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giovedì 26 ottobre 2023

Card. Müller: “Dio non benedice il peccato!”

 

In attesa di tradurlo per intero, riportiamo qui un estratto con un nostro commento di un nell’articolo di Lifesitenews  sugli ottimi interventi (capisaldi!) del Card. Müller al Sinodo sulla sinodalità sinodale. 

Il titolo è eloquente: Il cardinale Müller critica "eretici e globalisti" al Sinodo e ribadisce che "Dio non benedice mai il peccato".

Una Chiesa che non confessa più come Pietro che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio vivente, non è più la Chiesa di Gesù Cristo", ha ammonito il cardinale Gerhard Müller.

Il cardinale Gerhard Müller, ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha inviato a LifeSite i suoi commenti sul Sinodo sulla sinodalità che si è concluso ieri dopo tre settimane di sessione a Roma.

Nelle sue osservazioni introduttive alle due brevi dichiarazioni sui temi del sinodo (vedi i testi integrali qui sotto), il cardinale ha chiarito di aver avuto "pochissima influenza" sulle discussioni del sinodo e di aver potuto "parlare in pubblico" solo una volta, ma ha aggiunto che "per gli eretici e i globalisti non esiste il segreto pontificio". Il cardinale Müller ha insistito molto

sul fatto che i seminaristi non dovrebbero essere indottrinati "ripetendo la fraseologia neo-marxista e pseudo-psicologica della rivoluzione culturale del secolo scorso".

Piuttosto, "dobbiamo orientarli nell'amore personale di Cristo rispetto all'antropologia cristiana e alla teoria morale e sociale", rifiutando così un'iniezione di idee di sinistra nel sacerdozio cattolico.

Mentre le conversazioni al suo tavolo durante il sinodo sono state "buone", ha spiegato il prelato tedesco, l'"influenza [delle idee di sinistra-  ndt] sull'intero corso e sull'agenda è stata visibile in tutto (benedizione della sessualità extraconiugale, prima e fuori del matrimonio, diaconato e ordinazione sacerdotale per le donne, livellamento delle differenze tra sacerdoti, vescovi e laici)... ed era già visibile nella selezione dei partecipanti al sinodo per la conferenza stampa, dove hanno ripetuto monotonamente le loro tesi".

Ha proseguito il cardinale: "per [gli] eretici e i globalisti non c'era alcun segreto pontificio. Il richiamo all'armonia è dire che nessuno può opporsi a questa agenda se non vuole essere messo alla gogna come rigorista, tradizionalista, clericalista".

Oltre al pericolo di essere stigmatizzato, il cardinale Müller ha anche osservato l'uso problematico della parola "Spirito Santo" durante le sessioni sinodali: "È stato poco cattolico/ortodosso parlare sempre dello Spirito senza considerare che lo Spirito Santo è una Persona divina e non un essere fluido, e quindi può essere menzionato solo insieme al Figlio e al Padre. Cfr. 1 Giovanni 4, 1 e ss.".

Il cardinale Müller ci ha chiesto di presentare l'intero passo della Sacra Scrittura che parla dell'importante discernimento degli spiriti e dei pericoli dei falsi profeti:

«1 Carissimi, non credete a ogni spirito, ma provate gli spiriti se sono da Dio, perché molti falsi profeti sono usciti nel mondo. 2 Da questo si conosce lo spirito di Dio. Ogni spirito che confessa che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio: 3 E ogni spirito che dissolve Gesù non è da Dio; e questo è l'Anticristo, di cui avete sentito dire che viene e che è già nel mondo 4 Voi siete da Dio, figlioli, e lo avete vinto. Perché più grande è colui che è in voi, di colui che è nel mondo. 5 Essi sono del mondo, perciò parlano del mondo e il mondo li ascolta».

"Solo chi crede nel Figlio di Dio incarnato ha lo Spirito di Cristo, in contrasto con lo spirito del mondo o con lo spirito dell'Anticristo", ha insistito il cardinale Müller.

All'inizio del Sinodo sulla sinodalità, il 4 ottobre, Michael Haynes, corrispondente da Roma di LifeSite, ha riferito che il Vaticano non ha preteso dai partecipanti al Sinodo il pieno segreto pontificio, la cui violazione comporterebbe la scomunica per chiunque lo violasse. Tuttavia, il Vaticano ha richiesto una rigorosa "riservatezza", evitando così che qualsiasi dibattito controverso venisse divulgato al pubblico.

Il cardinale Müller, nei suoi commenti ai partecipanti al sinodo, ha ricordato con severità che "una Chiesa che non confessa più come Pietro che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio vivente, non è più la Chiesa di Gesù Cristo".

