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giovedì 19 ottobre 2023

Se il Pontifex Maximus cede il posto al Lider Maximo. Una riflessione sul pontificato di Papa Francesco alla luce del saggio "Gesù era socialista?"


Partiamo da una evidenza: il pontificato di Papa Francesco è di stampo progressista. A dieci anni dalla sua elezione, la teologia della liberazione – un tempo dalla povertà, oggi dall’inquinamento e dalla crisi climatica – permea tutto il suo operato. Tre encicliche, sette esortazioni apostoliche, otto lettere apostoliche sono tutte incentrate a tambur battente (chi più chi meno) su scarti, ambiente e fratellanza, nuova declinazione del socialismo. Mentre non si contano dichiarazioni alla stampa, interviste in televisione e divagazioni omiletiche in Santa Marta, oltre a una cinquantina di libri pubblicati a suo nome, che vanno ad arricchire un magistero dove con un mantra quasi ossessivo si ripropongono sempre gli stessi ed identici temi. Del resto, come disse con sarcasmo un caro amico sacerdote ­– che di certo non occupa gli ultimi posti nelle élite di Santa Romana Chiesa, “
hanno voluto un Papa argentino ed ora che vanno trovando?!”.

In effetti i sui modi – come dire – peronisti non mancano. Vuoi per l’alto turnover dei collaboratori di cui si è circondato in questi dieci anni (insomma, nessun ruolo ha avuto vita lunga al suo fianco). Vuoi per quella settantina di motu proprio (per i non addetti ai lavori, sono documenti emanati per sua iniziativa, senza passare per altri organismi della Curia romana) attraverso i quali ha esercitato sovranità immediata su tutta la Chiesa. Legittimo, certo. Lui è il Sommo Pontefice. Ma è un po’ come dire – e che i canonisti non me ne vogliano – che un governo sia costretto in via straordinaria ad emanare decreti legge per regolamentare casi di urgenza e necessità, non avendo il consenso per via ordinaria attraverso il normale iter parlamentare. E se questi casi sono la riforma della Curia per centralizzare il suo governo da un lato e le finanze dall’altro (alias, centralizzazione dei poteri), il ridimensionamento e controllo di ordini religiosi e associazioni ecclesiastiche (alias, controllo dei corpi intermedi), l’osteggiare e l’impedire la rifioritura della messa tradizionale (alias, adesione a un Novus Ordo mondiale), ... e la lista potrebbe continuare, è evidente che non si vogliono avere ostacoli di alcun genere per mettere in piedi un governo autarchico che ricalca il modello dei regimi socialisti, dove il Pontifex Maximus ha ceduto il posto al Lider Maximo.

Certo è che questi tempi hanno dello straordinario: se fino a ieri era la Chiesa a correggere e talvolta condannare i fedeli che si lasciavano infatuare dagli ideali socialisti – nobili e alti nei loro intenti, ma atei – oggi sono proprio i fedeli a dover ricordare alla Chiesa che il suo compito è annunciare Cristo in continuità coi suoi insegnamenti. E non prescrivere piani quinquennali in agende mondiali che di Dio e della sua rivelazione non hanno nulla. È tutta qui la differenza tra ideologia e dottrina sociale della Chiesa: l’approccio è personale, non sistemico. La chiamata è alla santità, non alla sostenibilità. L’agire umano non è mosso da leggi positive, ma da princìpi morali. “Gesù non ha offerto alcun modello per il governo terreno e le leggi dei politici. Il suo interesse si concentrava altrove, cioè sul tipo di autogoverno che gli uomini e le donne avrebbero esercitato se avessero seguito la legge di Dio”. La rinascita cristiana parte dall’uomo e dalla sua conversione. Da una Verità incarnata nel Figlio di Dio, non da una dottrina incarnata in uno Stato. Sia esso laico o religioso. Diversamente è tirannia e Stato etico. L’ho presa un po’ alla larga e mi scuso con i lettori, ma questa riflessione nasce dalla recente lettura del Gesù era socialista?, un piccolo saggio scritto da Lawrence W. Reed, con prefazione di Ettore Gotti Tedeschi, che racconta come il socialismo – e le sue promesse di giustizia e felicità – sia prepotentemente ritornato in auge in Europa, in America e aggiungerei nell’attuale magistero della Chiesa con un nuovo volto e in un nuovo contesto di crisi mondiale. Insomma, la storia pare non ci abbia insegnato nulla, dimenticando che “il socialismo è un pugno di ferro in un guanto di velluto. Dall’esterno, sembra ragionevole e convincente” per poi accorgersi presto che “all’interno del guanto di velluto troverai violenza e costrizione”. Le solite promesse utopistiche fallite in tutti i tentativi di realizzazione storica, ma che ciclicamente si ripresentano in altre spoglie. Proviamo infatti a sostituire la parola socialismo con le nuove verità dell’Ordine Mondiale: sostenibilità, transizione ecologica, surriscaldamento globale: “le sue promesse [salvifiche] di prendersi cura di te sono l’esca”. E alla quale ahinoi abbocca anche il magistero, dimenticando (si fa per dire) che a fronte di promesse che hanno causato duecento anni di dissesti economici, politici e sociali, il sistema di governo ispirato al cristianesimo ha generato un modello di libertà della persona, di democrazia nella politica e di benessere socioeconomico. Valori per i quali Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si sono battuti invano per farli riconoscere esplicitamente nella costituzione europea. E che purtroppo oggi, pur confidando nei piani dello Spirito Santo, l’umana evidenza sembra dirci che il pontificato di Papa Francesco abbia buttato via la spugna.


Robert
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3 commenti:

  1. Umano,troppo umano......direbbe il filosofo.

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  2. Bel pezzo, però qui il dono della sintesi non c’è. Se fate più articoli e più brevi sarete letti 100 volte di più.
    Giuseppe

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  3. Si è impressionante vedere quanto la Chiesa sia coordinata con delle narrative portate avanti dalle istituzioni non religiose, devote più che altro all'avanzamento della digitalizzazione e che hanno inventato sia la pratica che il concetto di Greenwashing, in difesa delle Big Corporations. Ma a proposito di nuove tecnologie, incuriosito dal link a tutti i Motu Proprio di Papa Francesco, ho provato a basarmi soltanto sui titoli di essi per provare a farne categorizzare gli argomenti trattati da ChatGPT. È stato particolarmente difficile, sia per me che per l'AI, capire, dai titoli dei Motu Proprio, quali scritti papali si riferissero ad interventi urgenti nella dimensione temporale e quali invece fossero rivolti ad una rettificazione delle idee spirituali. E questa confusione, unico elemento oggettivo che risulta da questa analisi, è un segno rivelatore e preoccupante. Ecco i risultati del "discernimento" dell'Intellighenzia Artificiale: https://risorse.dada21.com/f0v

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