorare le circostanze del singolo, la sensazione di star meglio di prima e la prospettiva di essere nelle condizioni di migliorare ulteriormente la propria condizione nel futuro. L’ “agio” non consta solamente alle entrate monetarie o alla ricchezza materiale ma si applica al concetto generale di benessere: bilanciato, ottimistico, sicuro, tranquillo e confortevole. L’obiettivo di un’economia è quello di generare un miglior senso di benessere tra la popolazione. Solo gli individui di questa popolazione possono determinare il livello di progresso e di benessere attraverso la loro personale esperienza.
Passiamo alla seconda parte: la “creazione di valore”. Chi crea valore? Lo creano gli individui, attraverso la propria esperienza. Senza questa esperienza, non esiste il valore. Nessuna terza parte e nessuna autorità centrale può determinare questo valore. Quindi, gli individui come creano il valore? Si incontrano nel mercato. I mercati sono come le menti. Alcuni individui – chiamiamoli consumatori – realizzano la brillante idea che la loro situazione può essere soggetta a miglioramenti. Questa è la genialità del mercato: l’abilità di alcuni di immaginare un futuro migliore.
Potrebbero non essere in grado di spiegare esattamente come realizzarlo, ma sono comunque gli istigatori dell’innovazione e del progresso attraverso la loro capacità di essere insoddisfatti del presente e concepire un futuro migliore. Alcuni altri individui (chiamiamoli imprenditori) provano insoddisfazione e percepiscono l’opportunità di ottenere un riconoscimento dal mercato se forniscono ai consumatori i mezzi per realizzare il miglioramento di cui sono in cerca – potremmo dire, di realizzare valore. L’imprenditore non può essere sicuro in anticipo di fornire la soluzione adatta che immagina il cliente, ma intraprende nobilmente la sfida e lo sforzo di sperimentare (a volte diciamo di rischiare) di provarci, al fine di guadagnare una possibile ricompensa. Il giudizio finale viene dato dal consumatore.

Gabriele: Però, spiegaci: come ha luogo, operativamente, questo processo e questo scambio di feedback?
Hunter: Questo processo di immaginazione, creatività, sperimentazione e riscontri ha luogo velocemente attraverso innumerevoli interazioni e scambi. Il risultato netto è che la soddisfazione e il valore continuano a crescere e migliorare, e gli imprenditori che arrivano alla giusta risposta sono premiati e incoraggiati nel migliorare, e il mercato e l’economia producono più benessere.
Sottostanti a questo processo ci sono i tratti umani individuali come l’empatia, l’opinione e la carità nel senso di amore tra gli imprenditori e i consumatori. In termini scientifici, il mercato è ciò che i moderni scienziati definiscono come un sistema complesso in evoluzione.
Non è mai fermo, cambia in continuazione, è totalmente imprevedibile, con nuovi modelli che emergono di frequente ma senza regolarità, non può essere pianificato. L’unico quadro possibile è di rendere possibile per i consumatori di esprimere liberamente i propri desideri, aspettative, volontà e scontentezze e per gli imprenditori di rispondere liberamente attraverso le loro idee ed esperimenti e proposte e per le due parti di arrivare liberamente ad un accordo attraverso un mezzo di scambio.

Gabriele: in Europa abbiamo una forte storia di dirigismo economico statale: pensiamo solo alle recenti proteste degli agricoltori mobilitati a Bruxelles e a Roma per protestare contro le politiche di pianificazione comunitaria. Al di là del dibattito contingente, ritieni che l’amministrazione pubblica possa creare valore? È corretto che lo stato intervenga direttamente o indirettamente in settori in cui il suo intervento non è strettamente necessario?
Hunter: La pianificazione centrale non solo non è possibile, ma è pure dannosa. Impedisce che il mercato si sviluppi con naturalezza attraverso un maggior bene di tutti i partecipanti. Estrae risorse dal mercato al fine di pagare controlli burocratici e rende il mercato lento e meno efficiente. Impone regole che divengono barriere per i cambiamenti, le innovazioni e l’immaginazione creativa. Sostituisce le opinioni e le preferenze di burocrati con le opinioni e le preferenze dei consumatori. Strangola la brillantezza del mercato.

Nei prossimi due post tratteremo due temi concettualmente consecutivi a questo post:
1) L’approccio della Scuola Austriaca di economia come riesce a superare il concetto di Homo Oeconomicus per studiare l’individuo nella sua completezza? Come aiuta a sviluppare un approccio imprenditoriale in economia?
2) Cosa stanno facendo Hunter e il suo team di professori ed imprenditori per educare giovani e professionisti ad un approccio imprenditoriale orientato alla creazione di valore?



Gabriele
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