La famiglia era composta da due genitori, sei figli nati uno ancora nel grembo materno.
In mezzo a tanta ambiguità che da almeno un decennio caraterizza il governo della Chiesa, la S. Sede decide improvvidamente di prendere posizione.
Peccato fosse quella sbagliata.
"1. Al momento dell’eccidio la Sig.ra Wittoria Ulma era in stato di avanzata gravidanza del settimo figlio.2. Questo figlio è stato partorito nel momento del martirio della madre.3. Questi, pertanto, è stato aggiunto nel numero dei figli, martiri anche loro. Di fatti, nel martirio dei genitori egli ha ricevuto il battesimo di sangue".
Qui il link all'articolo di Franca Giansoldati, (Il Messaggero) che per prima, meritoriamente, ne ha dato notizia (sotto, il testo).
In riferimento a notizie recentemente diffuse su alcuni organi di stampa in relazione al martirio della famiglia Ulma, di cui sarà celebrato il rito di beatificazione domenica 10 settembre 2023 a Markowa, in Polonia, questo Dicastero delle Cause dei Santi precisa quanto segue:
1. Al momento dell’eccidio la Sig.ra Wittoria Ulma era in stato di avanzata gravidanza del settimo figlio.
2 Questo figlio è stato partorito nel momento del martirio della madre.
3. Questi, pertanto, è stato aggiunto nel numero dei figli, martiri anche loro. Di fatti, nel martirio dei genitori egli ha ricevuto il battesimo di sangue.
.— Dicastero delle Cause dei Santi (@CauseSanti) September 5, 2023
Roberto
Spunta il giallo sul martirio di un feto. Per il Vaticano non ci sono dubbi in materia, quella creaturina è un bambino a tutti gli effetti poichè venuto al mondo nel preciso momento in cui la madre veniva uccisa dai tedeschi. Per i vescovi polacchi, invece, si tratta di un “bambino non nato” visto che era ancora nel ventre materno. Un testimone dell'epoca riferì che era in procinto di uscire dall'utero, tanto che riferì di aver trovato il cadavere della donna con la testolina del piccolo tra le gambe.
In questi giorni il Dicastero delle Cause dei Santi è dovuto intervenire per fare chiarezza su una beatificazione che avrebbe potuto presentare aspetti politici scivolosi. In ogni caso si tratta di un martirio che non ha tanti precedenti, per la prima volta una intera famiglia sale agli onori degli altari. La cerimonia prevista per questa settimana a Markowa, in Polonia, trascina con sè una scia di polemiche e persino qualche sospetto sul fatto che il Vaticano abbia voluto spuntare le armi al popolo dei pro-life e alla loro agguerritissima battaglia per difendere la vita (in atto in diversi paesi).
Tra i nuovi beati il Papa ha voluto inserire questa famiglia trucidata dai nazisti per avere nascosto nella loro fattoria diversi ebrei. Gli Ulma erano conosciuti per essere ferventi cristiani, generosi e devoti. Una storia di eroismo fuori dal comune. I tedeschi durante l'occupazione in Polonia scoprirono il nascondiglio nella fattoria e vollero dare una lezione esemplare a tutti uccidendo anche i sei bambini piccoli della coppia. Nel martirio il Vaticano ha incluso però anche la creatura che Wiktoria portava in grembo da mesi.
Il cadavere della mamma quando fu ritrovato e riesumato mostrava il feto parzialmente fuoriuscito. La testimonianza più accurata in materia parla di una «testolina visibile fino alle spalle», mentre il resto del corpo era ancora all'interno dell'utero materno. Uno dei testimoni dell'epoca, Kielar, dagli atti conservati negli archivi dell'Istituto di Memoria Nazionale (IPN) dice che «Wiktoria Ulma era effettivamente incinta, da come si evinceva dal suo aspetto esteriore». Mentre Franciszek Swular, il parente che andò a recuperare i corpi seppelliti in fretta dopo l'uccisione per metterli nelle bare e seppellirli nuovamente nello stesso posto per poterli in futuro trasferire nel cimitero parrocchiale di Markowa, volle precisare: «Ponendo il corpo di Wiktoria Ulma nella bara, ho constatato che era incinta, baso la mia affermazione sul fatto che dai suoi organi riproduttivi erano visibili la testa e il petto di un bambino». Un'altro testimone, Roman Kluz, nipote di Wiktoria aggiunse che quando portarono le bare per mettere dentro i corpi «trovarono il settimo figlio nato nella tomba che mia zia aveva dato alla luce dopo la morte». Certamente per lo shock e la paura provata la donna davanti alla mattanza di suo marito e degli altri sei bambini si presume abbia iniziato ad avere contrazioni abortive, per espellere anticipatamente un feto già perfettamente sviluppato.
