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giovedì 26 ottobre 2023

La (vera) crisi non è climatica ma della fede e dei fedeli


Come abbiamo letto in queste pagine, l’attenzione della gerarchia cattolica romana pare tutta indirizzata verso i potenziali (e non certi) rischi di una possibile “crisi climatica”, trascurando i più attuali (e certi) effetti della “crisi della fede” che da decenni si va sempre più concretizzando (soprattutto nel vecchio continente) e che trova riscontro nel crollo dei partecipanti alla Santa Messa (complice, anche, l’impoverimento liturgico).

Le numeriche circa la pratica religiosa in Italia pubblicate dall’ISTAT (reperibili qui, recentemente aggiornate con i dati 2022, di cui ne è stata data notizia da diverse testate giornalistiche qui e qui) sono impietose.

Nel 2022 solo il 18,8% delle persone di età superiore a 6 anni ha frequentato un luogo di culto almeno una volta a settimana; in prospettiva diacronica, nel 2001 tale percentuale era pari al 36,4%, nel 2011 era pari al 30,4% mentre nel 2021 era pari al 19,2%. La pandemia ha inciso relativamente su tale fenomeno se consideriamo che nel 2019 la percentuale in parola era già pari al 25,1%. Dato ulteriormente rilevante è quello di coloro con età superiore a 6 anni che nel corso di un anno non hanno mai frequentato un luogo di culto (se non per un evento, quale battesimo, matrimonio o funerale): nel 2001 la percentuale era pari al 15,9%, nel 2011 era il 20%, nel 2021 era il 32,4% mentre nel 2022 è stata pari al 31,1%.

A fronte di un trend medio “negativo” in tutte le classi di età, l’allontanamento dalla pratica religiosa è ancora più marcato negli adolescenti e nei giovani: nella fascia d’età 14-17 anni nel 2001 il 36,8% frequentava un luogo di culto una volta settimana, mentre nel 2022 tale percentuale è stata pari al 12,4%; nella fascia d’età 18-19 anni nel 2001 si registrava un 24,2%, invece, nel 2022 un irrisorio 7%; nella fascia d’età 20-24 anni si è passati dal 21,8% del 2001 all’8,3% del 2022.

È ben vero che i predetti dati sono la risultanza di una indagine a campione e non sono rappresentativi specificatamente dei credenti cattolici (l’ISTAT non raccoglie il dato sull’affiliazione religiosa degli intervistati in quanto considerato dato “sensibile”), tuttavia, in un contesto sociale in cui circa il 70% della popolazione dichiara la propria appartenenza al cattolicesimo, le risultanze in esame assumono una loro rappresentatività di quanto si verifica all’ombra dei campanili.

Conferma se ne ha nei dati diffusi dalla diocesi di Milano dove i battesimi sono calati dai 35.000 del 1995 ai 10.000 del 2022. I matrimoni religiosi in diocesi, sono passati da una media di 18.000 annui degli anni Novanta ai 4.000. Peraltro, secondo alcune indagini giornalistiche anche una meta di pellegrinaggio come San Giovanni Rotondo starebbe registrando una crisi di fedeli, con grande danno economico per la comunità locale (qui l’articolo anche se non sono enunciate la fonti da cui sono tratti i dati; un consigliere dell’omonimo comune li avrebbe però contestati).

Evidenze della realtà che, lette nella prospettiva del «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14, 6), non possono lasciare indifferenti, se si ha a cuore la salvezza delle anime.

È innegabile che ci troviamo di fronte ad una società che disvela il totale disinteresse per la ricerca della (vera) Verità e quindi del senso più profondo dell’esistere e della realtà; non è un caso che vi sia una diretta correlazione tra “svuotamento” delle Chiese e quello delle culle vuote, toccando entrambi il minimo storico nel 2022.

