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sabato 9 settembre 2023

Lettera pastorale di mons. Joseph Edward Strickland sulla natura della Chiesa e sul diaconato femminile

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera scritta da mons. Joseph Edward Strickland, Vescovo di Tyler, e pubblicata il 5 settembre.
Nellarticolo pubblicato il 6 settembre sul sito Catholic News Agency, il redattore Daniel Payne scrive che mons. Joseph Edward Strickland, Vescovo di Tyler (Texas), «ha pubblicato questa settimana una lettera pastorale in cui afferma che la Chiesa cattolica non ha “alcuna autorità” per ordinare sacerdoti o diaconi donne, una dichiarazione che, secondo il Vescovo, intende affrontare le potenziali discussioni del prossimo sinodo mondiale.
Il Vescovo ha pubblicato la lettera come seguito al suo documento pastorale di agosto [QUI su MiL: N.d.T.], in cui metteva in guardia dai tentativi di “presentare un’alternativa al Vangelo di Gesù Cristo” ed esortava i Cattolici a “rimanere saldamente sugli insegnamenti perenni della fede”.
Nella sua missiva di settembre, mons. Strickland ha ribadito che Cristo “è l’unica via per la vita eterna” e che “non si può trovare nessun’altra via per la salvezza”. Il Vescovo ha poi avvertito che alcuni stanno tentando di “scalfire o distruggere del tutto il Deposito della Fede” della Chiesa cattolica.
Notando che l’ordinazione delle donne “secondo quanto riferito, sarà un tema di discussione del prossimo Sinodo sulla sinodalità”, mons. Strickland ha detto che nel corso dei secoli la Chiesa ha sempre sostenuto che solo gli uomini possono essere ordinati al sacerdozio. […]
Mons. Strickland ha inoltre citato San Giovanni Paolo II, che nella sua lettera apostolica Ordinatio Sacerdotalis del 1994 ha scritto che la Chiesa non può “conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale”, e il Papa ha ordinato che questa conclusione “deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa”.
Per quanto riguarda la possibilità di avere diaconi donne nella Chiesa, mons. Strickland ha sottolineato la differenza storica tra gli “importanti ruoli di servizio” che molte donne ricoprivano nella Chiesa primitiva e l’ufficio specifico del diaconato ordinato, riportato negli Atti degli Apostoli. […]
Il Vescovo ha osservato, alla fine della sua lettera, che sebbene la Chiesa stessa sia santa, “è anche composta da membri peccatori che sono chiamati costantemente al pentimento e alla conversione”.
La Diocesi di Tyler non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento sulla lettera.
Mons. Strickland è stato coinvolto in una controversia all’inizio dell'anno dopo essere stato sottoposto a un’indagine diretta dal Vaticano, nota come visita apostolica, sulla scia di diversi episodi controversi, tra cui un tweet in cui sembrava suggerire che papa Francesco stesse “minando il Deposito della Fede”.
Il Vescovo ha negato qualsiasi illecito in seguito all'indagine. Ha ammesso che il processo non è stato “divertente”, anche se ha continuato a parlare apertamente dei tentativi di minare la fede cattolica.
“La cosa triste è che troppe persone stanno portando un falso messaggio che è dannoso per il mondo e per il corpo mistico di Cristo che è la Chiesa”, ha detto».

L.V.


5 settembre 2023

Cari figli e figlie in Cristo,

vi scrivo oggi per discutere più approfonditamente la prima verità fondamentale di cui ho parlato nella mia prima lettera pastorale: «Cristo ha istituito una sola Chiesa – la Chiesa cattolica – e, pertanto, solo la Chiesa cattolica fornisce la pienezza della verità di Cristo e l’autentico cammino verso la Sua salvezza per tutti noi».

Per cominciare, devo affermare con chiarezza ed enfasi questa verità fondamentale: Gesù Cristo è l’unica via per la vita eterna; non si può trovare nessun’altra via di salvezza! Come ci dice Nostro Signore stesso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14,6). Affinché potessimo partecipare a questa promessa di vita eterna, Nostro Signore, nella sua grande misericordia, ha istituito la Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Come leggiamo nel Vangelo di Matteo, Cristo disse: «E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16,18-19). Il fondamento e il capo divino della Chiesa è Gesù Cristo; tuttavia, questo passo chiarisce che Gesù promette di stabilire una Chiesa visibile sulla terra con un capo visibile, Pietro, al quale affiderà una missione unica e un’autorità specifica.

