Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi
[È appena uscito il volume “Libertà e autorità. Alla ricerca di un’armonia fondata sulla verità” (Fede & Cultura, Verona 2024, pp. 150, euro 17,00) che raccoglie gli Atti dell’omonimo convegno organizzato dal nostro Osservatorio il 25 settembre 2021. Vedi QUI l’indice; acquista scrivendo a acquisti.ossvanthuan@gmail.com e paga QUI]
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La Dottrina sociale della Chiesa afferisce all’ambito della teologia morale e, nello specifico, alla morale sociale, ovvero alla scienza pratica che ha per oggetto non propriamente il bene e il male riguardo alla singola persona (morale monastica), ma il bene e il male dell’uomo in società, delle diverse società in cui si dà la vita degli uomini, dalla famiglia alla comunità politica passando per i corpi sociali intermedi (vicinie, municipi, aziende, corporazioni, confraternite, società di mutuo soccorso, sindacati, università e accademie, comunità locali, associazioni, sodalizi, consorzi, ecc.).
Ogni società necessita di un principio formale, di un principio d’unità, e dunque necessita di un’autorità che eserciti il governo in e su quella data società: dall’autorità del pater familias nella società domestica sino all’autorità del re nella comunità politica.
La considerazione filosofico-teologica dell’autorità è, dunque, centrale nella Dottrina sociale della Chiesa e, in genere, nella morale sociale e politica. Autorità che la sapienza della Chiesa ci invita a considerare dentro l’orizzonte giusnaturalista del realismo classico-cristiano come ministerialità (di governo) ordinata al bene comune, alla crescita-sviluppo secondo la natura propria della società e di ciascuno dei suoi membri. L’autorità è dunque a servizio dei governati, avendo come fine il loro bene, il loro sviluppo naturale.
L’autorità presuppone un ordine naturale di giustizia cui è vincolata e che deve servire traducendolo in atti di governo adeguati al bene della comunità concreta che regge.
Per la Dottrina sociale della Chiesa l’autorità, che sia quella del padre o quella del re, quella di un sindaco o di un titolare d’azienda, d’un magistrato o d’un rettore d’università, non è mai arbitraria, non è mai assoluta, non è mai rimessa alla pura volontà; è sempre ministero di servizio vincolato a un fine dato dalla natura delle cose, a un ordine di giustizia inscritto nella natura dell’uomo. Inoltre, l’autorità umana rimanda sempre all’autorità di Dio, di cui è riflesso e da cui deriva.
Ecco allora l’impossibilità di assimilare l’autorità intesa in senso classico-cristiano con il moderno principio di sovranità, proprio perché l’idea moderna di Stato e il principio di sovranità che ne è a fondamento negano in radice l’autorità come servizio al bene comune, come ministerialità per la crescita secondo natura, come potestà moralmente ordinata secondo giustizia e discendente da Dio.
In questo volume si raccolgono i contributi di quattro autorevoli studiosi – il professor Danilo Castellano, ordinario di Filosofia politica, già preside della facoltà di Giurisprudenza a Udine e accademico di Spagna; il professor padre Arturo Ruiz Freites IVE, sacerdote e religioso dell’Istituto del Verbo Incarnato, teologo e prorettore della Gustav Siewerth Akademie; il professor padre Gianluca Trombini IVE, anch’egli sacerdote e religioso dell’Istituto del Verbo Incarnato, filosofo e curatore del Progetto culturale Cornelio Fabro; il professor Giovanni Turco, docente di Filosofia del diritto e membro della Pontificia Accademia di San Tommaso – introdotti dall’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, uno dei massimi esperti di Dottrina sociale della Chiesa a livello mondiale.
Sono così editi gli Atti del V Convegno “San Tommaso e la Dottrina sociale della Chiesa”, svoltosi on-line il 25 settembre 2021 e dedicato a “Libertà e Autorità”.
Libertà e autorità che la triste stagione della “emergenza Covid” ha evidenziato come binomio centro della crisi radicale della liberal-democrazia. L’illusione liberale si è sciolta come neve al sole, mostrandosi in tutta la sua illusoria fallacia, proprio nella gestione della “pandemia Covid” da parte dei governi occidentali liberal-democratici. Diritti proclamati sacri e inviolabili dal dogma liberale, spazi di privacy considerati non raggiungibili dal potere dello Stato, paradigmi ideologici costituenti il cuore del sistema liberale sono stati spazzati via a colpi di atti amministrativi da parte di un potere statale virtualmente assoluto e totalitario (almeno nelle pretese) con l’unica giustificazione data dallo stato di emergenza (sanitaria).
L’Osservatorio internazionale Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa, assieme all’Istituto del Verbo Incarnato, alla Società Internazionale Tommaso d’Aquino e alla Gustav Siewerth Akademie, ha voluto dunque offrire, ai molti che hanno compreso la contraddizione del sistema liberale magari proprio durante la folle gestione della “emergenza pandemica”, la luce intellettuale che viene dalla millenaria dottrina cattolica sulla vera libertà e sulla legittima autorità, su che cosa sia la libertà dell’uomo e su che cosa sia l’autorità, sul legame inscindibile tra autorità e libertà nella concreta vita degli uomini, sul comune vincolo di libertà e autorità nella verità, sull’orizzonte metafisico in cui si radicano libertà e autorità.
Ne emerge un concetto di libertà e di autorità che nulla ha a che vedere con quello corrente moderno e postmoderno, anzi, a esso si oppone essenzialmente.
Come al moderno principio di sovranità è necessario opporre il vero concetto di autorità, così è ugualmente necessario comprendere la libertà nella sua verità ontologico-antropologica, disvelando simultaneamente l’impostura della libertà liberale, della liberté rivoluzionaria. In questo, il contributo di padre Cornelio Fabro, forse il più grande filosofo tomista del Novecento e certamente il pensatore cattolico che più ha studiato il problema della libertà, è decisivo.
Compresa la contraddizione essenziale tra libertà cristiana (metafisicamente fondata) e libertà moderna (volontaristica), tra autorità in senso classico-cristiano e sovranità moderna, si tratta di lavorare per restaurare il vero concetto di libertà e la vera autorità: compiere cioè quell’opera controrivoluzionaria che è alla base del progetto sociale di Leone XIII e che regge tutto il corpus leonino della Dottrina sociale.
Si tratta di confutare gli errori della modernità ideologica e di rifiutare consapevolmente gli inganni del sistema liberal-democratico (tanto più ora, dopo gli “anni del Covid”, quando il sistema ormai mostra il proprio volto totalitario) per lavorare, invece, alla riedificazione della Societas christiana in cui la vera autorità (moralmente qualificata, discendente da Dio, finalizzata al bene comune, a servizio dell’ordine naturale di giustizia) si coniuga armonicamente con l’esercizio della sana libertà nel comune fondamento della Verità.
Anche per questo, di anno in anno, l’Osservatorio Van Thuân organizza il convegno “San Tommaso e la Dottrina sociale della Chiesa”, per trovare nel Dottore Comune la forza intellettuale per un impegno immenso e apparentemente impossibile nell’Occidente dissoluto e dissolutore d’oggi: restaurare la Civiltà Cristiana, restaurare la Res publica christiana!
Don Samuele Cecotti