Pubblichiamo di seguito un post de Il Sismografo, molto duro, sulla Nota del Vicariato di Roma (QUI oggi su MiL).
Massimo Faggioli QUI e QUI: "oggi uno di quei giorni in cui avere vissuto ai tempi dell’Unione Sovietica aiuta a leggere le notizie dal Vaticano".
QUI Iacopo Scaramuzzi di La Repubblica.
QUI LifeSiteNews con Michael Haynes che riassume le ultime vicende.
A riprova che la scomunica c’è stata, QUI MiL su Associated Press che riporta che il capo dei gesuiti Sosa, in conferenza stampa, ha ammesso la scomunica: "La Congregazione per la Dottrina della Fede “ha detto che è successo, c'è stata l'assoluzione di un complice”, ha detto Sosa. “Quindi è stato scomunicato. Come si revoca una scomunica? La persona deve riconoscerla e deve pentirsi, cosa che ha fatto”.
Si diceva che la gestione di Francesco assomiglia alla Corea del Nord, no, è peggio.
QUI i post pubblicati sul caso Rupnik da MiL.
Luigi
Il Sismografo, 18-9-35
E' falso dire che c'era una "richiesta di scomunica" di Rupnik che il Papa rifiutò. Invece c'era un Decreto di scomunica dell'allora Congregazione per la Dottrina della Fede che durò 15 giorni e poi venne cancellato dal Papa. Con le menzogne non si arriva da nessuna parte e soprattutto si continua ad offendere le vittime di abusi di potere, di coscienza e sessuali.
(L.B., R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") Il comunicato del Vicariato di Roma che spiega l'inchiesta del Visitatore Giacomo Incitti, Professore Ordinario di Diritto Canonico presso la Pontificia Università Urbaniana, sul Centro Aletti, con acrobazie verbali insopportabili e non veritiere, prova a scagionare Papa Francesco dal fatto di aver cancellato la scomunica a padre Marko Rupnik. Cioè, il cambio delle carte è semplice: per poter dire che il Papa non ha cancellato la scomunica a Rupnk si accredita la tesi seconda la quale non era stato scomunicato anche se questa scomunica era stata richiesta.
Ecco il passaggio del comunicato del Vicariato di Roma:
"Come da esplicita richiesta formulata nel decreto di nomina, tenuto conto delle ricadute sulla vita dell’Associazione, il Visitatore ha doverosamente esaminato anche le principali accuse che sono state mosse al p. Rupnik, soprattutto quella che ha portato alla richiesta di scomunica. In base al copioso materiale documentario studiato, il Visitatore ha potuto riscontrare e ha quindi segnalato procedure gravemente anomale il cui esame ha generato fondati dubbi anche sulla stessa richiesta di scomunica."
Questa versione dei fatti è falsa. E' stata allestita ad arte per scagionare Papa Francesco.
Il comunicato dei gesuiti del 19 dicembre 2022 diceva:
- Luglio 2019: la CDF chiede alla Società di istituire un processo amministrativo penale.
Gennaio 2020: i giudici (tutti esterni alla Compagnia di Gesù) dicono all'unanimità che c'è stata effettivamente l'assoluzione di un complice.
- Maggio 2020: La CDF emette un decreto di scomunica; la scomunica viene revocata da un decreto della CDF più tardi nello stesso mese.
Da questo documento dei Gesuiti si evince che:
- c'è stata effettivamente l'assoluzione di un complice
- la scomunica è stata sentenziata con un decreto del Dicastero
- il medesimo Dicastero sempre entro maggio 2020 ha revocato il precedente, quello della scomunica.
Con le menzogne non si arriva da nessuna parte e soprattutto si continua ad offendere le vittime di abusi di potere, di coscienza e sessuali.
Siamo in un regime dittatoriale dove il dittatore deve uscirsene a mani pulite ma gli altri pagano al posto suo. Questa è la situazione tragica della Chiesa oggi.
RispondiEliminaCHE FARSA!!!.
RispondiEliminaMAX 75
Ma la scomunica non può revocarla solo il papa?. Chiedo per un amico.
RispondiEliminaMAX 75
RispondiEliminaGianni Vattimo: in memoriam
Maurizio Blondet 20 Settembre 2023
«Voi cattolici avete resistito impavidi per quasi due secoli all’assedio della modernità. Avete ceduto proprio poco prima che il mondo vi desse ragione. Se tenevate duro ancora per un po’, si sarebbe scoperto che gli “aggiornati”, i profeti del futuro postmoderno eravate proprio voi, i conservatori. Peccato. Un consiglio da laico: se proprio volete cambiare ancora, restaurate, non riformate».
(Gianni Vattimo, 4/1/1936 – 19/9/2023)