La Chiesa cattolica è il corpo di Cristo, ed Egli è inseparabile dal suo corpo. La comprensione della Chiesa delle parole di Cristo in Matteo si è approfondita nel corso dei secoli, ma secondo la Sacra Tradizione trasmessa da Cristo agli Apostoli (cfr. 2 Tess 2,15), e poi conservata e protetta dai Padri della Chiesa e dai santi e martiri fino ad oggi, si è sempre compreso e proclamato che la Chiesa cattolica è l’unica Chiesa divinamente istituita che Cristo ha stabilito per la salvezza delle anime. Tutto ciò che la Chiesa è, in quanto corpo mistico di Cristo, scaturisce dalla verità che essa è stata ed è divinamente costituita da Cristo, e i suoi elementi fondamentali – che includono il sacro Deposito della Fede – non possono essere alterati dagli uomini perché non appartengono agli uomini; la Chiesa appartiene a Cristo!

San Cirillo di Gerusalemme affermava nell’Anno Domini 350: «La Chiesa è detta cattolica perché si estende su tutto il mondo, da un capo all’altro della terra; e perché insegna universalmente e completamente le dottrine che devono giungere alla conoscenza degli uomini, riguardo alle cose visibili e invisibili, celesti e terrestri; e perché sottomette alla divinità l’intera razza umana, governatori e governati, dotti e non dotti; e perché cura e guarisce universalmente l’intera classe di peccati commessi dall’anima o dal corpo, e possiede in sé ogni forma di virtù che si possa nominare, sia nelle opere che nelle parole, e ogni dono spirituale».

Cristo ha dunque istituito la sua Chiesa per tutti gli uomini, per tutti i tempi, per la salvezza di tutti. Non c’è salvezza al di fuori di Cristo e della sua Chiesa una, santa, cattolica e apostolica; questo è un insegnamento infallibile della Chiesa. Tuttavia, come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica, «questa affermazione non si riferisce a coloro che, senza loro colpa, ignorano Cristo e la Chiesa» [n. 847: N.d.T.]. Come Cattolici, siamo legati con amore e gioia alla Chiesa e ai sette sacramenti istituiti da Cristo. Questi sono essenziali per la nostra salvezza. Tuttavia, qualcuno potrebbe chiedersi: «E coloro che sono al di fuori della Chiesa? E coloro che non hanno mai sentito parlare di Cristo? Possono essere salvati?». Per coloro che non sono uniti a Cristo attraverso la sua Chiesa e la grazia dei sacramenti, preghiamo semplicemente per loro e li affidiamo a Dio. Anche se non dobbiamo mai essere presuntuosi nei confronti della grazia di Dio, riconosciamo che Dio è sovrano e se nella sua misericordia decidesse di operare in modi che vanno al di là della nostra conoscenza o comprensione, ha la piena autorità di operare come vuole perché non è vincolato da nient’altro che dalla sua stessa natura perfetta.

Noi stessi dobbiamo aggrapparci strettamente alla Chiesa e ai sacramenti così come Lui ce li ha dati, ma dobbiamo anche pregare sempre per le anime al di fuori della Chiesa, affinché Dio offra la sua grazia a quelle anime in modi sconosciuti e invisibili per noi. Tuttavia, voglio sottolineare questo punto: se Dio scegliesse di offrire la grazia al di là dei normali mezzi sacramentali, riconosciamo che questa grazia fluirebbe sempre ad ogni anima da Cristo e attraverso la sua Chiesa in modo mistico. Pertanto, chiunque riceva e accetti la grazia di Dio non sarà mai salvato attraverso un’altra via o chiesa o religione; c’è un solo Salvatore, un solo Redentore, per tutta l’umanità, ed Egli ha istituito una sola Chiesa per la salvezza delle anime.

Dio desidera la salvezza di tutti, ma non impone la salvezza a nessuno di noi; richiede la nostra cooperazione e il nostro libero assenso alla sua grazia. Egli chiama ciascuno di noi a partecipare al suo piano di salvezza non solo per noi stessi, ma per il mondo; questo è il Grande Mandato: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,19-20).

Viviamo in un’epoca di grande interconnessione, in cui le persone di tutto il mondo possono condividere e imparare gli uni dagli altri come mai prima d’ora nella storia dell’umanità. Questa è una grande benedizione sotto molti aspetti, perché apre la possibilità di condividere la Buona Novella di Gesù Cristo in modi che prima non erano possibili. Il vero ecumenismo, tuttavia, è un invito aperto a tutte le persone a sperimentare e abbracciare la pienezza di Cristo e della vita cristiana che si può trovare solo nella Chiesa cattolica. Questo percorso, anche se a volte difficile, è l’unica strada sicura per il vero amore eterno, la grazia e la vita con Dio. È falsa carità dire alle persone che, indipendentemente dal cammino che stanno percorrendo, è volontà di Dio che rimangano dove sono, perché questo non invita le persone ad abbracciare l’unico vero cammino istituito da Dio per la salvezza delle anime. Pertanto, la Chiesa ha l’obbligo sacro, fatto di amore, di evangelizzare tutti gli uomini.

