Sui seminaristi francesi: "Il 47% degli intervistati frequenta regolarmente o occasionalmente una parrocchia o comunità tradizionalista".
Luigi C.
119ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA LORO PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI ALL'ARCIDIOCESI DI PARIGI
Ed ecco che inizia un nuovo anno, e un anno che potrebbe rivelarsi decisivo per la Chiesa. Preghiamo perché sia meglio garantita la libertà della Chiesa e soprattutto la libertà dell'antica lex orandi romana.
Nella lettera 116 alle sentinele, ho avuto l'occasione di parlarvi dei 600 seminaristi francesi riuniti a Parigi e di come era sorprendente il loro profilo. Non sono l'unico che ne è rimasto sorpreso. In seguito all'evento, La Croix ha realizzato uno studio approfondito, che ha pubblicato nel numero del 22 dicembre, col titolo: “Chi sono i preti di domani?" Per fare questo, con l'accordo della Conferenza dei Vescovi, ha interrogato non solo i seminaristi venuti a Parigi, ma anche altri, cioè 673 seminaristi, di cui 430 hanno risposto. Ciò è enorme se si considera l'estrema cautela con cui i seminaristi di oggi esprimono la loro opinione, soprattutto quando le loro vedute sono classiche, e anche di più se esse sono tradizionali, perché hanno paura di essere ritardati dai loro superiori nel conferimento degli ordini. Si dice ridendo (una risata alquanto fredda) in queste sante case: “Un seminarista non dice mai veramente quello che pensa, nemmeno al suo direttore spirituale! » Nonostante questa riserva, emerge con forza che hanno «una visione classica del sacerdozio».
I risultati, che occupano due pagine intere, vanno letti con attenzione. Le Salon Beige (47 % des séminaristes diocésains ont fréquenté régulièrement ou occasionnellement une paroisse ou communauté traditionaliste - Le Salon Beige) li riassume così:
- Il 72% proviene da una famiglia cattolica praticante che andava a messa tutte le domeniche, e per il 62% i genitori sono le prime figure determinanti nel loro cammino spirituale.
- Il 36% degli intervistati afferma di aver considerato per la prima volta il sacerdozio prima dei 10 anni.
- Il 61% cita innanzitutto la trasmissione familiare come il modo migliore per condividere la fede.
- Il 59% è chierichetto da molti anni
- Il 56% erano scout, di cui il 34% tra gli scout d'Europa.
- Tre quarti hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù
- Più di un terzo frequenta regolarmente una nuova comunità.
- Benedetto XVI è il Papa che ha avuto il maggiore impatto su di loro (39%)
- Il 17% ha poca o nessuna affinità con il papa argentino.
- Per il 70%, il cuore della loro missione sarà innanzitutto la celebrazione dei sacramenti, molto prima della predicazione o della trasmissione delle Scritture.
In particolare attiro la vostra attenzione sulle seguenti risposte:
- Il 47% degli intervistati frequenta regolarmente o occasionalmente una parrocchia o comunità tradizionalista.
- Quasi tre quarti intendono indossare la talare, almeno occasionalmente, e per metà regolarmente.
- Il 34% spiega di non avere nulla contro la messa tradizionale
- Il 14% vorrebbe poter celebrare in entrambi i modi.
- Il 7% preferisce la messa tradizionale e spera di celebrarla regolarmente
Queste percentuali sono abbastanza simili a quelle delle indagini effettuate da Paix Liturgique tra i parrocchiani che frequentano le parrocchie francesi.
Questi giovani, non molto lontani, e anzi talvolta molto vicini, ai seminaristi delle comunità tradizionali, saranno presto parroci. È probabile che testi come Fiducia supplicans, che autorizza la benedizione delle coppie irregolari o omosessuali, e Traditionis Custodes, che organizza la repressione della messa tradizionale, non saranno i loro testi di riferimento...
La preoccupazione viene proprio dai loro pastori, i nostri pastori, cioè i vescovi, che non sono in sintonia né con questi giovani chierici, né con i laici di quelle che comunemente vengono chiamate “le forze vive” della Chiesa, ciò che resterà della Chiesa nei decenni a venire in Francia. Eppure, volenti o nolenti, questi pastori arriveranno a cambiare la loro linea moderna e letale.
Questa è la grazia che auguro a questi chierici, che auguro a noi, che auguro alla Chiesa. È quello che chiederemo nei nostri rosari durante le nostre veglie in questa prima settimana del nuovo anno, davanti agli uffici dell'arcidiocesi, 10 rue du Cloître-Notre-Dame, anche questa settimana dal martedì al venerdì, dalle 13:00 alle 13,30 (ma non il lunedì dell'ottava di Natale, 1° gennaio), di Saint-Georges de La Villette, mercoledì alle 17, e davanti a Notre-Dame du Travail, la domenica alle 18:00
Buon anno di 2024! In unione di preghiera e di amicizia.