Digitus Dei: "Una croce luminosa pubblicata dal giovane operaio poco prima della morte improvvisa: anche i dettagli ci ricordano che Dio esiste e agisce nella storia".
Luigi
Salvatore Vitiello, La Nuova Bussola Quotidiana, 1-9-23
La vicenda di Michael Zanera, tragicamente scomparso nell’incidente ferroviario di Brandizzo, e del suo ultimo post, sta suscitando le più differenti considerazioni, talune perfino distantissime da quella che vorrebbe essere una “matura società evoluta”, fondata sulla ragione (o, per taluni, sulla scienza).
Il giovane Michael, poche ore prima di morire, nel suo lavoro di saldatore, ha visto una croce luminosa ed ha postato un messaggio: «Il Signore mi sta dicendo qualcosa». Su questa affermazione, si sono sprecati i commenti più disparati: dalla profezia di sciagura, all’ammonimento, fino alle letture esoteriche più varie.
Ma cosa ci dice la ragione e cosa aggiunge la fede cristiana? Innanzi tutto dobbiamo affermare che, come ricorda Aristotele e ribadisce san Tommaso, la categoria più coerente con la ragione umana è la categoria della possibilità. Limitare le possibilità di Dio, prima tra tutte quella di una rivelazione personale e storica, come quella avvenuta definitivamente in Gesù di Nazareth, è contrario alla ragione umana.
Solo una ragione aperta ad ogni possibilità, come una finestra spalancata sul mondo, rispetta l’autentica statura dell’uomo, non riducendone la capacità di conoscere il reale. Se accogliamo questo assioma di ragione, non solo non possiamo escludere che Dio si riveli, ma possiamo accogliere la reale possibilità della Divina Rivelazione, a condizione che essa sia: espressa in categorie comprensibili dall’uomo, storica e con una “eccezionale
corrispondenza” alle esigenze più profonde del cuore. È esattamente ciò che è accaduto nella rivelazione cristiana che, vagliata dalla ragione e dalle esigenze profonde del cuore, è la risposta a tutta l’attesa dell’uomo.
In questa ampia cornice, presupponendo che Dio è il Signore del tempo e della storia ed il creatore di ogni cosa, non possiamo ragionevolmente escludere che Egli si possa e voglia manifestare, anche nei dettagli dell’esistenza, affidati totalmente, però, alla lettura della nostra intelligenza e della nostra libertà.
Mentre la Rivelazione divina ed universale domanda di essere accolta dalla libertà, nei suoi caratteri storici ed oggettivi, perfino nella sua declinazione culturale giudaico-ellenistica, i segni (o le manifestazioni) del Mistero, che ciascuno vede nella propria esistenza e nelle concrete circostanze che la attraversano, non possono avere la pretesa della universalità e sono “vere” nella misura in cui, all’interno di un giudizio previo di fede, le si legge nel proprio rapporto con il Mistero.
All’interno di un grande amore, anche i dettagli hanno un significato infinito. E nessuno può escludere che Dio sparga “abbondanti dettagli” nella vita di ciascuno, affidandoli alla nostra capacità di riconoscerli, alla nostra ragione, al nostro equilibrio e, soprattutto al nostro amore per Lui.
Sono da evitare, in tale ambito, due estremi opposti: lo scetticismo che esclude ogni possibilità di “irruzione” del Mistero nella concreta vita di ciascuno, ed un certo “fideismo magico” che crede di vedere segni di Dio ovunque e da essi, senza l’uso della ragione né della libertà, tende a far dipendere ogni cosa. Entrambe le posizioni sono errate e non sono cattoliche.
Noi sappiamo che Dio può parlare, in ogni modo ed in ogni circostanza, al cuore dell’uomo, anche in questo nostro tempo, talmente secolarizzato da aver espulso il soprannaturale dall’orizzonte esistenziale. E quando ciò accade, certamente mette immediatamente in discussione tutte le finte certezze degli scettici e degli atei. È là forza del miracolo e del segno; la forza della testimonianza incancellabile, di fronte alla quale, se non scatta la censura, il dubbio può tornare ad essere umile domanda ed aprirsi al desiderio di significato.
Dio esiste ed opera potentemente nella storia universale e personale, attraverso quella che chiamiamo divina Provvidenza. Egli ama ciascuno personalmente ed a ciascuno provvede sempre. Con questa certezza, non possiamo escludere che Michael abbia ricevuto un “segno”, che egli ha saputo subito leggere e che il suo cuore fosse “pronto per Dio”.
Tutto questo è assolutamente coerente con la logica cristiana della Incarnazione del Verbo in Gesù di Nazareth Signore e Cristo, nel quale il Tutto di Dio è presente nel frammento dell’uomo Gesù.
* Sacerdote (www.logosepersona.it)