Un altro argomento che voglio trattare perché, secondo quanto riferito, sarà un tema di discussione del prossimo Sinodo sulla sinodalità [XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi: N.d.T.] è la struttura divinamente istituita della Chiesa per quanto riguarda l’ordinazione delle donne. Come ci dice la Sacra Scrittura, Cristo ha ordinato solo uomini come apostoli. La Sacra Tradizione e il Magistero ordinario della Chiesa hanno affermato nel corso dei secoli che la Chiesa non ha alcuna autorità per ordinare le donne al sacerdozio. Questo non può essere cambiato perché Cristo ha istituito un sacerdozio maschile al fine di rappresentare se stesso come sposo e la Chiesa come sua sposa. Come ha affermato solennemente San Giovanni Paolo II nella sua lettera apostolica Ordinatio Sacerdotalis [ai Vescovi della Chiesa cattolica sull’ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini: N.d.T.]: «dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa».

È imperativo affermare, tuttavia, che Cristo non vorrebbe mai per le donne un ruolo «inferiore» a quello che vuole per gli uomini. Le donne hanno dato e continuano a dare contributi indispensabili nella storia e nella vita della Chiesa. Dalla più grande e perfetta creazione di Dio in tutta la storia, la nostra Madre, la Regina del Cielo e della Terra, ad alcuni dei più grandi santi e dottori della Chiesa, alle nostre sante e fedeli donne negli ordini religiosi e nei conventi, alle innumerevoli donne che hanno e continuano a trasmettere la fede alle loro famiglie e alle loro comunità, Cristo ha istituito la sua Chiesa in modo tale da richiedere alle donne un ruolo «maggiore» rispetto a quello che potrebbero mai avere nel mondo. Tuttavia, come Dio non ha chiamato gli uomini a essere madri, Dio non ha chiamato le donne a essere padri e a essere ordinate sacramentalmente come ministri per Cristo nella Sua Chiesa, Nostro Signore chiama gli uomini a essere padri spirituali e sposi della Sua sposa, la Chiesa. Questo ruolo può essere ricoperto solo da una persona ordinata in modo appropriato a questo ruolo.

Per coloro che si interrogano sulla possibilità di avere diaconi donne nella Chiesa cattolica, vorrei offrire questo: le Scritture ci dicono che fin dai primi giorni della Chiesa, le donne hanno servito come fedeli servitori (in greco: diakonos) dei membri della Chiesa (cfr. Rm 16,1). Gli storici e gli studiosi ci dicono che le donne hanno svolto molti importanti ruoli di servizio nella Chiesa primitiva, tra cui atti di carità per i poveri, cura dei malati, preparazione di altre donne al battesimo ecc. Tuttavia, negli Atti degli Apostoli vediamo che c’è un altro tipo di servitore (diakonos) chiamato specificamente dagli apostoli e distinto dagli altri servitori della Chiesa; gli apostoli imposero le mani su questi servitori particolari, che poi ricevettero un’ordinazione sacramentale per svolgere il loro ruolo unico. La Scrittura ci dice che gli apostoli dissero: «Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico» (At 6,3). (At 6,3). E poi: «Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani» (At 6,6). Sebbene molti (sia uomini che donne) abbiano servito fedelmente la Chiesa come servitori/diakonos nel corso della storia, l’ordinazione sacramentale al diaconato – uno dei tre gradi del sacramento dell’Ordine (diacono, sacerdote, vescovo) – è sempre stata riservata ai soli battezzati di sesso maschile. Tutti e tre i gradi agiscono come strumenti di Cristo in persona Christi Capitis (nella persona di Cristo come Capo), ma con funzioni distinte per ogni ufficio. Poiché i diaconi ordinati sacramentalmente condividono il ministero apostolico con i sacerdoti e i vescovi, la Chiesa ha decretato che anch’essi devono essere uomini, come gli apostoli scelti da Gesù.

I Canoni del Concilio di Nicea (325 d.C.) affermano, in riferimento alle donne a cui è stato concesso un certo status di servizio, che: «Ci riferiamo alle diaconesse a cui è stato concesso questo status, poiché non ricevono alcuna imposizione delle mani, per cui sono a tutti gli effetti da annoverare tra i laici» (Canone n. 19).

