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venerdì 29 dicembre 2023

Fiducia Supplicans. Fare politica con le benedizioni #fernández #francesco #fiduciasupplicans

Riceviamo dagli amici di Campari  & de Maistre: "Sin dall'inizio del pontificato di Bergoglio, l'obiettivo è stato questo. Eliminare l'anomalia cattolica dall'Occidente secolarizzato, rispettando un'agenda politica ben precisa. In questo caso la benedizione diventa quindi un atto di pura testimonianza politica, una manifestazione delle idee di chi la impartisce e dunque doppiamente sacrilega".
Ad oggi molti vescovi hanno già dichiarato che non applicheranno il documento vaticano, lo vietano ai loro sacerdoti e rifiutano di impartire le benedizioni indicate dalla Fiducia Supplicans:
Qui l'elenco.
Luigi C.

28-12-23
La pubblicazione di Fiducia Supplicans ha creato sconcerto fra i fedeli più attenti e una levata di scudi senza precedenti fra gli episcopati mondiali (qui un riassunto).
Il testo va valutato su due piani.

L'aspetto teologico-sacramentale, naturalmente, fa acqua da tutte le parti e confutarlo non è poi così difficile. Il Catechismo della Chiesa Cattolica (sezione seconda, capitolo 4 paragrafi 1667-1672 e 1677-1679) è chiaro e citiamo le sintesi:

1677 Si chiamano sacramentali i sacri segni istituiti dalla Chiesa il cui scopo è di preparare gli uomini a ricevere il frutto dei sacramenti e di santificare le varie circostanze della vita.

1678 Fra i sacramentali, le benedizioni occupano un posto importante. Esse comportano ad un tempo la lode di Dio per le sue opere e i suoi doni, e l'intercessione della Chiesa affinché gli uomini possano usare i doni di Dio secondo lo spirito del Vangelo.

Appaiono dunque demenziali le giustificazioni di alcuni vescovi, anche italiani che parlano di benedire le persone e non l'unione, dato che benedire la persona vuol dire prepararla ai sacramenti, che in questo caso però non potrebbe ricevere dato che vive un'unione irregolare. Verrebbe anche da chiedersi come "santificare le varie circostanze della vita" e "usare i doni di Dio secondo lo spirito del Vangelo".

La spiegazione però ce la dà l'inutile Zuppi, il quale ha deciso di mandarla in vacca definitivamente assieme al suo superiore, dichiarando al Corriere che "il Vangelo non è un distillato di verità", quindi evidentemente non c'è nessuno spirito del Vangelo cui conformarsi. Però qualche distillato prima dell'intervista c'è stato.

Il problema è però che questi personaggi sono in malafede. Gli intenti di chi ha esteso il testo (firmato da Bergoglio che ne è quindi responsabile davanti a Dio) e di chi come Zuppi lo difende, sono chiarissimi, con buona pace dei pallidi e pavidi vescovi che stanno chiusi nel loro silenzio curiale e dei preti che stanno pregando che nessuna coppia omosex si presenti per farsi benedire in parrocchia: l'intento è introdurre i matrimoni gay in chiesa e questo è un primo passaggio neanche tanto in punta di piedi.

Arriviamo dunque al secondo piano di valutazione.

Chi ha esteso il testo se ne frega altamente del valore reale e religioso della benedizione. Lo pseudo prefetto Fernandez è notoriamente un relativista, un personaggio che usa la Chiesa per scopi politici e questo atto, Fiducia Supplicans, ha scopi puramente umani, dettati da un'agenda esterna alla Chiesa Cattolica. Si tratta di un atto politico volto a sdoganare definitivamente le unioni gay anche fra i cattolici, eliminando ogni resistenza al progressismo imperante in Occidente.

Sin dall'inizio del pontificato di Bergoglio, l'obiettivo è stato questo. Eliminare l'anomalia cattolica dall'Occidente secolarizzato, rispettando un'agenda politica ben precisa. In questo caso la benedizione diventa quindi un atto di pura testimonianza politica, una manifestazione delle idee di chi la impartisce e dunque doppiamente sacrilega.

L'unica via è rimanere saldi nella fede, sostenere i sacerdoti che non si accoderanno al benvenuti a sti frocioni e continuare a denunciare le storture di un pontificato che sta finendo malissimo.