Si vedano qui entrambe le dichiarazioni [del Card. Müller durante i lavori sinodali - ndt]:

Dichiarazione del 6 ottobre 2023:

“Una Chiesa che non confessa più come Pietro che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio vivente, non è più la Chiesa di Gesù Cristo. Il Figlio del Padre e l'unto dello Spirito Santo sono, nella loro persona, la via verso Dio. In termini greci: Egli è Hodos e la Chiesa pellegrina percorre il cammino verso la casa eterna syn [con - ndt] Cristo. Quindi la Chiesa di Cristo è nella sua essenza e missione syn-hodos con Cristo. Il nome della Chiesa è converntus et congregatio giò is systema kai synodos [così nell’originale inglese - ndt], come dice Giovanni Crisostomo nel commento al Salmo 149,1 (PG 55, 493). Da ciò deriva l'interpretazione cristologica e trinitaria dei predicati di una chiesa sinodale: partecipazione, comunità e missione.

Essere cristiani significa partecipare alla natura divina e al sommo sacerdozio di Cristo e, in particolare, al sacerdozio ministeriale dei pastori.

In quanto sacramento della salvezza del mondo in Cristo, è segno e strumento della più intima comunione con Dio e dell'unità di tutta l'umanità.

La Chiesa sacramentale è il Cristo presente e quindi la continuazione della missione del Figlio da parte del Padre per la salvezza del mondo. Il Signore risorto stesso dice agli apostoli e ai loro successori: "Andate e fate discepoli tutti i popoli, senza escludere affatto i cinesi (!) dalla fede e dal battesimo cinesi"... E come fece con i discepoli di Emmaus, oggi promette di rimanere con noi e di accompagnare la sua Chiesa pellegrina, cioè sinodale, fino alla fine del mondo.”


Dichiarazione dell'11 ottobre 2023:

Card. Gerhard Ludwig Müller 

“Il Vaticano II è la migliore guida per orientare la Chiesa nel XXI secolo. Perché la sua dottrina è l'espressione autentica della fede cattolica.

Vorrei dire qualcosa sul sacerdozio ministeriale.

La "Presbterorum Ordinis" sottolinea gli importanti compiti che i sacerdoti ordinati devono svolgere nel rinnovamento della Chiesa di Cristo. Il sacerdozio sacramentale non è un grado superiore all'interno del sacerdozio comune di tutta la Chiesa, come dicevano i protestanti. Piuttosto: "Il sacerdozio dei sacerdoti presuppone, certo, i sacramenti dell'iniziazione cristiana, ma è conferito da un sacramento peculiare mediante il quale i sacerdoti, con l'unzione dello Spirito Santo, sono segnati da un carattere speciale che li configura a Cristo Sacerdote, in modo tale da poter agire in nome di Cristo Capo". (OP 2)

È Cristo stesso che chiama, insegna, forma i suoi apostoli e i loro successori e li rende partecipi della sua consacrazione e della sua missione presso il Padre (PO 2).

La crisi vocazionale, quindi, non deriva dalla grazia divina e dallo stile di vita celibe carismatico, ma, nel caso di abusi sessuali o spirituali, deriva da difetti psico-sociali e morali dei singoli uomini, soprattutto quando non si rispettano il sesto e il nono comandamento del Decalogo. Ma sappiamo anche che alcune persone innocenti sono state accusate semplicemente perché sono sacerdoti e per minare la credibilità della Chiesa. Il peccato grave di abuso indecente di adolescenti o di impudicizia tra persone dello stesso o dell'altro sesso esclude dal regno di Dio (1 Cor 6,9; Rm 1,26s). Un peccato mortale è il contrario di un'espressione dell'amore di Dio. Dio infatti non benedice mai il peccato che separa l'uomo dalla fonte della vita eterna e lo conduce alla rovina.

Nel formare i seminaristi a essere buoni pastori che danno la propria vita per il gregge di Cristo, non dobbiamo indottrinarli ripetendo la fraseologia neo-marxista e pseudo-psicologica della rivoluzione culturale del secolo scorso, ma dobbiamo orientarli nell'amore personale di Cristo rispetto all'antropologia cristiana e alla teoria morale e sociale come ha fatto magnificamente il Concilio nella "Gaudium et spes".

Qualsiasi divisione della Chiesa nello schema sinistra-destra dei partiti politici o in direzioni ideologiche fallisce. L'unità della Chiesa non è stabilita da una formula di compromesso, ma ha la sua origine e la sua fonte costante in Cristo, il suo Capo, che tiene insieme tutte le membra del suo corpo, che è la Chiesa. Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che è già stato posto: Gesù Cristo. Questo sinodo dei vescovi porta frutto solo quando seguiamo la nuova e retta via del Syn-hodos, la compagnia con Cristo, cioè quando seguiamo Colui che si è rivelato nella sua persona come Hodos, la via, la verità e la vita.”