In conclusione, voglio affermare che, sebbene la Chiesa sia santa a causa del suo Fondatore e della sua origine divina, è anche composta da membri peccatori che sono chiamati costantemente al pentimento e alla conversione. Tuttavia, c’è una Chiesa trionfante in cielo che esiste perfettamente nella sua pienezza in Cristo in cielo, dove il banchetto nuziale celeste è eternamente celebrato con Dio – Padre, Figlio e Spirito Santo – che sono eternamente venerati e adorati. I cori degli angeli, la Vergine Immacolata e tutti i santi gridano eternamente «Santo, Santo, Santo» davanti al trono di Dio.

È importante che noi, come Chiesa militante sulla terra, portiamo questa verità e questa speranza nei nostri cuori, mentre ci sforziamo di allineare noi stessi e ogni aspetto della Chiesa su questa terra alla sua realtà celeste. A causa del peccato, sia personale che comunitario, la Chiesa militante sulla terra non è all’altezza della Chiesa trionfante in cielo, ma è nostra missione lottare sempre per la santità e, per grazia di Dio, perseverare fino alla fine per poterci unire alla Chiesa trionfante. Parte di questo impegno sulla terra consiste nell’impegnarsi nella battaglia spirituale che si svolge quotidianamente intorno a noi, mentre molti tentano di scalfire o distruggere del tutto il Deposito della Fede.

Miei cari figli e figlie, siate certi che gli angeli ci circondano in questa battaglia, e i santi – specialmente la nostra Santa e Benedetta Madre – ci offrono la loro assistenza celeste mentre cerchiamo il premio eterno che Nostro Signore ha vinto per noi.

Rimanendo il vostro umile padre e servitore,

Reverendissimo Joseph Edward Strickland
Vescovo di Tyler, Texas

10 commenti:

  1. Cosa fare?Reprimere more solito ,per guadagnare tempo, o soprassedere?La ciurma è stata già ferocemente bastonata e bistrattata in mille modi e non costituisce un pericolo, ma c'è poco da fidarsi.D'altro canto gli eredi designati del comandante sono di una pochezza imbarazzante.Sicuri che riusciranno a condurre la Barca a sfasciarsi sugli scogli?

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  2. Bellissima lettera di un vero pastore che compie il suo dovere di Vescovo. Noi abbiamo invece i vescovi che ci dicono come fare la differenziata..

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  3. senza scomodare la teologia e i Concili, ma difronte alla perdita (quasi) totale della Fede, al disastro morale-sociale delle masse, agli abusi, alle "celebrazioni fantasiose", ecc... la soluzione sarebbe quella di ordinare le donne? gli "alti prelati" in che mondo vivono? qui la gente non conosce più le Scritture, il catechismo, i Sacramenti, la dottrina morale... il vero problema è che il cattolicesimo ha perso di vista il sacro per privilegiare il sociale, consegnando tante persone all'ateismo-consumismo passivo o a seguire sette, esoterismo, pseudo chiese e filosofie orientali

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  4. Where Peter is offre una interessante analisi delle discutibili prese di posizione del discutibile vescovo di aTyler TX.
    Qualche anno fa, prima della “conversione” trump-covidiana, si esprimeva ben diversamente circa il magistero di Papa Francesco.

    https://wherepeteris.com/is-strickland-slouching-toward-schism/

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  5. Anche Saulo prima di essere avvolto dalla luce e cadere da cavallo ne disse e fece di tutti i colori.Quindi?

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  6. Dalla lettera si evince che Papà Giovanni Paolo II abbia decretato in maniera definitiva l' impossibilità delle donne di accedere al sacerdozio. Mi chiedo se un suo successore possa modificare questo provvedimento o se questa sua una discussione del tutto inutile. Cioè,voglio dire,forse chi sostiene un "cambiamento"sta solo cercando di creare confusione?

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  7. Non c'è niente di definitivo per Francesco.

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  8. Ma cosa ha detto di male questo Vescovo da farlo richiamare dal papa? Le donne non possono e non potranno mai accedere al sacerdozio, ovvio no?

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    1. Ha detto che il Santo Padre mina il deposito della Fede. Ha dato dell’eretico al Papa! Ora se l’è cavata con una visita canonica, in altri tempi sarebbe già stato portato a Castel Sant’Angelo!

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  9. Anonimo20 settembre 2023 alle ore 21:44
    Certo. E nei tempi che dice lei, ci andavano anche i preti che celebravano vestiti da leoparti, o in costume su un materassino in riva al mare, o vestiti da clown, o col casco in testa, o con stole "arcobaleno", o davano la comunione a transessuali, ecc ecc...
    Come vede è più lunga la lista dei preti indegni, che di vescovi "ribelli" (ma fedeli alla dottrina).

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