Anche laddove però si è avuto occasione di seminare, la semina – stante la qualità del seminatore, del seme o del terreno – non ha dato frutti. Una formazione catechistica e una molteplicità di messaggi che, spesso, supponendo fosse necessario (ovvero, deliberatamente operando al fine di) accondiscendere alle logiche del mondo, hanno finito per mistificare ed edulcorare il contenuto dell’insegnamento Cattolico (soprattutto sul piano dottrinale) svuotandolo di significato e rendendolo indistinto rispetto a quello diffuso da una qualunque ONG: con l’effetto di non stimolare alcuna conversione e, ancor peggio, di disorientare chi già era credente. Le numeriche sopra richiamate testimoniano che larga parte di coloro che si dichiarano credenti non hanno compreso l’importanza del precetto di santificazione della Domenica (o delle altre feste) mediante la partecipazione alla Santa Messa quale momento di reale compartecipazione al Sacrificio Eucaristico (l’erronea gestione dell’epoca Covid ha peraltro lasciato segni profondi).

In questo contesto, l’immaturità di fede degli adulti ha, nel tempo, ostato alla maturità della fede dei più piccoli (molti di quelli che un tempo hanno partecipati al catechismo parrocchiale, oggi non frequentano più e non vi accompagnano più i figli).

Che cosa, dunque, dobbiamo fare? Sua Santità Benedetto XVI nel discorso alla Curia del 22 dicembre 2011 ha già fornito la risposta: «esistono infinite discussioni sul da farsi perché si abbia un’inversione di tendenza. E certamente occorre fare tante cose. Ma il fare da solo non risolve il problema. Il nocciolo della crisi della Chiesa in Europa è la crisi della fede. Se ad essa non troviamo una risposta, se la fede non riprende vitalità, diventando una profonda convinzione ed una forza reale grazie all’incontro con Gesù Cristo, tutte le altre riforme rimarranno inefficaci».

Restando all’attualità, la salvaguardia del creato (ma ancor prima delle anime) è assicurata dall’incontro con Cristo e non dalla buona volontà dell’uomo; se si (ri)parte da lì tutto sarà ordinato e risulterà superfluo l’ammonimento della Laudate Deum che «un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso» (par. 73).



Filippo
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6 commenti:

  1. Sua Santità Benedetto XVI nel discorso alla Curia del 22 dicembre 2021??? ha già fornito la risposta:

    fare attenzione alle date anno 2011 non 2021

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  2. Perché questo continuo sminuire la crisi climatica?

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  3. Sarà che ormai siamo sempre di più a chiederci perchè questo Padre Onnipotente da migliaia di anni ci fa vivere tra guerre, stragi, soprusi, prepotenze, fame, lavori infami, umiliazioni, re, dittatori, mafiosi, ladri, assassini, violentatori, droghe, calamità, povertà, affanni, disoccupazione, affanni, ideologie sterminatrici di popoli, scoperte terribili come la bomba atomica, malattie, ansia per il domani, per i figli ecc., ecc., ecc. Ma quando si deciderà a darci un pò di pace, quando ci riconoscerà il diritto, si il diritto, come sue creature ad avere pace, serenità, lavoro, casa, famiglia, salute.
    Se è Padre, se è Onnipotente perchè non distrugge il Diavolo, perchè lo ha lasciato in vita dolo la sua ribellione, perchè non muta in senso positivo i sentimenti di questo terrificante essere che è l'uomo come da lui creato. Non ne ha avuto abbastanza dei disastri che l'uomo ha combinato e ancora combina e combinerà. Si dice ma lo fa per metterci alla prova per farci acquistare il Paradiso. Ma un antipasto di Paradiso in terra perchè no?. E poi presso di lui è il passato, il presente ed il futuro allora è tutto predestinato ? Siamo salvi o dannati già prima della nostra nascita ?. Non penso che siamo il prodotto di una evoluzione alla Darwin ma allora da chi siamo stati creati e parchè: Io sono padre e mi sacrifico per i miei figli, li seguo, li proteggo, Lui perchè non fa questo per noi ?.

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    Risposte
    1. Se l'Uomo non avesse ceduto allae lusignhe del serpente, la separazione tra l'anima ed i corpo (in questo consiste il fenomeno che noi chiamaiamo "MORTE"), non sarebbe poprio entrato nella nostra esperienza .

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  4. Se non fosse tragica sarebbe anche comica la risposta da dare ai dati Istat sul trend della pratica religiosa, e cioè che con la Chiesa "in uscita" i fedeli credono di non dover più entrarci.....

    Gz

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