La conferenza episcopale polacca, in merito, ha ben pochi dubbi sul fatto che si tratti di un «bambino mai nato» come si precisa in una lettera diffusa a giugno in cui parla esplicitamente di questo. La stessa cosa precisa la diocesi interessata. «Sarà una beatificazione senza precedenti, perché per la prima volta tutta la famiglia sarà elevata agli altari e per la prima volta un bambino sarà beatificato ma non ancora nato» si legge sulla locandina della diocesi di Rszeszow per pubblicizzare la beatificazione. Il Vaticano, invece, è dovuto intervenire per fare un distinguo importante dopo il clamore suscitato a livello internazionale. Il settimo figlio degli Ulma era già venuto alla luce e non si tratta dunque di un bambino non nato.
A firmare la nota è stato il prefetto del Dicastero per la causa dei Santi, cardinale Marcello Semeraro: «questo figlio è stato partorito nel momento del martirio della madre”» In una nell’intervista riportata nel libro “Uccisero anche i Bambini", nella petizione per la causa di beatificazione presentata mesi fa al Papa aggiunge: «Questo è un caso molto singolare che facendo riferimento a un episodio evangelico possiamo chiamare Battesimo di sangue. Penso, per un caso simile, a quello dei Santi innocenti. Anche questa creatura, come fu trovata nella fossa comune dopo l’eccidio (la testa e parte del corpo era fuoriuscita da Wiktoria Ulma ndr), è stata ritenuta meritevole di martirio».
ATTENZIONE! LA Beatificazione di un bimbo non battezzato è un cortocircuito teologico.
RispondiEliminaNon essendo il Limbo dei bambini un dogma e visto il documento della CTI ciò è possibile
EliminaAbramo è santo non battezzato.
EliminaAnche i Santi Martiri innocenti non furono battezzati. La motivazione teologica può essere la stessa... per di più il bambino nel grembo materno è figlio di una famiglia di tutti battezzati, la cui intenzione dei genitori era di far vivere a tutti la fede cattolica profondamente. Sarebbe stato battezzato di lì a poco dopo la nascita.
EliminaQuesta nota è veramente folle... come si fa a dire che era già stato partorito? È chiaro che lo shock dell'esecuzione dell'intera famiglia possa aver causato nella madre un trauma alla gravidanza... fanno bene i polacchi a non mollare...
RispondiEliminaMa meno male che hanno ritrattato!
RispondiEliminaCome si fa a beatificare un bambino né battezzato, né, tanto meno nato?
E che c’entrano i movimenti cosiddetti “prolife”? Dovete per forza buttare tutto in politica?
Se il bambino non è nato, non può essere stato battezzato, e quindi non può essere beatificato senza compromettere la dottrina cattolica tradizionale, trovandosi egli nel limbo.
RispondiEliminaSe si presuppone abbia ricevuto il battesimo di sangue, giustamente si dice che è nato!
Un feto-beato non è teologicamente ammissibile.
Anche i Santi Martiri Innocenti non furono battezzati.
RispondiEliminaRicevettero il battesimo di sangue perché morirono per Cristo, anche se non lo sapevano.
Eliminahttps://lanuovabq.it/it/la-carita-eroica-della-famiglia-ulma-raccontata-in-un-libro
RispondiEliminaLeggete l'articolo caproni. E non fate inutili polemiche.
La nota appare tutt'altro che contraria a una visione pro-life.
RispondiElimina1) Infatti sancisce il principio che pleno iure potrebbe ricevere il S. Battesimo anche un bimbo parzialmente nato (se può ricevere quello di Sangue, a maggior ragione può ricevere quello Sacramento, cosi chiarendo ulteriormente che non si possono battezzare i non nati, o almeno i non parzialmente partoriti), destinati di per sé al Limbo);
2) non nega il fondamento e l'esistenza del Limbo, da cui resta possibile secondo alcuni Dottori poter liberare i suoi abitanti per mezzo di preghiere apposite);
3) lascia in qualche misura aperta la questione del Martirio degli infanti e dei fanciulli (casi di Trento, Marostica, Rinn...).